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Un rendering del Ponte sullo Stretto

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Il Mit vuole dare una accelerata alla realizzazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: prima pietra entro il 2024

L’obiettivo è arrivare a posare la prima pietra del ponte sullo Stretto di Messina entro il 2024: Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, considera realistico questo traguardo. Ripete che non realizzare l’opera costerebbe all’Italia più che farla, e ne considera plausibile l’inaugurazione nell’arco della prossima legislatura. Dice che entro la fine del suo mandato vorrebbe fare «qualcosa di rivoluzionario», e dare l’avvio a un’opera ormai “mitologica” – quasi quanto Scilla e Cariddi, le due creature leggendarie che abitavano le acque che separano la Sicilia e la Calabria – lo sarebbe di certo.

Tra stop and go – a seconda dei governi in carica – il progetto di un attraversamento stabile dello Stretto si trascina da decenni. Il centrodestra lo ha messo nero su bianco nel programma elettorale, e dal ministero delle Infrastrutture, Salvini prova a metterlo a terra. Spinge sull’acceleratore e prova a rinsaldare la sponda europea da dove è arrivata, tramite la commissaria ai Trasporti, Adina Valean, un’apertura sulla possibilità di un sostegno da parte della Ue: l’opera completerebbe il corridoio scandinavo-mediterraneo. Il sostegno è però condizionato alla presentazione di un solido piano finanziario e a un progetto definitivo.

A STOCCOLMA RIUNIONE DEI MINISTRI DEI TRASPORTI, OCCASIONE PER UN CONFRONTO SUL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO

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La riunione del Consiglio informale dei ministri dei Trasporti Ue lunedì a Stoccolma sarà l’occasione di un nuovo confronto tra Salvini e la commissaria sul progetto di rilancio della realizzazione del ponte, l’appuntamento è in agenda per il pomeriggio.

Nel corso del soggiorno svedese il ministro visiterà il ponte di Oresund, una tratta stradale e ferroviaria di 15,9 km che collega le città di Copenaghen (Danimarca) e Malmö (Svezia), realizzata tramite tunnel sottomarino e ponte che attraversano l’omonimo stretto. Si tratta del ponte strallato più lungo d’Europa adibito al traffico stradale e ferroviario con una campata centrale di 490 m, inaugurato nel 2000.

Giovedì intanto al Mit si è tenuta una nuova riunione tecnico-operativa, cui hanno preso parte i vertici Anas, Rfi e Fs. Sul tavolo c’è il “vecchio” progetto a una sola campata, da rivedere e “correggere”, alla luce di proiezioni aggiornate sul traffico veicolare presunto e, sottolinea la nota del ministero, “dei vantaggi in termini ambientali, grazie all’abbattimento di inquinamento da CO2”, e anche in relazione ai costi. La relazione commissionata dall’allora ministra De Micheli a una commissione di esperti – consegnata poi al suo successore Giovannini – ha esaminato i pro e i contro delle ipotesi progettuali in campo, ovvero un ponte a una solo campata o a più campate, un tunnel “Archimede” (in alveo) o subalveo.

LA FIDUCIA DEL MINISTRO MATTEO SALVINI NELLA BONTÀ DELL’OPERA

«È vero che sarebbe il ponte a navata unica più lungo al mondo, 3,3 chilometri, ma credo che l’ingegneria italiana sia un unicum a livello mondiale», afferma il ministro, sottolineando poi i vantaggi che l’opera porterebbe in termini di salvaguardia dell’ambiente. «Ho recuperato uno studio di due ingegneri che quantificano in 140mila tonnellate di Co2 le emissioni risparmiate dall’eliminazione del traghetto e dal collegamento stabile veloce ferroviario e automobilistico fra la Sicilia e la Calabria».

Sul tavolo del Mit è arrivata la proposta di un nuovo e più snello assetto societario per la Spa Stretto di Messina, “resuscitata” dalla prima legge di Bilancio targata Giorgia Meloni, e una nuova governance, in accordo con le Regioni Sicilia e Calabria.

Una nuova riunione è fissata per la prossima settimana nella sede dell’Anas che diventa il quartier generale della società. Insomma, si punta a centrare l’obiettivo questa volta. Finora in tanti ci hanno provato invano.

LA STORIA DEL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Se l’idea del ponte attraversa i secoli, la storia del processo decisionale legato ai progetti per un attraversamento stabile risale agli anni ’60, al 23 giugno del 1968 quando venne approvata la legge 348 che autorizzava l’Anas a indire un concorso di idee ad hoc. Provò a metterlo in campo Bettino Craxi nel 1985, ci riprovò Silvio Berlusconi nel 2001, ma con il passaggio della campanella a Romano Prodi, nel 2006, il progetto tornò nel cassetto. E poi fu Mario Monti, subentrato al dimissionario Cavaliere di Arcore, a mettere la pietra tombale sul progetto nel 2012. Lo rispolverò Matteo Renzi nel 2016, e a Mario Draghi non dispiaceva. Ora tocca al governo Meloni scrivere una nuova pagina della storia (infinita?) del ponte sullo Stretto di Messina.

Ieri, intanto, il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, durante i lavori degli “Stati Generali sull’Economia del Mare”, a Roma, ha sottolineato che il ponte «è doveroso con l’alta velocità fino a Reggio Calabria». E da Palmi, durante il convegno della Cisl di Reggio Calabria sui temi dello sviluppo, lavoro ed infrastrutture, il segretario generale Luigi Sbarra ha evidenziato «il forte impulso» che l’opera potrebbe dare «allo sviluppo occupazionale ed economico non solo calabrese e siciliano, ma nazionale ed europeo».


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