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CHIUSA la Guerra dei Trent’anni contro l’Italia liberale rappresentata da Berlusconi che pagò il fio per aver impedito al PCI di Achille Occhetto ribattezzato in corsa Pds di conquistare il potere dopo la disfatta a e la cancellazione dei partiti repubblicani dalla scena politica, è arrivata la nuova guerra.

Ciò che è accaduto e sta succedendo in queste ore a Trieste, dopo i fatti di Roma nella sede della CGIL e degli anarchici dei centri sociali di Milano e di Genova, mostra i primi scontri della nuova guerra, che è una guerra contro il riformismo calmo e vincente di Draghi e che è anche una guerra di servizi segreti, agenti provocatori e agenti di altri Paesi, come è inevitabile che accada.

I protagonisti dello scontro sono dunque due: Draghi con l’Europa, da una parte; e un fronte magmatico e non definito che ha scelto di travestirsi occasionalmente da no Green Pass, e che nel recente passato è stato di volta in volta “No Tav”, o ha preso le mosse dai vertici dei G8 con l’arrivo di lanzichenecchi stranieri, fra cui io Black Bloc della ex Germania comunista ed altre ancora.

Ma al centro dello scontro stanno le televisioni italiane i social più influenti. Nei casi migliori queste entità dedite ai talk show ma non all’informazione perseguono come unica fonte legittimante, la percentuale degli ascolti televisivi che si conoscono alle 10 del mattino successivo. La guerra ha sullo sfondo lontano i due antagonisti travestiti in maniera confusa: il riformismo accelerato e intransigente del governo Draghi e come suo nemico la resistenza alle riforme. Apparentemente lo scontro ha preso anche le forme di nuova destra smaniosa di menar le mani gridando “Libertà” specialmente quando si tratta di negarla agli altri. E di una sinistra che sostiene il governo ma che già dà in smanie perché sul campo ci sono comunque i lavoratori che non agiscono più come forze progressive, ma come corporazioni lese nei loro interessi da tutto ciò che si è abbattuto sull’Italia: lockdown, mascherine, tavoli a rotelle, monopattini e piste ciclabili.

La politica parlamentare, benché ciò sfugga per lo più alle cronache e alle analisi di là è fatta di poche quercia e un grande sottobosco in cui brulicano piccoli nani e curiosi mostri, i quali di mestiere fanno la politica politicante ovvero pongono taglie, ricattano, chiedono compensi, pongono condizioni, minacciano fratture, danno segni di nervosismo pur di apparire vivi sulla scena e tutto questo accade più o meno da sempre anche con un certo successo. In tutti i governi del passato questi elementi brulicanti e ricattatori hanno riscosso il loro compenso e hanno definito sé stessi la dimostrazione della democrazia invita.

Quando Draghi si è insediato a Palazzo Chigi dopo un periodo di tempo abbastanza breve, si è capito di che cosa si tratta: un uomo che pensa in inglese, che ha un piano preciso delle cose da fare con un ordine in cui devono essere fatte e che non si lascia intimidire nel ricattare. D’altra parte, non è neanche un uomo che faccia sfoggio di muscolatura, accetta di rifinanziare persino il reddito di cittadinanza, cerca di dare ascolto a tutte le voci politiche presenti nella sua maggioranza, ma in definitiva decide lui virgola e le cose vanno come lui ha deciso. Questo è quanto ha più volte confermato ad esempio Giorgetti, il numero 2 della Lega che guida una massa di elettori che formano la borghesia imprenditoriale del nord est e in parte anche del nord ovest. Ciò manda nel panico la politica politicante che ha cercato di alzare il prezzo delle sue richieste pur di poter seguitare ad esistere.

La politica della vaccinazione e del Green card hanno suscitato effettivamente malumori corporativi in gran parte del paese perché non tutti sono disposti a sacrificare la propria libertà capricciosa in nome di un bene comune come accade in altri paesi più avvezzi all’identità collettiva. Si è creato quindi un terreno limaccioso e scivoloso che però è apparso come un terreno di coltura molto fecondo per tutti quei politici che non hanno proprie idee ma soltanto uno spirito di opportunismo che li porta a cavalcare la tigre quando passa, salvo saltare su un’altra che corre nel senso contrario appunto. Ciò prodotto un clima di guerra fredda interna che costituisce un tessuto infetto sul quale corrono nuovi germi e nuovi interessi sprezzanti.

Qui, si trova latente e allo stato brado una collettività che si usa chiamare violenta ma che in realtà è composta da approfittatori notturni capaci di trarre giovamento oh piacere soddisfazione oltre che voti occasionali. Abbiamo visto il crollo del Movimento 5 stelle in cui erano confluite tendenze aggressive ed anarcoidi che di tanto in tanto costituiscono il grande mal di pancia italiano e poi ne abbiamo viste rientrare nell’alveo dei partiti di origine che in pratica sono stati soltanto uno, il partito democratico perché il centrodestra sembra avere subito una sonora sconfitta. La sconfitta è dovuta certamente alla scelta di candidati arrogantemente imposti da questo o quel leader, stiamo parlando naturalmente di Salvini e della Meloni, i quali hanno causato la catastrofe elettorale Di Milano, Roma e Torino. È inevitabile che queste falle aprono ho facilitino l’ingresso di elementi estranei ma alla ricerca dell’occasione buona per produrre le loro tossine appunto per comprendere questa circostanza occorre far riferimento alla situazione internazionale che è bruscamente cambiata giusto con arrivo di Draghi che fa seguito all’arrivo di Biden a Washington.

L’America ha definitivamente abbandonato l’Europa e ha mollato l’Afghanistan, come sappiamo. L’Europa è alla ricerca disperata delle sue stesse forze morali interne per produrre ciò che non ha mai avuto, ovvero una politica estera e una consistenza militare con cui sostenerla. Draghi e il rappresentante della nuova tendenza e in questo modo si è posto di fatto alla leadership della intera Europa, mentre la Merkel esce di scena e Macron sì prepara ad affrontare elezioni con poche prospettive di vincita. La leadership di Draghi è stata Benedetta da eventi imprevedibili come le vittorie sportive e il premio Nobel a Giorgio Parisi per la fisica, si che l’Italia di colpo si trova a godere di ottima fama e anzi ad essere guardata come il paese pilota che ha scelto e imposto una politica di contenimento del virus e di imposizione delle vaccinazioni che viene oggi studiata attentamente dagli altri paesi perché i risultati indicano un chiaro successo.

La Cina e la sua via della seta sono state mollate come le cime di una barca che ci portavamo dietro piena di zavorra esplosiva. I rapporti con la Russia si sono fatti tesi e ridotti sostanzialmente la politica energetica che ci riguarda tutti nel momento in cui la ripresa mondiale della produzione della ricchezza richiede di colpo un consumo di energia che non è disponibile sui mercati. Di qui la conseguenza delle crisi degli autisti di camion nel Regno unito e ora anche in Europa, la crisi dei porti a cominciare da quelli Di Genova e di Trieste dove guarda caso sono avvenuti gli episodi di ribellione più clamorosi e più opportuni per determinare una crisi negli approvvigionamenti energetici oltre che commerciali. Non ci vuole un indovino per capire che una situazione del genere e certamente aperta alle influenze di agenti esterni, il quale perseguono giustamente i propri interessi che non sono per nulla coincidenti con quelli del paese. Ecco che la politica del governo Draghi si sta mostrando man mano sempre più divisiva perché quelle che potremmo senz’altro definire le forze del male hanno trovato un pascolo insperato nelle suggestioni che passano attraverso le televisioni e i social.

Queste suggestioni sono artefatte drogate, come prova il fatto che vengono date a uno a uno le presenze dei no vax dei pro vax mentre nel paese si è visto che la percentuale di coloro che sono veramente ostili sia al green card che alla vaccinazione sono una piccolissima minoranza. Ma ciò che le televisioni mostrano invece è una parità. Anzi spesso una supremazia del partito negazionista e ostile allora politica moderna riformista di ricordarsi che si moltiplica un effetto suggestivo su tutto il paese che poi determina dei comportamenti del tutto incomprensibili se non si sa prima che cosa c’è dietro.

Ognuno sembra aggrappato al proprio particolare come diceva Niccolò Machiavelli e inoltre l’Italia sta dando la propria rappresentazione più vera di un paese fatto di corporazioni, di tanti ognuno per sé Dio per tutti che è stato ben descritto dai tre esemplari autori italiani dell’Ottocento: Alessandro Manzoni nella Colonna infame, Carlo Collodi nel Pinocchio, Giacomo Leopardi nel discorso sul carattere degli italiani recentemente riedito. Il carattere degli italiani è un carattere non unitario, apparentemente molto egoista, pronto all’assalto ai forni o alla diffusione della peste, incurante del bene comune e facile sia alla suggestione che alla pura finzione. Ciò sta spaccando il paese in una nuova guerra fredda in cui sono cambiati in maniera drastica i combattenti dei fronti opposti di cui uno è ben riconoscibile del governo, mentre l’altro appare come una piovra molto composita e cangiante. Forse piovra non è la parola data perché richiama l’idea della mafia mentre forse migliore sarebbe quella dei camaleonti che sanno adattarsi scomparire riapparire colpire sparire.


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