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NON solo Neet, abbandono scolastico e disoccupazione giovanile. Dal Mezzogiorno arriva il Manifesto di StartNet Youth, nove proposte elaborate dai giovani del Sud per migliorare l’alternanza e la transizione scuola-lavoro. Un “piano di interventi” realizzato da 27 ragazze e ragazzi dai 14 ai 26 anni di Puglia, Basilicata e Campania, che hanno fondato una piccola impresa o startup o sono impegnati nel sociale con attività sul territorio a favore dei coetanei.

IL DOCUMENTO

Giovani e giovanissimi di città e centri come Sala Consilina, Napoli, Lecce, Potenza, Bari, Terlizzi, Valenzano, Orta Nova, Potenza, Trani, Ruvo di Puglia, Taranto, Corato, che (con l’aiuto della rete StartNet e di StartNet Youth, nata grazie all’adesione di Agenzia Nazionale Giovani e Ashoka Italia) hanno messo a punto un pacchetto di proposte concrete rivolte a istituzioni, stakeholders e Terzo settore su come migliorare i processi legati all’alternanza e alla transizione scuola-lavoro, per contribuire a ridurre il tasso di disoccupazione giovanile e per aiutare i coetanei ad avere consapevolezza sugli strumenti utili a costruire il proprio progetto di vita.

Il documento – presentato questa mattina alle Officine Cantelmo di Lecce con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo (l’evento viene trasmesso anche su Facebook e Youtube https://www.start-net.org/it) – contiene proposte che vanno dalla co-leadership degli studenti al benessere dell’adolescente, dalle borse di studio alla formazione.

La metodologia utilizzata è a cura della rete StartNet – di cui fanno parte il Goethe-Institut, Stiftung Mercator con Miur, Regione Puglia, Confindustria Puglia, Nova Consorzio per l’innovazione Sociale, Rete Scuole Get – ma l’ideazione è tutta di questo gruppo di ragazze e ragazzi del Sud che, partendo dalle proprie esperienze, smentiscono, e anzi ribaltano, molti degli stereotipi costruiti su di loro. Impegnandosi per ricostruire un territorio ultimo nelle classifiche nazionali ed europee praticamente in tutte le voci riguardanti scuola, formazione e tecnologia dall’asilo nido all’Università e al mondo del lavoro, e riscrivere – in regioni a rischio effettivo di povertà materiali ed educative – una storia inedita eppure meno rara di quanto siamo abituati a pensare.

IL MANIFESTO IN NOVE PUNTI

Ecco le proposte messe a punto.

  • 1) Un ufficio placement più connesso e collaborativo con il mondo del lavoro, prevedendo dei Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) più coerenti con le offerte di lavoro presenti sul territorio.
  • 2) Uno psicologo e un orientatore all’interno delle scuole.
  • 3) Borse di studio e/o lavoro da parte delle aziende in modo da sviluppare le competenze necessarie per l’ingresso nelle stesse.
  • 4) Più progetti di mobilità e un esperto progettista a scuola che aiuti a ricercare e/o spendere al meglio i fondi europei.
  • 5) Maggiore collaborazione con le università nel promuovere percorsi di orientamento aderenti ad attitudini e talenti degli studenti.
  • 6) Progetti di formazione docenti su metodi di insegnamento alternativi, soft skills, comunicazione empatica, intelligenze multiple.
  • 7) Reti di modelli ispirazionali per studenti, docenti e genitori, con professionisti e testimonianze di percorsi di vita.
  • 8) Introduzione della figura del mentore per l’orientamento dello studente verso la realtà presso la quale svolgere i Pcto.
  • 9) Consulte provinciali degli studenti (Cps) come centro di aggregazione che intercetti ragazzi e ragazze con la propensione a partecipare e a collaborare.

CONTESTO E METODOLOGIA

Il percorso dei ragazzi si è svolto partendo dallo studio dei dati di settore, che registrano un aggravamento in Italia delle condizioni dei giovani legato alla crisi pandemica, con ulteriori ritardi rispetto alla Ue, ma non mancano di rilevare come le diseguaglianze si siano accentuate in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Qui la percentuale degli studenti che non ha partecipato alle video lezioni ha toccato il tetto del 9%, con una percentuale maggiore di esclusi nella scuola primaria.

Preoccupano anche i numeri dei test Invalsi 2021: tra gli studenti al termine della scuola secondaria di secondo grado il 44% non raggiunge il livello minimo in italiano (nel 2019 era pari al 35%) e il 51% quello in matematica. Mentre sul fronte Neet (Neither in employment nor in education and training), il nostro Paese conta quasi 3 milioni di 15-29enni non più inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa, un terzo dei quali solo in Sicilia, Calabria e Campania. Ebbene, da ottobre 2021, partendo da questi numeri, i giovani di StartNet Youth hanno seguito un percorso fatto di momenti teorici, di community e laboratoriali.

LE QUATTRO TAPPE

Quattro, nello specifico, le tappe che hanno portato alla redazione del Manifesto. La prima è stata il “week-end trasformativo” (8-10 ottobre 2021) realizzato insieme a Ashoka Italia, Fondazione Vincenzo Casillo e Agenzia Nazionale Giovani all’interno del progetto “Gen C”: un’occasione di formazione e di incontro per sviluppare le competenze da changemaker (letteralmente, creatore di cambiamenti) e fare rete.

La seconda tappa è stata la realizzazione di tavoli di lavoro online sul tema della transizione formazione-lavoro.

La terza è un community event (19-21 novembre 2021), realizzato insieme a DigithOn, con la partecipazione di rappresentanti dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco e di Italian Climate Network: un momento di co-progettazione con la metodologia di cycle management, che parte dall’analisi del problema, va a cercare cause e possibili soluzioni, definisce gli obiettivi e come arrivarci attraverso un processo che valuta costi, benefici, attori e risorse, proponendo quindi delle alternative possibili.

La quarta tappa, infine, ha riguardato la stesura finale del Manifesto e la sua divulgazione da parte dei giovani.


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