X
<
>

Beppe Grillo

Share
5 minuti per la lettura

GRILLO è uno specialista in comunicazione, come ha ricordato a Conte e a Casalino. Lo sta dimostrando con la gestione della sceneggiata sullo statuto e sul suo ruolo di “garante”. Per capire bisogna muovere dalla fiacca con cui Conte ha gestito quest’ultima fase facendo emergere un movimento sfiatato che non toccava palla sul palcoscenico dei media, non fosse che a sostenerlo provvedevano i suoi fan nella stampa e nei talk show.

Poteva M5S andare alla prova delle urne in autunno in queste condizioni? Supponiamo sia questa la domanda che si è posto il comico genovese che ha creato dal nulla un movimento che è arrivato a raccogliere un 33% di consensi elettorali e ad essere il primo partito in parlamento.

E in effetti è difficile sostenere che si può tenere la scena annunciando e rinviando in continuazione la presentazione dello statuto e la formazione di una nuova dirigenza mentre gli “ortodossi” bombardano accusando che si è alla fine di una esperienza storica. Grillo sta provando a rivitalizzare la scena nell’unico modo che conosce, con la drammatizzazione sopra le righe. Lo fa per riprendersi il MoVimento buttando fuori Conte? Questo è tutto da vedere.

Adesso la rappresentazione teatrale prevede la lite degli amanti nutrita da un mare di equivoci, ma non si può escludere il lieto fine. Anzi quello servirebbe proprio a rianimare l’attenzione di una platea che si stava appisolando per la noia di una diatriba da legulei. L’ex premier per ora sta al gioco, sostenendo la parte del partner offeso che pensa di rompere la relazione per avviarne un’altra. Ma ha davvero questa chance o, rimanendo alla metafora, è il solito gioco per ingelosire l’altro? Vista dall’esterno la prospettiva di un partito di Conte non ci sembra molto credibile. Si dice che lo seguirebbe una quota consistente dei parlamentari ex grillini, ma non solo è da dimostrare, bensì non si vede perché in questo caso dovrebbe andare in modo diverso dalle altre scissioni. Renzi si è portato via un discreto pezzo di parlamentari, ma questi non sembra si stiano portando dietro gli elettori che a suo tempo li votarono quando erano nelle liste del PD.

Risalendo nella storia politica di esempi del genere se ne troverebbero molti. Fra il resto una scissione adesso nuocerebbe a M5S nelle urne d’autunno, senza che ne approfittino i ribelli, perché certo non si potrebbe presentare in quattro e quattr’otto un nuovo partito di Conte: i parlamentari possono agevolmente cambiare casacca da un giorno all’altro (come s’è visto), trovare buoni candidati sui territori richiede tempo.

Dubitiamo che all’ex premier converrebbe perdere il ruolo di leader sia pure dimezzato dei Cinque Stelle: in quella posizione può trattare col PD (un lavoro che Grillo non vuole e non sa gestire), come capetto di un partitello in fieri godrebbe, ben che vada, di una considerazione del tutto residuale. E’ su questa base che Grillo gli rinfaccia che è lui ad avere bisogno di M5S e non viceversa. Però su questo esagera, proprio perché è un visionario e l’altro è un ragioniere (ipse dixit). I Cinque Stelle hanno avuto bisogno di inventarsi Conte perché altrimenti non avrebbero potuto occupare Palazzo Chigi. La situazione non è cambiata.

E’ vero che, come ha perfidamente suggerito il comico genovese, Di Maio è molto cresciuto, mostrando qualità di politico di professione che non gli erano attribuite. E’ avvenuto grazie all’accettazione del ministero degli Esteri, un posto dove si poteva imparare tanto, anche in termini di rapporti con i “potenti”, se si evitavano i rischi dell’esibizionismo e la trappola delle mitologie: cosa che l’ex capo politico ha saputo fare. Tuttavia questo non basta a renderlo per ora una alternativa a Conte. Il gruppo dirigente pentastellato non è una falange di sodali uniti, ma piuttosto un coacervo di ambizioni e di personalismi, per cui vediamo difficile che i suoi membri accettino di mettersi al servizio di uno di loro elevato ad un ruolo nettamente superiore.

L’ex premier è invece perfetto per questa posizione: grazie al ruolo di leader (e magari di premier o vice premier) può tenere sotto controllo le pulsioni al protagonismo dei membri del gruppo dirigente, ma senza essere abbastanza forte da renderli irrilevanti (tanto che pensa di tenerli sotto controllo con la solita logica del “Gran Consiglio”). Questo Grillo, che, come ricorda, conosce bene il suo movimento (e non solo le “piazze”), lo sa bene e perciò non punta, finché potrà, a mettere da parte Conte, ma solo a dimensionarlo in modo che sia funzionale alla sua posizione di Garante/padrone. In fondo quel che Berlusconi aveva cercato di fare con tutti i suoi “delfini” di peso, sino a scoprire poi che è difficile mantenere un rapporto di quel tipo ed a mangiarseli uno ad uno.

Vedremo presto dove porta la sceneggiata di questi giorni. In palio c’è il ruolo che possono avere i Cinque Stelle nel sistema italiano, per quanto ridimensionati dagli ultimi eventi e dall’arrivo sulla scena del “modello Draghi” che è la negazione di quanto essi hanno presentato come futuro inevitabile (e non a caso il Garante se la prende con Cingolani, che li ha risvegliati dall’illusione di essere loro a manipolare il modello Draghi). Se Grillo non si accontenterà di tornare il leader di una minoranza rumorosa e contestatrice a vanvera, il che può anche essere visti gli umori dell’uomo, continuerà ad avere bisogno di Conte e questi non avrà alternative a servirlo se non vuol perdere la posizione acquisita nel sistema politico attuale.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE