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Luigi Di Maio

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CADE un altro dei paletti costruiti dai Cinquestelle quando si erano messi in testa di aver sconfitto la povertà. Con l’approvazione del decreto Sostegni Bis. La Camera (ma in Senato non ci saranno sorprese) ha approvato la norma che elimina del tutto, per i contratti a termine, le causali definite dal decreto “dignità”. Servivano a dimostrare la temporaneità reale delle esigenze dell’impresa, in assenza delle quali previsto l’obbligo della conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato.

Viene così smantellato il provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle che aveva trovato la piena adesione di Leu. Un’altra rinuncia che ci abbatte la credibilità dei grillini.

L’ultimo argine resta il Reddito di cittadinanza la cui modifica, però appare solo una questione di tempo.  Nel corso del dibattito era stato presentato un emendamento di Fratelli d’Italia per l’abolizione. Non è stato approvato ma l’appuntamento appare solo rimandato.

Per il resto il contenuto nelle grandi linee era quello che si conosceva. Dalle nuove scadenze fiscali alle assunzioni della scuola agli incentivi per le auto, dall’ampliamento del fondo perduto per le imprese ai Sostegni ad hoc per alcuni settori più colpiti a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus. Il decreto vale i circa 40 miliardi dello scostamento del deficit approvato dal Parlamento, ma la Camera ha potuto usare una dote di circa 800 milioni di euro e i soldi non spesi sul fondo perduto precedente. Le misure adottate dal Parlamento complessivamente valgono circa 2,9 miliardi, di cui 529 milioni sono stati usati per ampliare la platea del fondo perduto alle imprese con fatturato fra 10 e 15 milioni.

La commissione Bilancio ha introdotto nel dl Sostegni bis oltre 270 novità tra modifiche e norme aggiuntive, in un esercizio di equilibrismo, su alcuni temi, tra le eterogenee anime della maggioranza (auto, fisco, scuola, riforma dello sport, editoria). Tutti d’accordo invece su altri capitoli come le maggiori risorse destinate ai settori colpiti o alle misure di calmieramento per il caro-prezzi delle materie prime. Spazio trovato anche per qualche micro-misura, alcune pure costose, dall’Iva per la selvaggina al taglio delle imposte alle sigarette elettroniche.

Il decreto ha imbarcato poi le misure del decreto lavoro con le norme che vanno dal cashback alla conferma dello sblocco dei licenziamenti (salvo che per il settore tessile), dalla proroga dell’indennità per stagionali-turismo-spettacolo, dall’Alitalia al rifinanziamento della nuova Sabatini, dal differimento della Tari al contenimento delle bollette elettriche. Per quanto riguarda gli aiuti a fondo perduto alle imprese il decreto legge introduce il meccanismo del “doppio binario”, dotato di oltre 15 miliardi (su un totale di risorse impegnate dal provvedimento per circa 40 miliardi): bonifico automatico in linea con l’erogazione disposta con il “sostegni 1” o calcolo dell’indennizzo in base alla perdita d’esercizio 2020-2019 (ma in questo caso e’ richiesta la presentazione anticipata della dichiarazione dei redditi).

La commissione Bilancio ha peraltro ottenuto l’ampliamento della platea delle imprese che possono accedere al fondo perduto, disponendo l’aumento del volume d’affari 2019 delle attività coinvolte da 10 a 15 milioni. Mentre entrano in gioco, per il confronto utile alla stima delle perdite, anche i periodi aprile 2010-marzo 2021 rispetto a dodici mesi prima. Tutte le forme di indennità erogate a imprese e lavoratori autonomi risulteranno peraltro escluse dalla base imponibile. Anche in questo caso si tratta di un’innovazione frutto del confronto parlamentare. E’ stato quindi esteso di 40 milioni di fondo per le imprese costrette a chiudere per il Covid nel 2021. Contributi specifici riguarderanno, infine, per 60 milioni, le imprese dei segmenti “wedding” feste e cerimonie. Altri 50 milioni arriveranno alle aziende fieristiche e alle società di logistica e allestimento, mentre 100 milioni sono le risorse stanziati per aiuti, sempre a fondo perduto, destinate alla ristorazione collettiva. Contributi sono stati peraltro assegnati, sempre in prima lettura, anche al settore degli operatori turistici, alle città d’arte e a quelle portuali.  

La commissione Bilancio ha, poi, riprogrammato le principali scadenze fiscali dei prossimi mesi per autonomi e professionisti. I versamenti Irpef, Irap e Iva dei contribuenti soggetti agli indicatori Isa (e di quelli in “regime forfettario”) slittano al 15 settembre , senza maggiorazioni (è il cosiddetto “agosto senza tasse”).


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