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Luca Zaia

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Non si può dire che il successo elettorale del leghista Luca Zaia alle regionali 2020 sia stato solo un effetto dell’aiuto ricevuto dalle televisioni locali. Ma sicuramente ha beneficiato della trasmissione in diretta, quasi a reti unificate, delle conferenze stampa quotidiane che dal febbraio di due anni fa sono andate in onda dalla sede della Protezione Civile di Marghera. Seguitissimo dal pubblico, soprattutto nei momenti più drammatici della pandemia, Zaia è riuscito a creare un rapporto diretto con i cittadini che lo ha visto crescere in consensi personali nei numerosi sondaggi seguiti all’elezione per la terza volta a governatore del Veneto. Si è trattato di un laboratorio di creazione del consenso che ha dato i suoi frutti, con la disponibilità degli editori delle emittenti.

Adesso la Regione Veneto ha deciso di ricambiare. E ha stanziato due milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico delle emittenti, una specie di manna nel momento in cui esse devono affrontare i problemi legati alle nuove regole del digitale terrestre. Nel bel mezzo delle vacanze natalizie è apparsa la pubblicazione di quello che sicuramente è un bel regalo che gli editori si sono trovati sotto l’albero. Il 21 dicembre il direttore della Direzione industria, artigianato. commercio, servizi e internazionalizzazione delle imprese ha firmato una delibera che è stata pubblicata il 31 dicembre sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto. Contiene le graduatorie definitive del bando di gara che era stato anticipato il 28 settembre da una delibera di giunta presentata dall’assessore Roberto Marcato, che si occupa di attività produttive.
Il 23 novembre una prima istruttoria aveva ammesso tutte le 11 domande presentate. Ad esse se ne è aggiunta in extremis una dodicesima. Sono state tutte ritenute idonee. E quindi premi per tutti da parte della Regione Veneto.

Ovvio che dalla delibera non può emergere la natura di premio-fedeltà, ma proprio i riferimenti al Covid dimostrano come le elargizioni tengano conto del servizio reso dalle emittenti private. La premessa rimanda alla evoluzione del comparto televisivo locale che “dovrà necessariamente adattare i sistemi di messa in onda e di gestione del segnale alle nuove tecnologie di trasmissione”. Si spiega che “il processo di transizione rischia di danneggiare un comparto la cui rilevanza riveste contorni di carattere non solo prettamente economico: le emittenti televisive locali, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel garantire l’adeguata copertura informativa del territorio, fornendo un servizio a tutta la collettività e consentendo alla popolazione di fruire di un’informazione in linea con i principi del pluralismo, della diversità culturale e della valorizzazione delle realtà locali”.

Ecco la pandemia: “Tutto ciò assume estrema rilevanza in relazione all’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19, contesto nel quale le emittenti televisive regionali hanno dimostrato di essere uno strumento estremamente importante per garantire la corretta diffusione delle notizie e un costante aggiornamento sulle misure adottate per far fronte alla pandemia”. Eppure le emittenti “hanno subito forti riduzioni degli introiti pubblicitari, realizzando risultati economici fortemente negativi”. Quindi la Regione interviene con il bando che porta la data del 13 ottobre e che è stato licenziato in tempi rapidissimi, con un’istruttoria che prevede una copertura del 90 % della spesa di ammodernamento delle strutture che devono passare al digitale terrestre.

A parte qualche minima eccezioni, gli importi raggiungono il massimale del bando, rispetto ai progetti presentati. Le fette maggiori vanno ai due gruppi leader in Veneto. Il network Medianordest di Filippo Jannacopulos ha ottenuto un doppio finanziamento, visto che si è presentato con due società diverse. Ammesso un investimento di 450 mila euro e liquidati contributi per 405 mila euro a favore di Teleradio Diffusione Bassano, editrice di Antenna 3 Veneto, Rete Veneta e TNE Telenordest. Altri 48.615 euro sono andati a Telequattro dello stesso editore. Una stessa somma di 405 mila euro va al secondo polo informativo, Videomedia Spa, che controlla TVA Vicenza (degli industriali vicentini) e Tele Chiara (acquistata una decina di anni fa dalla Conferenza Episcopale Triveneta).

Questi gli altri contributi: Tele Venezia 54.000 euro, Telecittà 50.388, Telearena 180.000, Canale Italia 180.000, Telepadova 109.800, Editrice TNV (Telenuovo Retenord) 270.000, Telebelluno (Telebelluno Dolomiti e Teledolomiti) 135.000, Triveneta (TV7 Triveneta Network) 135.000, Sportinvest (Cafè Tv 24) 27.196 euro. In totale gli investimenti richiesti erano pari a 3 milioni 70 mila euro, ne sono stati ammessi per 2 milioni 252 mila euro e saranno erogati 2 milioni di euro.


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