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Dubbi sull’autonomia? «Dobbiamo sempre attendere la fine di questo lavoro, c’è stata una svolta radicale, nel senso che anche il ministro ha accettato l’impostazione di fondo della Campania, cioè prima di parlare di autonomia definiamo i lep per tutti i cittadini italiani. Definiti questi possiamo definire tutto il resto, questa è una acquisizione di grande rilievo da parte di Calderoli, dobbiamo dargli atto, poi ovviamente dobbiamo vedere la discussione di merito».

È Vincenzo De Luca raggiante che esulta come per un gol all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare. Ieri alla sede delle giunta regionale della Campania confronto “costruttivo” tra il governatore e il ministro leghista per gli Affari Regionali e le Autonomie.

«Mi pare che Roberto Calderoli abbia accettato questa impostazione volta alla concretezza – rimarca De Luca –, noi siamo da decenni a parlare di autonomia, di Sud e decentramento ma abbiamo prodotto solo carte, quindi se riusciamo a produrre qualche risultato vuol dire abbiamo dimostrato capacità di governo a livello nazionale e non solo».

I SETTE PUNTI

Una piattaforma di 7 punti, 7 funzioni che possono essere trasferite immediatamente dallo Stato alle Regioni senza dover cambiare la Costituzione e che permetterebbero una “sburocratizzazione” necessaria al Paese. È la proposta presentata da De Luca al ministro. Questi i punti sui quali De Luca propone di trasferire la competenza alle Regioni: pareri ambientali per opere ricadenti nel territorio della regione; impianti energetici; piani paesaggistici (con parere del Ministero solo se sono compresi beni paesaggistici); trasformazione urbanistica ed edilizia; portualità; insediamenti produttivi e Zes; silenzio-assenso e silenzio devolutivo. «Sono interventi di semplificazione che modernizzano l’Italia nell’interesse di tutto il Paese – ha spiegato De Luca – poi è responsabilità del ministro valutare».

IL PIANO VIA SOCIAL

Ma prima del confronto è andato in scena (questa volta registrato) il monologo del venerdì su Facebook del presidente campano che ha messo in risalto «due fatti politici di grandissimo interesse». Quali? «Il primo riguarda la modifica nel riparto del fondo sanitario nazionale e poi una evoluzione sul tema della autonomia delle regioni su cui si sta discutendo da qualche settimana».

Partiamo dalla fine, ovvero del resoconto dell’incontro tra governatore e ministro sintetizzato da un punto stampa presso Palazzo Santa Lucia.

DE LUCA: «UNITÀ PER MODERNIZZARE L’ITALIA»

«Ringrazio la presenza del Ministro Calderoli, ancor più per il fatto che sono state assunte decisioni di grandissimo rilievo per collocare il tema dell’autonomia differenziata su un piano rispettoso dell’unità nazionale e dei valori di solidarietà nel nostro Paese» esordisce De Luca.

«La problematica principale da noi segnalata negli ultimi anni riguardava la definizione dei Lep come atto pregiudiziale a una discussione di merito sul tema. Abbiamo fatto con rigore quella battaglia ed è merito del Ministro Calderoli aver assunto una decisione importante, con coraggio politico e onestà intellettuale, nel momento in cui ha deciso di lavorare alla definizione dei Lep, fissando un tempo preciso, ossia entro i sei mesi. Quest’atto di coraggio ci consente di lavorare in un clima di serenità e ragionevolezza. Ci presentiamo offrendo un esempio di unità nazionale; contemporaneamente, ci presentiamo come impegnati a modernizzare l’Italia. Sappiamo tutti che il nostro Paese è inefficiente, non è all’altezza delle domande dell’economia, ha mille strozzature burocratiche. Un autonomismo corretto e serio consentirebbe all’Italia di reggere la competizione mondiale e dare respiro alle forze produttive del nostro Paese. Se non risolviamo questo problema del divario Nord-Sud, alla fine tutto questo peserà sul sistema Italia e sulle aree avanzate: nel momento in cui la base fiscale del nostro Paese sarà inferiore rispetto a quella degli altri Stati, tutto ciò graverà sui produttori di ricchezza».

CALDEROLI: «RISPOSTE ENTRO I PRIMI 2-3 MESI»

«La visita in Campania non è stata casuale e nasce da una serie di confronti, e anche da uno scontro, che ritengo assolutamente utile per aver evidenziato quelle che erano le lacune o gli aspetti mai affrontati nel campo dell’autonomia differenziata» dichiara il Ministro Calderoli. «Il tema dei Lep che oggi ci troviamo ad affrontare non è soltanto relativo alle 23 materie inizialmente individuate, ma a tutte le materie contenute nel comma 2 dell’art. 117 della Costituzione, mai definite da nessuno. Se parliamo di sperequazioni e di velocità diverse, dobbiamo necessariamente definire questi parametri. Ho accettato questa sfida: sono sempre stato accusato di aver voluto accelerare questa sfida, ora dovrò essere il rallentatore. Voglio dare al Governatore De Luca risposte entro i primi 2-3 mesi».

Calderoli getta poi acqua sul fuoco del polemiche. «Un altro sud è possibile? Io credo che debba essere possibile, ci credo e vorrei che tutti ci credessero. Le potenzialità devono essere messe nelle disponibilità di tutti e i più capaci e bravi ad amministrare e a decidere devono essere messi in condizione di poterlo fare – ha sottolineato – Il Paese è fatto di nord, centro e sud, deve viaggiare insieme e ci si augura tutto alla velocità elevata – dice Calderoli – Il nord non può permettersi di lasciar dietro il sud e il sud non può permettersi di non sviluppare le potenzialità che ha».

«Possibili ostacoli? Va trovata la quadra con tutte le Regioni – ha aggiunto il ministro – poi il secondo round sarà confrontarsi con i vari ministeri che hanno gestito quelle competenze e risorse, non li vedrò entusiasti nel fatto di cedere competenze e risorse. Siamo solo al primo tempo della partita».

SANITÀ

Prima del vertice istituzionale il governatore ha presentato il suo piano via social. «Grazie alla modifica del riparto del fondo nazionale sanitario la Campania recupererà quasi 200 milioni di euro all’anno» ha sottolineato De Luca, e ha subito aggiunto: è stata «affermata la linea proposta dalla Regione».

«In buona sostanza – spiega – prima di discutere di autonomia bisogna definire i livelli essenziali delle prestazioni, i lep. Cioè definire per ogni regione le prestazioni essenziali che vanno erogate in maniera uguale per tutti i cittadini italiani. Una volta definiti i lep è possibile andare oltre la spesa storica». Roberto Calderoli? «Ha fatto una scelta importante: definire i lep in sei mesi e ha accettato, è nostra ipotesi, di fare ricorso alla burocrazia zero», ma è «stata accettata anche la posizione della Campania su sanità e scuola non frantumare il sistema scolastico e non determinare contratti regionali per il personale medico».

Si parte dalla divisione dei fondi. Quel riparto, ricorda De Luca, «è una battaglia che stiamo facendo anni, da oltre un decennio. Il riparto del fondo sanitario penalizzava la Campania a cui venivano sottratti oltre 200miloni di euro ogni anno. C’era una vecchia legge che prevede che nel riparto si dovesse tenere conto di tre criteri: l’età anagrafica della popolazione regionale, l’aspettativa di vita e la deprivazione sociale. Per oltre un decennio nel riparto è stato adottato solo il criterio dell’età anagrafica e siccome la Campania è quella con la popolazione più giovane di Italia è stata penalizzata. Gli altri due criteri sono stati ignorati al punto che due anni fa abbiamo dovuto fare ricorso al Tar per mettere in mora il governo che non applicava correttamente i criteri del riparto. Per la prima volta dopo battaglie durissime è stato acquisito il fatto che il riparto deve tenere conto d tutti e tre i criteri».

Per De Luca si tratta di «un passo in avanti straordinario anche se non siamo ancora alla media nazionale siamo ancora al di sotto di 20-30 euro pro capite».

REGIONALISMO

De Luca poi subito rilancia: «Al ministro Calderoli proponiamo formalmente un documento che chiamiamo burocrazia zero: vale a dire sburocratizzare alcune materie che possono essere trasferite alle Regioni da subito. Ci sono decisioni che possono essere prese a Costituzione invariata nel campo degli impianti energetici, ad esempio, i pareri possono essere riservati esclusivamente alle Regioni».

E ancora: «Ci sono decisioni che possono essere prese a Costituzione invariata, nel campo degli impianti energetici, ad esempio, i pareri possono essere riservati esclusivamente alle Regioni». De Luca cita anche altri settori come quello dei pareri ambientali, i piani paesaggistici, la trasformazione urbanistica, la portualità come gli insediamenti produttive e le zes.


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