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Renato Brunetta

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Ora o mai più. La rivoluzione è in corso nei cinque anni che cambieranno volto all’Italia. E il 2022 è l’anno cruciale per attuare il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). «Adesso c’è un’occasione: i 191 miliardi di euro del Pnrr, più gli altri fondi nazionali aggiuntivi da 30 miliardi. Il Pnrr è un contratto: soldi in cambio di riforme. Una sfida entusiasmante». E per questa grande occasione da non farsi sfuggire, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta” “invia” un esercito di 600 professionisti per supportare gli enti locali nella sfida per una svolta storica per l’Italia e, in particolare, per il Mezzogiorno.

Il Pnrr «è una grande occasione per cambiare il Paese» e il piano Ue «è un contratto ‘ti do i soldi se fai le riforme’, se cambia questo Paese e adesso ci stiamo misurando su cosa fare» osserva Brunetta, intervenendo all’iniziativa “Italia Domani-Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” in corso a Venezia alle Procuratie Vecchie, sottolineando che servirà l’impegno di tutti, pubblico e privato. «I soldi pubblici non bastano: servono risorse private che si inseriscano nei solchi delle risorse pubbliche e le moltiplichino. Il Pnrr è la molla ma poi tutto dipende da chi c’è», afferma ancora.

«Per sostenere le Regioni, le Province e i Comuni a gestire e ad attuare i progetti Pnrr abbiamo creato una Piattaforma di servizi con Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e MedioCredito Centrale. Una Piattaforma che ha una potenza di fuoco di oltre 600 professionisti che saranno messi subito a disposizione degli enti per accelerare sulla realizzazione degli obiettivi» ha annunciato il ministro nell’Auditorium “The Human Safety Net” alla presenza del padrone di casa, Philippe Donnet, amministratore delegato di Assicurazioni Generali, del ministro dell’Economia, Daniele Franco, del ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro e del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

«Il Governo vuole far funzionare bene questa trincea. Con tutto il capitale umano, gli investimenti e il riconoscimento pubblico necessario» ha tenuto a sottolineare il ministro. Il capitale umano, infatti, è al centro dell’azione di Renato Brunetta. «Ricordo una frase del presidente Mattarella, che parlava dei ‘volti della Repubblica’. Di chi erano? Dei medici, degli infermieri, delle forze dell’ordine, dei burocrati al lavoro per continuare ad assicurare risposte ai cittadini – ha spiegato – Il pubblico, questo tanto bistrattato pubblico, è stato il perno fondamentale della nostra capacità di tenuta durante la pandemia. Io ne ho preso e ho deciso che dovevamo investire nel capitale umano pubblico. Serve alle città, ai comuni, alle province, alle regioni».

Oggi più che mai costruire la base economica è fondamentale per i territori. «La base economica porta mantenimento della cultural heritage, reddito, cultura, giovani, inclusione, solidarietà. Porta pluralismo, libertà, democrazia. Tutto si tiene – spiega Renato Brunetta – Questa è la storia che mi piacerebbe vivere tutti insieme: il Pnrr è la molla, poi tutto dipende dalla nostra capacità di moltiplicare gli investimenti».

Il ministro ha poi spiegato che «l’Europa era nata per spendere solo i contributi degli Stati senza poter fare debito» ma che «con la pandemia si è cambiato paradigma, si è deciso che anche l’Europa potesse e dovesse indebitarsi. Così è nato il Next Generation Eu. Non penso sia il caso di smontare il vecchio Next Generation Eu per riallocare quelle risorse. Mi chiedo se non sia, invece, il caso di lanciare un Next Generation Eu 2 e rafforzare l’Europa, da soft power a hard power. È un’altra sfida: pensare a un ulteriore elemento di investimento e indebitamento per rafforzare l’Europa e farla diventare un soggetto politico-istituzionale che sia modello per il mondo» ha concluso Brunetta.


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