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Come le disgrazie, i ‘cigni neri’ non vengono mai soli. È il secondo in pochi anni: dopo il Covid, la guerra in Europa (andando più in là nel tempo, il ‘cigno nero’ della Grande recessione fu più che altro un ‘cigno grigio’, dato che, col senno di poi, si poteva prevedere). Oggi, mentre stavamo uscendo dal tunnel della pandemia, è arrivata, ritmata dai tamburi di guerra e macchiata dal sangue delle vittime, l’invasione russa in Ucraina.

La guerra ci ha forse fatto mettere in sordina le preoccupazioni per il Covid (chiodo scaccia chiodo…). Ma queste sembrano tornare, adesso che ha ripreso ad aumentare il numero dei nuovi contagi. Questo aumento non è limitato all’Italia. Anche per la media (ponderata per il numero di abitanti) degli altri 12 Paesi europei più popolosi si nota un analogo aumento dei casi. Quest’ultimo aumento è trainato dalla Germania: un Paese – ex primo della classe – che condivide oggi con un altro ex primo della classe – la Corea del Sud – il poco invidiabile primato del più alto numero assoluto di contagi nel mondo.

Non è facile assegnare una causa a questa ripresa del Covid, dopo un periodo di continua discesa che faceva pensare a una malattia in via di estinzione, o quanto meno al passaggio dalla pandemia all’endemia. La coralità di questo ritorno dei contagi fa pensare a due possibili cause: la prima sta nella ‘stanchezza da restrizioni’ – una ‘fatica’ che si nota in tutti i Paesi – che ha fatto abbassare la guardia. La seconda sta in una nuova variante – o sottovariante dell’Omicron – ancora più contagiosa dell’Omicron 1.0, di cui ci sono state avvisaglie in giro per il mondo.
Comunque, per quanto riguarda l’Italia, altri dati vanno a ridimensionare l’allarme.

A partire da dicembre il SARS-Covid-19, nella nuova variante, non ha tardato a dilagare. Ma, a partire da metà gennaio, l’onda ha iniziato a rifluire, anche se, con il consueto ritardo, i nuovi morti per un certo periodo sono andati ancora crescendo (bisogna calcolare un intervallo di 2-4 settimane fra il contagio e gli esiti letali). Mette conto notare, comunque, che in precedenza i decessi erano aumentati molto meno dei nuovi casi di Covid. È consolante osservare che la recente ripresa dei contagi si accompagna a una continua discesa delle ospedalizzazioni e dei morti. Certo, bisognerà aspettare i dati sui decessi a venire, dato il ritardo di cui sopra. Ma l’andamento in discesa delle ospedalizzazioni, che hanno molto meno ritardo rispetto ai contagi, promette bene. In conclusione, l’Omicron si conferma come una variante molto più trasmissibile ma molto meno pericolosa.


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