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Viaggia anche sull’alta velocità – quella “vera” come l’ha definita il presidente del Consiglio, Mario Draghi – la riduzione delle distanze e dei divari tra le due Italie. E la riduzione dei tempi di percorrenza tra Roma e Reggio Calabria a 4 ore, rispetto alle attuali 5, “missione” affidata alla nuova Salerno-Reggio Calabria, va in questa direzione.

L’infrastruttura, finanziata in parte con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e in parte con quelle del Fondo complementare, consentirà ai treni di raggiungere in media una velocità tra i 250-300 chilometri all’ora.

Di fronte alla commissione Lavori pubblici del Senato l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi, Vera Fiorani, ha illustrato l’opera, dalla genesi ai criteri che hanno portato alla scelta del corridoio autostradale tra le quattro alternative progettuali (che contemplavano anche il corridoio tirrenico, il tirrenico-ionico e lo ionico) individuate per realizzare il collegamento Av tra Salerno e Reggio Calabria, tra cui il taglio di tempi di percorrenza, l’accessibilità da parte dei territori circostanti, il superamento dei vincoli infrastrutturali per il traffico delle merci e la sostenibilità del progetto.

«Abbiamo identificato un’infrastruttura che sia in grado di raggiungere tra i 250 e 300 chilometri orari come risposta tecnica all’obiettivo di arrivare alle 4 ore, c’è un  punto singolare in cui la velocità si riduce nei pressi di Praia e si ferma a 160 chilometri – ha spiegato l’ad – Ci muoviamo all’interno di una pendenza del 12 per mille, posizionandoci sulla pendenza massima che garantisce l’efficienza del servizio di trasporto merci, non crea extra costi nell‘esercizio della funzione di trasporto e realizziamo un modulo di linea di 750 metri, i treni lunghi possono quindi percorre questa linea». Inoltre il tracciato «massimizza l’accessibilità», in quanto, ha sostenuto, consente di arrivare più facilmente alla linea ferroviaria dai territori limitrofi e «rende minimi gli impatti sui territori attraversarti». 

Il costo dell’opera, secondo lo studio di fattibilità di prima fase, è di 22,8 miliardi per un tracciato lungo 445 chilometri e diviso in sette lotti funzionali: Salerno-Battipaglia (il lotto zero), Battipaglia-Praia, Praia-Tarsia, Tarsia-Cosenza, Cosenza-Lamezia Terme, Lamezia Terme-Gioia Tauro, Gioia Tauro-Reggio Calabria. Il lotto zero, ovvero Salerno-Battipaglia, e una parte del lotto uno, Battipaglia-Praia, sono in comune con l’altro investimento del Pnrr, la Battipaglia-Potenza Taranto. I sette lotti, «una volta completati, saranno in grado di produrre un beneficio anche singolarmente», ha sottolineato Fiorani.

«Con i lotti due e tre, con l’aggancio su Tarsia ci si ricollega alla linea che porta a Crotone», ha affermato Fiorani evidenziando come «siano netti i collegamenti con l’altro versante dello Stivale» e i vantaggi in termine di accessibilità da parte dei territori circostanti.

Si “parte” con i lotti uno e due. «Seguendo la logica di aggredire a piccoli morsi un oggetto così grande, abbiamo identificato la priorità di realizzazione in relazione ai benefici che si ottengono», e i lotti Battipaglia-Praia e Praia-Tarsia, sono quelli che assicurano i «benedici più elevati»: il primo «consente un recupero di percorrenza tra Villa San Giovanni e Reggio di quaranta minuti e verso Potenza di venti minuti. Il lotto due produce un recupero importante verso Sibari, Crotone e Potenza, fino a 90 minuti. Ci muoviamo, quindi, non solo sulla Salerno-Reggio Calabria – ha sottolineato l’amministratore delegato di Rfi – ma si facilita l’accessibilità a località che non sono sull’infrastruttura».

I lotti in questione, insieme alla nuova galleria Santomarco, compongono «il pacchetto delle opere finanziate e in fase di contrattazione con Rete». «Realizziamo anche la “virgola” che consente di collegare il primo lotto alla Battipaglia-Potenza-Taranto: fa parte dell’investimento finanziato», ha poi aggiunto.

La galleria è «strategica», ha spiegato Fiorani, in quanto «consente l’aggancio alla linea adriatica» che «è il pezzo dell’infrastruttura italiana su cui avviene il più importante transito delle merci nazionali da Sud verso Nord e viceversa». Lunga 15 chilometri, avrà un doppio binario, «secondo gli standard tecnici di interoperabilità europei, con un costo di 1,2 miliardi. Si tratta – ha sottolineato Vincenzo Macello, direttore Investimenti di Rfi – dell’opera principale che potrà consentire finalmente il trasporto delle merci e dei treni lunghi e con la sagoma Pc/80 dal porto di Gioia Tauro».

Tempi e cronoprogramma: «Dobbiamo completare la fattibilità tecnico-economica dei lotti finanziati entro la fine dell’anno. Completeremo il resto dell’opera dei lotti entro giugno dell’anno prossimo. Dobbiamo concentrarci su quello che abbiamo finanziato – ha spiegato l’ad – nell’aspettativa che poi proseguiranno i finanziamenti e quindi dobbiamo essere pronti ad avere la fattibilità tecnico-economica e anche il resto».

L’«ossessione dei tempi» imposta dal Pnrr, intanto, porterà Rfi a valutare e usare tutte le «opportunità che ci vengono dalle norme», ha affermato Fiorani, riferendosi in particolare al decreto Semplificazioni appena varato dal governo e, ad esempio, alla «possibilità poter di poter lanciare la gara sulla fattibilità tecnica-economica»: «È una delle ipotesi possibili che stiamo positivamente valutando per il guadagno di tempo che comporta. Ma la decisione non è ancora stata presa».


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