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Conte durante una riunione con le Regioni

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Lo studio del nuovo Dpcm richiede tempi più lunghi. Per questo, è stata aggiornata domani mattina alle 9 la riunione convocata stamattina dal ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia con Regioni Anci e Upi; in collegamento è stato presente anche il ministro della Salute Roberto Speranza. Oltre ai presidenti di Regione erano presenti del presidente dell’Anci Antonio Decaro e dell’Upi Michele De Pascale.

Dopo tre ore esatte di discussioni, il confronto è stato aggiornato, per consentire ai presenti ulteriore riflessioni in vista di una nuova stretta nella strategia di contrasto alla diffusione del virus.

«Il documento dell’Istituto Superiore di Sanità e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente», ha detto Boccia nel corso dell’incontro.

«Se un RT supera un certo livello – oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 – allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico. Per questo non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di RT in ogni regione». 

È possibile già lunedì il varo di un Dpcm con nuove misure restrittive per arginare il contagio da coronavirus. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiamato i Presidenti delle Camere Casellati e Fico, rappresentando la volontà del governo di avere già lunedì, se possibile, un confronto parlamentare in vista di un nuovo provvedimento che il Governo intende adottare già lunedì sera, si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Si tratta di un’accelerazione rispetto alla tabella di marcia che sembrava concretizzarsi. Nei giorni scorsi si è discusso soprattutto di chiusure regionali mirate, in modo da evitare un nuovo lockdown su scala nazionale. L’ipotesi è chiudere le città e le aree più colpite in modo da scongiurare costi eccessivi per l’economia. Aziende e industrie, questa volta, non dovrebbero chiudere.

Conte dovrebbe fare comunicazioni sulle nuove misure contro il covid lunedì. A quanto si apprende si sta cercando di far svolgere le comunicazioni alla Camera alle 12 e al Senato alle 17. ll presidente del Consiglio ha poi contattato i leader delle opposizioni invitandoli a indicare un rappresentante delle rispettive forze politiche in modo da instaurare già domenica un tavolo di confronto permanente con il Governo.

In una nota congiunta Salvini, Berlusconi e Meloni hanno però definito l’offerta un «ravvedimento tardivo», ribadendo che per loro il luogo per il confronto è il Parlamento. Il centrodestra – affermano i tre leader in una nota congiunta è sempre stato a disposizione dell’Italia, ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana».

Il nodo scuola

Lezioni in presenza fino alla seconda media e didattica a distanza dalla terza media a tutte le scuole superiori. È questa la mediazione a cui si sta lavorando nel governo e in maggioranza, a quanto si apprende, dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi sulle nuove misure anti-covid per la scuola. L’ipotesi, hanno riferito alcuni partecipanti alla riunione di governo di ieri pomeriggio, sarebbe stata avanzata dallo stesso premier e offerta al confronto con i ministri. Conte ha assicurato che il governo «difenderà finché potrà la didattica in presenza».

I territori a rischio

Il governo ha ricevuto da parte del Comitato tecnico scientifico indicazioni specifiche su quei territori che al momento presentano maggiori criticità e necessitano di ulteriori misure restrittive rispetto al quadro normativo attuale, una richiesta presentata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, al termine della riunione di ieri pomeriggio tra il presidente del consiglio e i capidelegazione, che era stata allargata anche al presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, al coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, e al commissario all’emergenza, Domenico Arcuri.

Durante l’incontro, c’è stato un ampio confronto nel corso del quale gli esperti hanno fornito l’interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell’Iss presentato venerdì. Sono stati analizzati dettagliatamente lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità.


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