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Sergio Mattarella

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Sette votazioni, una ventina di nomi (tutti di altissimo profilo istituzionale) presi e buttati nella mischia e puntualmente bruciati ben prima di essere messi al voto, partiti politici che si spaccano, coalizioni che si spaccano, tutto per poi tornare al via e implorare il buon vecchio Sergio Mattarella di fare il sacrificio e diventare il secondo presidente a fare il bis dopo Giorgio Napolitano.

L’ottava votazione è, quindi, quella buona, quella che vedrà l’Italia festeggiare il suo nuovo o vecchio presidente della Repubblica. Quasi tutto l’emiciclo, unico a votare contro sarà Fratelli D’Italia di Giorgia Meloni, fedele alla sua politica di opposizione e orgogliosa interprete di una partita che, stando ai sondaggi, la vedono in questo momento vincente in un centrodestra che sembra essere caduto a pezzi con la leadership di Matteo Salvini, mai del tutto accettata dalla coalizione, che di fatto subisce un pesante colpo.

A sinistra tutti contenti, con Enrico Letta che ha giocato di rimessa rispedendo al mittente tutti i nomi proposti e fornendo la corda con cui gli avversari hanno poi costruito la debacle culminata nello schiaffo morale alla seconda carica dello Stato, ossia Elisabetta Alberti Casellati che al momento della propria candidatura ha ottenuto meno voti di quelli potenzialmente a disposizione del centrodestra. Ma non solo il Pd anche Matteo Renzi, Leu e tutti i gruppi che ruotano nell’orbita della sinistra sorridono alla scelta di Mattarella.

Paradossalmente adesso si scopre che anche il Movimento Cinquestelle considerava Mattarella la scelta giusta, pur tenendo il suo nome (per usare le parole del presidente Giuseppe Conte) di riserva in caso di emergenza. Ma non è tutto ora quel che riluce e se di facciata Conte presenti un bel sorriso in realtà il Movimento al proprio interno è agitato da forti tensioni con il ministro Luigi Di Maio, ex coordinatore del Movimento, che è ancora il punto di riferimento dei gruppi parlamentari e non solo e che in verità ha una propria linea non proprio convergente con quella di Conte, senza contare l’incidente di Elisabetta Belloni con il nome del capo dei servizi segreti, molto caro a Di Maio, bruciato per l’eccessiva fretta comunicativa di Conte stesso e di Salvini.

Molto soddisfatte le Regioni che all’uscita dall’incontro con Mattarella hanno chiarito con il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga che «la gran parte delle Regioni chiede stabilità per affrontare l’emergenza pandemica e l’emergenza economica. Serve unità delle istituzioni», e pertanto il Mattarella bis è la garanzia della prosecuzione di un cammino già avviato con l’insediamento del governo Draghi.

In prima serata, quindi, andrà in onda a reti unificate lo show dell’elezione del presidente della Repubblica con il corollario della resa della politica partorita dalla cosiddetta Seconda Repubblica che per la seconda volta consecutiva si dimostra incapace di trovare una sintesi al di là delle rispettive linee politiche.

Non dovrebbero, comunque, esserci sorprese, l’unico dubbio dovrebbe essere legato solo a quale sarà l’entità della valanga di voti a favore di Mattarella.


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