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Stefano Bonaccini e Giorgia Meloni

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VALE oltre due miliardi il decreto varato dal governo con le misure per fronteggiare l’emergenza nelle zone dell’Emilia Romagna flagellate dal maltempo. Una prima risposta, con un sforzo “corale” per la raccolta delle risorse necessarie, e all’insegna di una collaborazione tra i diversi livelli di governo, come conferma la presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, accanto alla premier Giorgia Meloni che ha illustrato di fronte sindaci dei Comuni, i rappresentanti delle parti sociali e imprenditoriali del territorio – e davanti alle telecamere allestite nella sala Verde di Palazzo Chigi – gli interventi approvati dal Consiglio dei ministri.

Si parte con due miliardi, si confida anche nel sostegno di Bruxelles, attraverso l’attivazione del fondo di solidarietà europea. Giovedì, nel corso di una visita sui luoghi più colpiti – annunciata da Bonaccini – la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, avrà modo di constatare i danni provocati dalla furia climatica. La ricostruzione richiederà uno sforzo ancora più importante. «Ancora non siamo in grado di quantificare tutte le necessità e i danni (solo per le infrastrutture la conta arriva a un miliardo), ma in passato interventi di emergenza e urgenza di 2 miliardi non si erano ancora visti. Nella situazione in cui si trova l’Italia oggi, trovare 2 miliardi in qualche giorno non è una cosa facile. Credo vada dato atto al governo di essersi dedicati all’emergenza con il massimo della concentrazione e della disponibilità», ha sottolineato Meloni.

Nel pacchetto rientra la sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti tributari e contributivi – cartelle esattoriali incluse – dal 1° maggio fino 31 agosto, e il differimento per i Comuni e le Province del pagamento dei mutui verso Cdp. Per le bollette, ha spiegato la presidente del Consiglio, «è già stata deliberata la sospensione del pagamento da parte di Arera ma c’è una norma che rafforza questa previsione». Si sospendono i termini dei procedimenti amministrativi, «compresi i concorsi». Per assicurare la continuità didattica viene messo in campo un fondo da 20 milioni e garantita «una certa flessibilità» sugli esami di maturità in base alle necessità degli istituti coinvolti: si stima siano 105 le scuole danneggiate e 150 mila gli studenti coinvolti. Didattica ed esami a distanza anche le università, si prevede l’esonero del pagamento delle tasse universitarie per gli studenti interessati dall’alluvione, mentre 3,5 milioni verranno impiegati per interventi di ripristino degli atenei danneggiati e a favore dei docenti e del personale tecnico-amministrativo.

Sul fronte dell’occupazione le aziende potranno fare ricorso alla cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, per cui il decreto stanzia fino a 580 milioni di euro. «La cassa integrazione emergenziale è uno strumento completamente nuovo, inventato in poche ore per dare risposte immediate, imparando anche da quello che non ha funzionato in passato – ha detto la premier durante l’incontro con i sindaci dei comuni alluvionati e le parti sociali – Tutti i ministri hanno messo creatività e determinazione. Penso che questo fosse il modo migliore di rispondere a un popolo e a un territorio che ci ha guardato con occhi di speranza, ma anche di determinazione e volontà». I lavoratori autonomi costretti a metter in stand by l’attività potranno contare su una tantum fino a 3mila euro, per una copertura che arriva fino a 300 milioni. I dipendenti pubblici delle zone colpite verranno ugualmente retribuiti anche se le condizioni contingenti non consentiranno loro di lavorare. Il provvedimento stabilisce inoltre un rafforzamento dell’accesso al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con previsione di un aumento della garanzia anche fino al 100%. Per quanto riguarda gli altri interventi, arrivano 700 milioni dal ministero degli Esteri per le imprese esportatrici. Si anticipa poi l’entrata in vigore della norma del Codice degli Appalti che consente la procedura di somma urgenza fino a 500mila euro per i territori colpiti.

«Siamo pronti a investire 1,7 milioni a favore di alcuni piccoli Comuni: si tratta di cifre che possono essere spese immediatamente» e che possono garantire la soluzione definitiva di alcuni problemi come il ripristino di alcune strade, ha spiegato il titolare del Mit, Matteo Salvini. Ci sono poi 75 milioni per le imprese agricole, 8 milioni per garantire l’operatività delle strutture sanitarie, il rifinanziamento del Fondo emergenze nazionali con 200 milioni di euro interamente destinati a questa emergenza, estrazioni straordinarie di Lotto e SuperEnalotto con la stessa finalità. Il ministero della Cultura ha previsto l’aumento temporaneo di un euro dei biglietti di ingresso ai musei: i proventi verranno impiegati per la messa in sicurezza e il restauro dei beni culturali danneggiati dal maltempo. Quello del Turismo, invece, mette a disposizione un fondo di 10 milioni per l’indennizzo delle aziende turistiche colpite, 5 milioni il ministro dello Sport per interventi di manutenzione delle infrastrutture sportive. Tra le forme di copertura di ulteriori provvedimenti ritenuti necessari, ci sono anche alcune proposte formulate dal ministero dell’Economia, come la vendita dei mezzi confiscati dall’agenzia delle Dogane. La premier ha sottolineato la volontà di dare «risposte efficaci e immediate» a una popolazione che ha dato prova di «grande determinazione, grande forza d’animo, grande volontà e grande orgoglio». «Quando le persone ci mettono del loro a maggior ragione bisogna essere alla loro altezza», ha rimarcato. Ma anche la necessità di un «lavoro di cesello per non discriminare nessuno e per non fare dall’altra parte interventi dove si spendono risorse non necessarie».

Resta in sospeso la nomina del commissario per la ricostruzione: non è un mistero che l’assegnazione dell’incarico a Bonaccini, come avrebbe voluto Meloni, non vada a genio al leader della Lega. Da qui la decisione di congelare la “pratica”. Il presidente dell’Emilia Romagna ha incassato bene per il momento: ha ringraziato la premier «per la velocità e lo sforzo», ammettendo di aver ottenuto «molto» di quanto era stato richiesto. Ha affermato che «non è importante il nome» ma «un modo di lavorare», auspicando che la designazione avvenga «entro qualche settimana». «Servirà una fase due, altrettanto veloce, che preveda ristori dei danni. Ma – ha evidenziato Bonaccini – soprattutto, così come fatto nel 2012 con il sisma, norme che consentano procedure speditive. Abbiamo bisogno, oggi come allora, di semplificazione per garantire interventi adeguati al bisogno di una ricostruzione che venga fatta bene e nel pieno rispetto della legalità».


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