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Giorgia Meloni

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La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha smorzato l’allarme sui venti di guerra: “Non è vero che il clima è cambiato, nessuno ha detto di metterci gli elmetti”


Prima di tutto Giorgia Meloni ha voluto mettere avanti: «Non condivido quella lettera e quegli auguri, conosce la mia posizione». Il riferimento è ai complimenti del premier ungherese Viktor Orban al presidente russo Putin per la vittoria alle elezioni. E ancora: «L’ingresso di Viktor Orban e del suo partito Fidesz nel gruppo Ecr non è all’ordine del giorno».

La presidente del Consiglio si presenta così per il consueto punto stampa a margine del Consiglio europeo. Si mostra prudente fin dalle prime battute, quasi a voler evitare polemiche. Le prime domande ruotano attorno a Vladimir Putin, ai rapporti del capo del Cremlino con Orban, all’ipotesi di difesa comune europea e alle imminenti elezioni europee da cui uscirà la nuova commissione Ue. A proposito qual è la posizione dell’inquilina di Palazzo Chigi rispetto al bis di Ursula von der Layen? «Questo è un tema che appassiona voi, il tema che appassiona me è per fare cosa. Ci sono dei candidati, gli europei voteranno e dopo il voto si vedranno quali sono i pesi. Ma se Ursula von der Leyen o chiunque altro, quale è l’Europa di domani? Io penso debba essere molto diversa da quella di oggi nel rapporto con la competitività, nell’approccio che deve essere molto meno ideologico, nella difesa dei confini, tutte cose che si stanno vedendo solo negli ultimi mesi».

Dopodiché si entra nel vivo del Consiglio europeo. Un vertice che ha avuto al centro le guerre e la difesa comune europea. Meloni la mette così: «Il ‘clima di guerra’ che ho letto su alcuni organi di stampa non è quello che ho visto. Certo siamo in un conflitto e nessuno affronta le questioni con leggerezza ma non ho visto un clima diverso rispetto ai precedenti Consigli, con preoccupazioni su possibili escalation, con un ‘mettiamoci l’elmetto in testa per combattere’ o i cittadini sono in pericolo». Capitolo difesa comune europea. «Resta il nodo delle risorse – fa sapere la premier – sono favorevole a rafforzare l’industria della difesa ma dobbiamo fare i conti con le risorse a disposizione. Tra le ipotesi, quella che riguarda la Banca europea di investimenti «trova molto consenso ma è un dibattito in divenire». In sintesi,

«Il clima era abbastanza sereno, sull’Ucraina si fanno tutti gli sforzi possibili e il Consiglio dà risposte. Anche l’Italia fa tutto quello che può e siamo molto molto convinti di quello che facciamo per costruire la pace e difendere il rispetto delle regole. Non è facile per nessuno ma ce la stiamo mettendo tutta». Al netto di tutto Meloni si dice «soddisfatta» dei risultati, perché «è stato un consiglio difficile e importante: ci sono molte delle proposte che l’Italia ha fatto. Bisogna solo continuare a lavorare in questa direzione». Una parte del dibattito e del confronto si è concentrata sul dossier agricoltura: «Siamo partiti con un testo che aveva già il nostro via libera con misure concrete, in tema di semplificazione delle politiche agricole e di comune lotta alla concorrenza; per noi è importante il riferimento alla proroga agli aiuti di Stato e questo riferimento è entrato nelle conclusioni grazie a nostro impulso, e lo considero un importantissimo passo avanti».

Quanto all’altro tema caldo europeo, vale a dire l’immigrazione, «negli ultimi mesi abbiamo ottenuto molti importanti risultati con un approccio pragmatico e serio, sul quale abbiamo piano piano e sempre di più portato i nostri partner ad ascoltarci». La strategia italiana, ha evidenziato, «non è più concentrata sulla distribuzione all’interno dei confini europei di migranti che entrano in Europa attraverso le reti di trafficanti, ma concentrando l’attenzione sulla dimensione esterna e collaborando con i Paesi d’origine e di transito».

Infine, un passaggio sul Pnrr: «Ad oggi, con tutte le difficoltà di avere il Pnrr più imponente tra i Paesi europei, penso che possiamo essere fieri del fatto che la Commissione dice che siamo la nazione che lo sta implementando con maggiore velocità» Evidente che poi che tutto questo si intrecci con le questioni interne. L’attivismo di Matteo Salvini che ogni giorno non fa mancare il suo distinguo e proprio oggi riunirà l’internazionale nera agli Studios di via Tiburtina. E poi la grana Santanché. La ministra del Turismo risulta essere indagata per truffa ai danni dell’Inps. E ormai si va verso la chiusura indagini. Un rinvio a giudizio che potrebbe innescare un rimpasto. O comunque non sarebbe salutare all’esecutivo nel pieno della campagna elettorale per le europee e le amministrative di giugno.


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