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Il Governo dell’Italia cancella retroattivamente il diritto Jure Sanguinis con un decreto basato su norme abrogate, scatenando indignazione tra gli italo-discendenti. Milioni rischiano di perdere la cittadinanza, nonostante il loro legame culturale e potenziale contributo.
Con il solito Decreto Legge del venerdì il Governo ha cancellato, con effetto retroattivo, un diritto consolidato in anni di storia, di inclusione, di cultura delle origini: il diritto alla cittadinanza Jure Sanguinis per gli italo-discendenti. È necessario ripercorrere, seppure brevemente, il presupposto normativo posto alla base del provvedimento del Governo. Il Decreto Legge del 28 Marzo 2025 n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di cittadinanza, può considerarsi ironicamente un capolavoro di civiltà giuridica, soprattutto in tema di retroattività.
RIFERIMENTI NORMATIVI ABROGATI
Di non minore rilevanza, nella premessa al dispositivo, è il richiamo a norme legislative e codicistiche formalmente abrogate. Risulta, infatti, di tutta evidenza come il Codice Civile del 1865 (Regio Decreto 25 Giugno 1865, n.2358) sia stato sostituito dal Codice Civile del 1942 (Regio Decreto del 16 Marzo 1942, n.262). Nondimeno, la Legge 13 Giugno 1912, n. 555, istitutiva del diritto di cittadinanza Jure Sanguinis, è stata integralmente abrogata dall’articolo 26 della Legge 05 Febbraio 1992, n. 91, che ha riformato i requisiti per il riconoscimento agli italo- discendenti della cittadinanza Jure Sanguinis. Le disposizioni abrogative dell’articolo 26 della Legge n. 91/1992 hanno riguardato anche la Legge n. 123 del 21 Aprile 1983.
CANCELLAZIONE RETROATTIVA DI DIRITTI CONSOLIDATI
Da queste premesse, ancorché improprie, è derivato l’impianto dispositivo del Decreto in argomento, che ha cancellato retroattivamente i diritti consolidati di cui alla Legge n. 91/1992, derogata in alcuni articoli fondanti e di grande valore etico e giuridico. L’entrata in vigore, il 01 Gennaio 1948, della Costituzione Repubblicana ha comportato la trasmissione dello “Jus Sanguinis” anche in linea femminile, ponendo fine ad una palese norma di natura discriminatoria.
MOTIVAZIONI GOVERNATIVE CRITICATE
È veramente triste, sotto il profilo etico, culturale, umano e giuridico, sostenere che il previgente assetto normativo avrebbe comportato, se perpetuato, una «crescita continua ed esponenziale della platea di potenziali cittadini italiani che risiedono al di fuori del territorio nazionale», oppure «un fattore di rischio serio ed attuale per la sicurezza nazionale…», assimilando i richiedenti la cittadinanza Jure Sanguinis al fenomeno dell’immigrazione clandestina e/o incontrollata e dimenticando che gli stessi soggetti, profondamente formati alle tradizioni degli avi, vanno alla ricerca delle loro radici ed inseguono legittimamente il sogno Italiano ed europeo.
Si fa un gran parlare di turismo delle radici, oppure di “tornanza” e “restanza” degli italo- discendenti, quale antidoto allo spopolamento dei borghi, oppure di apporto multiculturale, nello spirito di ricerca della cultura degli avi, che, in vari periodi storici, lasciarono le loro terre, le loro tradizioni, i loro affetti, per emigrare oltreoceano, alla ricerca del sogno “americano” e comunque per sfuggire alla miseria ed all’indigenza. Ci sono voluti anni, o meglio qualche secolo, per affermare, sul piano economico, culturale e sociale, i valori dell’italianità. La perseveranza degli avi, che, come dice una vecchia canzone calabrese, lasciarono i loro borghi per andare a lavorare “cu a catina u pedi” (con la catena al piede, ndr), ha generato progresso e prosperità nelle terre di emigrazione, alzando la bandiera dell’orgoglio italiano, con la creazione di migliaia di associazioni, diventate il sacrario della cultura e della tradizione italiana.
L’ITALIA CANCELLA IL DECRETO JURE SANGUINIS: MILIONI DI ITALO-DISCENDENTI A RISCHIO
Il risultato globale di questo processo migratorio è dato da ottanta milioni di italo-discendenti sparsi nel mondo, fieri della loro italianità, di un orgoglio ora cancellato da un decreto legge superficiale e privo dei requisiti di legittimità, formale e sostanziale. Di colpo, milioni di persone di discendenza italiana rischiano di perdere il loro “status civitatis” e di essere trasformati in cittadini extracomunitari, scippati della loro appartenenza genetica.
Incoerenti sono da considerare, pertanto, le riserve governative circa paventati pericoli per la sicurezza nazionale, essendo questi ragazzi, che giungono in Italia per conseguire la cittadinanza italiana Jure Sanguinis, soggetti pacifici ed inclusivi, portatori delle migliori tradizioni familiari e della cultura delle origini, il cui unico obiettivo è quello di sventolare il decreto di riconoscimento della cittadinanza italiana, la carta di identità elettronica, la tessera sanitaria ed il passaporto italiano, che consentiranno loro di viaggiare tranquillamente negli Stati dell’Unione Europea, alla ricerca di una collocazione lavorativa.
Questi ragazzi sono alfieri di nuovi apporti culturali, come, tanto per citare l’esempio argentino, il tango, l’asado, il rito condiviso della Yerba mate. Questi nostri borghi, soprattutto meridionali, solitamente disabitati e solitari, rivivono grazie alla presenza dei ragazzi, soprattutto sudamericani, che si sono meravigliosamente integrati nel tessuto sociale del borgo di residenza. Questi fenomeni d’integrazione evidentemente non sono pervenuti all’Ufficio Legislativo che ha esteso il Decreto Legge n. 36 del 28 Marzo 2025.
L’ITALIA CANCELLA IL DECRETO JURE SANGUINIS: SILENZIO DELLA POLITICA E APPELLO ALL’AZIONE
Il provvedimento pare non sia stato adeguatamente recepito, nella sua palese gravità, dalla politica e dalla stampa, che marcano un silenzio assordante. La revoca o la modifica del Decreto Legge n.36/2025 devono costituire, per il Governo e per il Parlamento, obiettivo prioritario, finalizzato alla garanzia degli istituti ordinamentali previgenti. Le comunità locali, i Sindaci devono porsi come il motore propulsivo a tutela di una legge ordinamentale, come la n. 91/1992, che costituisce, seppure suscettibile di modifiche, uno strumento di civiltà giuridica, che non può essere stravolto.
* Tullio Laino, dirigente medico dell’Asp di Cosenza dal 2001 al 2015.
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