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Luca Zingaretti, il Montalbano della fiction di Rai 1

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C’è un’industria attiva al Sud, è quella del cinema, ma non ha alcun peso di bilancio nel territorio.

È una fabbrica di quattrini, con un ricavo anche di cinque euro guadagnati per ciascun euro investito: accade in Sicilia, in Puglia, in Campania e nel distretto Calabria e Lucania dove squilla, sull’onda di prodotti internazionali quali The Passion, il marchio Sassiwood. 

Il ventennale caso del Commissario Montalbano con i suoi ascolti da finale dei mondiali è sempre sopra la media. Crea un prodotto da 8 milioni di euro, con un investimento regionale di soli 86.000.

Soldi, dunque, che non impegnano una strategia per realizzare – sul solco di quello che l’India ha realizzato a Mumbai – una fruttuosa Bollywood nel Mediterraneo. 

La Film Commission siciliana conta nell’ultimo anno investimenti per 1.125.000 euro per 18 e lungometraggi e 5 cortometraggi, e 252.11,41 per nove documentari con un moltiplicatore di guadagno pari – mediamente – a 5 a 1.

Caso recente è A Bigger Splash girato a Pantelleria per la regia di Luca Guadagnino: a fronte di un investimento regionale di 160.000 euro il film è costato 11 milioni di dollari.

Un indotto, quello dell’industria cinematografica, che ricade anche in termini occupazionali: i set tendono ad essere sempre più pieni di maestranze e professionisti locali, che numeri alla mano, totalizzano giornate di lavoro.

Novanta giorni di set a Palermo per la serie Rai Il cacciatore dei mafiosi e altrettanti sui Nebrodi per il film Sicilian ghost story, applaudito a Cannes. E si parla solo di quelli finanziati dalla film Commission: perché i blockbuster di Ficarra e Picone, per esempio, si avvalgono del supporto logistico ma non di quello economico, così come non regionali sono i milioni – quasi 10 – investiti per la biopic di Marco Bellocchio Il traditore su Tommaso Buscetta.

I numeri parlano in Puglia, dove nel 2016, a fronte di un investimento pubblico di 2 milioni e 100, la spesa preventivata nel settore raggiunge i 7 milioni e 3; milioni che sono diventati 13 nel 2017, con un investimento pubblico di 4 milioni e 6. Il bando pubblicato nel 2018 per il biennio 2018/2020, infine, prevede un investimento pubblico per 10 milioni, con un incremento delle richieste che già nel 2017 segnava un +160% rispetto al 2016.

Un set, la Puglia, per produzioni come Un nemico che ti vuole bene, Il bene mio, e L’agenzia dei bugiardi, solo per citare gli ultimi due anni, mentre le domande per le produzioni del nuovo anno vengono dal regista Matteo Garrone, dalla casa di produzione Palomar, e da Mediaset. L’Apulia Film Commission calcola inoltre che se nel 2017 le troupe impegnate in Puglia erano composte per il 26% da lavoratori pugliesi, la percentuale degli occupati locali nell’industria cinematografica è salita ben oltre il 50% nel 2018. 

Altra vera miniera d’oro è la Campania. Dalla film Commission regionale per il 2017 è stato stanziato un primo fondo di 4 milioni di euro a sostegno delle produzioni audiovisive, di cui 3 destinati a cinema e fiction televisive e un milione a documentari, cortometraggi e prodotti per il web. La norma regionale ha previsto ulteriori stanziamenti pari a 5 milioni di euro annui per il 2017 e il 2018: di questi, circa 2 sono destinati alla produzione di opere di interesse regionale.

Numerosissime le produzioni realizzate in Campania: solo per fare gli esempi di maggior successo degli due ultimi anni ricordiamo le fiction Rai Sirene, I bastardi di Pizzo Falcone, Rocco Chinnici. E i film Dogman, il successo di Matteo Garrone selezionato per gli Oscar, e poi Capri-Revolution, Napoli velata, Ammore e malavita, il cartoon Gatta Cenerentola, e ancora Il giorno più bello del mondo, La paranza dei bambini e, infine, L’amica geniale, attesissima per via del successo già avuto dalla tetralogia scritta da Elena Ferrante per e/o: uno share di oltre il 30%. C’è poi la lunghissima serialità, come quello di Un posto al sole, la soap opera ideata da Giovanni Minoli e trasmessa su RaiTre da ormai ventidue anni, quindi un altro best seller come Gomorra venduto in 190 Paesi.

Fanno squadra, infine, le film Commission di Lucania e Calabria, che con il bando Lu.Ca. mettono a disposizione due milioni di euro la prima, poco più di uno la seconda. Già nel 2016 l’impatto economico del cinema nella regione è valutato con un rapporto di 1: 2,28 tra finanziamento e spesa, con una spesa sul territorio di 1.848.000 euro, a fronte di un contributo regionale alle produzioni di 653.000 euro.

L’industria dell’audiovisivo ha prodotto film per cinema e tivù: da I moschettieri del Re a A’ Ciambra di Jonas Carpignano, dal corto di Claudio Santamaria The Millionairs alla fiction su Mimmo Lucano Tutto il mondo è paese.

Un dettaglio, rivelatore, sta in un ultimo titolo, che un po’ per scherzo un po’ sul serio laurea il Sud potenziale Bollywood d’Italia. È Sassiwood, lungometraggio girato a fine 2018 a Matera per la regia di Vito Cea e Vittorio Andrisani: un’esperienza che fa seguito a quella del corto del 2013 in cui il protagonista Sergio Rubini si chiedeva come fosse possibile disporre di un territorio come quello lucano e vederlo affollato di troupe in abiti di scena, che – il riferimento è al colossal The Passion di Mel Gibson del 2004, ma anche al Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini – venivano a Matera per cercare la Palestina, anziché Matera. E dire che la strada l’aveva trovata già un regista lucano: un certo Coppola, Francis Ford. Ricordando il nonno fu testimonial nel 2007 di uno spot sulla sua terra d’origine. Che era già un cinema.


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