X
<
>

Perché chi nasce a Bolzano deve avere più diritti di chi nasce a Catanzaro?

Condividi:
5 minuti per la lettura

Ma la parola autocritica non la conosciamo ? No! Non mi pare proprio. Ma andiamo per ordine. Negli ultimi giorni abbiamo assistito al solito refrain: “Speriamo che la pandemia non arrivi al Sud” . Emilio Tajani, il delfino di Berlusconi, ma anche il ministro della sanità Roberto Speranza ed il ministro degli affari regionali Francesco Boccia, solo per fare qualche nome, lo ripetono ogni giorno, facendo opera di diffusione dell’invito a stare a casa, a tutti ma in particolare ai meridionali, ancora meno contagiati dal Covid19.

Ma anche i grandi organi di informazione, carta stampata e reti tv nazionali, manifestano la loro preoccupazione: “perché si sa che li il sistema sanitario non reggerebbe. Se quello lombardo/veneto/emiliano -romagnolo sono andati in apnea, immaginate cosa accadrebbe se il virus si diffondesse con la stessa ampiezza anche al Sud. Sarebbe un’ecatombe”.

E tutti a concordare perché ”Si sa la sanità al Sud non è quella del Nord”.

Grazie molte per la preoccupazione che manifestate: la gente meridionale ringrazia. Bene ma qualcuno riesce a chiedersi anche come mai? È una condizione come essere bianchi o neri, con gli occhi azzurri o verdi, capelli biondi o scuri? Per cui si nasce così e quindi non si può fare nulla? Sembrerebbe dalle dichiarazioni che si parli di un evento dal quale non si può sfuggire, come un terremoto. Ma non mi pare che sia così. Vi sono perlomeno delle omissioni o peggio dei comportamenti che hanno provocato tutto ciò. E che hanno creato due Italie. Era questa l’idea di Stato alla quale pensavano i nostri padri? Era questo che pensavano i Mille quando vennero a “liberare “, anche con l’aiuto della mafia e della classe dominante aristocratica di allora, le lande del Sud desolato? Era questo che pensavano i nostri nonni quando furono mandati nella prima e nella seconda guerra mondiale a difendere i confini dell’Italia? Di avere una Costituzione, per cui era diverso nascere a Bergamo o a Brescia? Di diventare cittadini di serie B? E che sarebbe passato inosservato il fatto che ogni bambino nato a Reggio Calabria avesse diritto a meno, molto meno, dallo Stato per la propria sanità da chi nasceva a Trento?

No non è il destino crudele. Non dico nulla di particolarmente originale affermando che la colpa maggiore sia di chi ha governato il nostro Paese, anche se evidentemente le colpe ricadono anche su di chi ha scelto male i propri rappresentanti. Ma allora signori dove eravate voi, dove eravamo noi, quando si è permesso che tutto questo accadesse?

Qualcuno doveva misurare il proprio terreno, qualcun altro doveva provare una coppia di buoi, qualcuno aveva preso moglie e perciò non poteva andare. Come si dice nella parabola dell’invito al pranzo di nozze ognuno aveva le proprie cose da fare. Chi doveva fare i conti con gli alleati di governo e non scontentare il Nord, chi doveva inseguire la Lega con il titolo V, chi doveva perseguire i propri interessi di bottega e chi doveva cercare di estrarre più possibile dalle risorse pubbliche e quindi fare le battaglie per il proprio piccolo particolare, per i propri parrocciani e chi al Governo aveva bisogno dei loro voti e quindi non poteva contrapporsi! E la nave è andata verso gli scogli, senza che nessuno avesse voglia di governarla.

Ma adesso che la situazione può diventare drammatica, nemmeno una parola su quello che è stato fatto o meglio non fatto, a parte qualche istituto meritorio come la Svimez? Capisco che per ora l’emergenza sono i posti letto in rianimazione, che la visione è quella delle tante bare, che l’esercito porta alla cremazione in altre città, perché i cimiteri di Bergamo non hanno più posto; questo è chiaro. Oggi questa e solo questa è l’emergenza, quindi niente polemiche: fare in modo che quella definita solo un’ influenza, da molti luminari oltre che da molti politici, non faccia troppo danni e che la signora con la falce non abbia troppe soddisfazioni.

Ma un momento dopo, appena questo incubo finirà, ma forse anche adesso, qualche riflessione sarebbe opportuna; ci sarà qualcuno disposto a gridare e poi ad agire perché questa vergogna possa essere dimenticata? O continueremo ritornando a finanziare la sanità privata della Lombardia, dimenticando che un loro governatore Roberto Formigoni è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione. Saranno le pietre che dovranno gridare visto che gli uomini certamente non lo faranno ? Ci sarà qualcuno dei politici meridionali, dei grandi partiti che invece di continuare a parlare di autonomia differenziata, come ancora fa Boccia, sarà disponibile a lottare per l’equità, anche a costo di perdere l’appoggio del proprio partito nazionale? O tutto ritorna come prima perché “ speriamo che non arrivi al Sud, perché si sa che la sanità li non funziona?

E dire che questo Paese è stato governato sia dal centro sinistra che dal centro destra. Quindi non si può dare la colpa ad una parte. Ma quando si è trattato di fare l’alta velocità ferroviaria ci si è concentrati su un’ area, sempre la stessa, quando si dovevano fare i grandi eventi, quando si dovevano localizzare i centri europei, come quei pochi che abbiamo o tentare di averne qualcuno come quello del farmaco, quando si doveva investire sui centri di ricerca, il tema era sempre quello di privilegiare una parte e su quale privilegiare tutti si sono trovati d’accordo, felici di avere una parte debole che si poteva trasformare in colonia.

Il Mediterraneo da dimenticare, come peraltro ha fatto anche l’Unione Europea, che con l’apertura ad Est, trascurava tranquillamente tutta la sponda Sud dell’Europa. Per debolezza o interessata solo al proprio destino, anche la classe politica meridionale è stata colpevole e collusa, tanto la punizione degli elettori non l’avrebbero avuta, visto che il consenso si otteneva su parametri diversi rispetto al buon governo. Adesso è il momento di gridarle queste cose come dice il Vangelo: guai ai tiepidi, li vomiterò.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE