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Champagne, sì, perché occorre festeggiare quando i prezzi del petrolio sono negativi, perché vuol dire che ce lo regalano e che possiamo illuderci, per qualche giorno, di essere entrati in una nuova era di abbondanza di fonti fossili. Al di là della battuta, e guardando il più realistico prezzo europeo del Brent, che è intorno a 18 dollari, non si può che essere soddisfatti, perché il petrolio rimane la prima fonte a copertura della domanda mondiale di energia, con oltre il 35% del totale, e copre la quasi totalità dei consumi di energia del settore trasporti, dove non ha rivali.

I LIMITI ALLO SVILUPPO

Il fatto che costi così poco significa che i limiti allo sviluppo, almeno quelli posti dal club di Roma quasi 50 anni fa, per il momento sono svaniti. Ma è andando ancora più indietro, alla rivoluzione industriale del ’700, che troviamo ragioni per festeggiare, per celebrare ciò che oggi è dimenticato da tempo, il fatto che i fossili, assieme alle macchine, come quella a vapore di Watt, hanno liberato milioni di persone, poi miliardi, dalla schiavitù, dall’asservimento a pochi aristocratici e privilegiati che, anche loro, comunque, non se la passavano gran che bene.

Chi va in bicicletta oggi, chi ha la fortuna di poterlo fare, lo sa molto bene, perché serve un’enorme quantità di fatica, lavoro, in fisica energia, per spostarsi, in particolare se si è in salita, con una potenza che, dalle proprie gambe, nelle condizioni migliori, non arriva a 200, massimo 300 watt. Di fianco sfrecciano le macchine, minacciose e pericolose, con una potenza enormemente superiore, come quella di una Fiat 500 che può arrivare a 80 mila watt, tutti concentrati in un motore che è vivo e rombante grazie alla benzina.

Chi è convinto della facilità con cui si possa abbandonare il petrolio dovrebbe prima fare un po’ di bicicletta, possibilmente in salita, e poi guardare la potenza delle piccole macchine che ogni tanto preferiamo alle due ruote.

LA FESTA FINIRÀ

Capirebbe perché miliardi di persone preferiscono ancora il veicolo col motore a combustione interna, nonostante da decenni senta parlare della possibilità di abbandonarlo a favore dell’auto elettrica. Capirebbe anche la ragione per cui gli oltre 100 mila aerei, che oggi sono bloccati a terra, possano funzionare solo con il cherosene, uno dei derivati del petrolio, perché, per fare decollare un aereo di circa 80 tonnellate, occorre una potenza di 80 milioni di Watt, qualcosa come 4 milioni di ciclisti, o schiavi, che tutti insieme si mettano a pedalare.

Così capirebbe come mai la domanda di petrolio mondiale, oggi crollata da 100 a 70 milioni di barili giorno, sia destinata a risalire nei prossimi anni, una volta tornati alla normalità, perché miliardi persone in Africa e in Asia non vogliono andare a piedi e preferiscono, come noi, la più confortevole macchina. È per questo che l’incidente dei prezzi negativi, episodio legato ai meccanismi finanziari delle borse a termine, sarà presto dimenticato e i nostri festeggiamenti saranno belli che finiti.


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