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A Trastevere forse li conoscono tutti i ragazzi del Cinema America.

L’intero quartiere ha sentito parlare della loro passione per i film d’autore e la cultura, dell’occupazione della sala in disuso, dello sfratto, della successiva assegnazione di un’altra sala, della raccolta fondi per ristrutturarla, dei loro cineforum all’aperto le sere d’estate con la partecipazione di attori famosi come testimonial.

A Trastevere, e anche in qualche altro quartiere della capitale dove l’associazione porta i suoi schermi giganti per le rassegne aperte a tutti.

Ma in quanti, nel resto d’Italia, conoscevano la storia dei ragazzi del Cinema America prima che un gruppetto di esaltati di estrema destra, vigliacchi e ignoranti, aggredisse alcuni di loro solo perché…indossavano la maglietta bordeaux con il logo dell’associazione?

Sinceramente credo in pochi. Pochissimi.

E adesso, invece, proprio quella maglietta bordeaux, a seguito dell’aggressione, è diventata il simbolo dell’antifascismo. Non credo che i ragazzi del Cinema America, quando hanno dato vita alla loro avventura, avessero il fine di diventare un simbolo antifascista.

Se però antifascismo significa libertà di espressione, voglia di capire, passione per la cultura e lo stare insieme, diniego di ogni forma di violenza e di pensiero unico, condivisione dei valori della democrazia, antirazzismo, se significa tutto questo credo che i ragazzi del Cinema America non possono che essere ancora più fieri e orgogliosi di indossare quella maglietta e di quello che stanno facendo.

È bellissimo vedere i tanti post che arrivano da tutta Italia da chi vorrebbe comprare online la t-shirt del Cinema America in segno di stima e  solidarietà.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, era in volo verso gli Usa quando ai quattro esaltati vigliacchi è venuto in mente di festeggiare l’addio al nubilato di uno di loro con il pestaggio di un paio di attivisti dell’associazione. Appena ha saputo Salvini ha deprecato, come era più che giusto, il fattaccio: «Noi combattiamo contro ogni genere di violenza, che siano comunisti, fascisti, allo stadio. Del resto io faccio il ministro che reprime la violenza, anche se hanno provato a darmi la colpa anche di questo episodio».

Le forze dell’ordine si sono subito attivate e hanno identificato gli aggressori, anche se questo non sembra abbia intimorito i vigliacchi lor pari che il giorno dopo hanno rinnovato le minacce all’associazione aggredendo una ragazza. C’è da sperare che adesso lo “sposino” e i suoi compagni di merende non la passino liscia con qualche cavillo giuridico.

Salvini – gliene diamo atto – ha ribadito:  «Felice che la Polizia abbia identificato alcuni presunti aggressori di Roma, che avevano malmenato un gruppo di giovani con la maglietta del cinema America. Nessuna tolleranza per i violenti».

Ora però, vista la sua passione per le divise, ci aspettiamo da lui un piccolo passo in più: farsi fotografare con indosso la t-shirt del Cinema America. Questo sì, più che le giuste e dovute parole, sarebbe un bel segnale contro i violenti di tutte le risme e fedi, al di là dei biechi calcoli elettorali.

eva.kant@quotidianodelsud.it


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