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Gianni Alemanno

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L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato assolto in Cassazione dall’accusa di corruzione dell’ambito del procedimento stralcio sul “Mondo di Mezzo”.

In particolare, i giudici del “Palazzaccio” hanno annullato senza rinvio «per non aver commesso il fatto» il capo di imputazione relativo a una gara del 2011 sulla raccolta differenziata.  

Alemanno, in questo processo, era invece stato condannato sia in primo che secondo grado a 6 anni di reclusione, condanna che il sostituto pg Perla Lori, nella sua requisitoria di questa mattina, aveva chiesto di confermare.

La Cassazione ha anche deciso che Alemanno tornerà davanti alla Corte d’appello di Roma per un nuovo procedimento – al fine della rideterminazione della pena – che riguarderà il solo capo di imputazione, riqualificato nel reato di traffico di influenze, riguardante lo sblocco dei pagamenti Eur Spa.

Un altro capo di imputazione – relativo ai solleciti Ama – è stato dichiarato prescritto dai giudici della Suprema Corte e, dunque, non sarà trattato nel nuovo procedimento che si svolgerà davanti alla Corte d’appello di Roma, dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione.

Confermata, invece, la responsabilità di Alemanno in relazione al reato di finanziamento illecito contestatogli nell’ambito del procedimento.

Al termine, Alemanno ha detto: «Questa sentenza arriva dopo 7 anni di gogna mediatica e politica. Sono stato accusato di essere mafioso e corrotto, ora si riduce a nulla. Anche lo stigma di “mafia” per la Capitale non c’è più».

Alla domanda su un possibile ritorno nel campo politico, Alemanno risponde: «Vedremo. La politica non si fa con le candidature. Non ho ambizioni personali, ma se serve sarò a disposizione per dare una mano. Non necessariamente in prima linea». Non con un suo partito, ma con Fratelli d’Italia. «Il partito – aggiunge – al quale mi sono ravvicinato da 3 anni». 

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