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Romano, 52 anni portati con disinvoltura, Gabriele Ratti è il fondatore e Amministratore delegato di Moov, un’azienda che crea tecnologie di orchestrazione all’avanguardia, prodotti assicurativi su misura e servizi di mobilità intuitivi. Alle spalle ha oltre 20 anni di esperienza nel settore della mobilità: è stato Head of Mobility Solution di Aon, Head of Motor di Willis Towers Watson e Head of Motor Division di Marsh. La sua passione? Guidare il cambiamento e avere un impatto positivo sul settore della mobilità.  Uscito da Aon insieme a un team di puri talenti che hanno creduto nella visione di un progetto innovativo e con un approccio nuovo al lavoro, Gabriele Ratti ha dato quindi vita a Moov, una realtà che in un anno è arrivata ad avere quasi 50 dipendenti e che nel 2024 e stata inserita nella classifica Top Startups di LinkedIn, tra le prime dieci aziende italiane per crescita.

Lo abbiamo incontrato a Roma, di fronte a una tazza di caffè fumante in questi giorni che precedono la Pasqua. Vorremo sapere tante cose della sua iniziativa. Vorremmo farci spiegare, tanto per dirne una, qual è la ricetta per costruire un ecosistema capace di dare risposte al calo del mercato e alla progressiva perdita di interesse nei confronti dell’auto di proprietà. Il primo use case di Moov è infatti Flee, un noleggio a lungo termine pay per use che prevede la possibilità di usufruire di tariffe che variano a seconda dei km percorsi.  

In quali termini un’use case come Flee, basato sul noleggio a lungo termine, in particolare con la formula pay per use, può essere una soluzione da valutare in questo momento?


«I fattori sono diversi e sono alla base della nostra filosofia, che poi è quella di rendere la mobilità più semplice. Liberarsi dal vincolo del possesso di un’automobile, adottando la formula del noleggio a lungo termine, non è solo uno slogan. I tempi sono cambiati, sono cambiate le esigenze dei consumatori ed è solo ascoltandole che possiamo intercettare i loro bisogni e pianificare un ecosistema che soddisfi una necessità così complessa di spostamento. C’è poi l’importante caratteristica della trasparenza: non ci sono costi nascosti, ogni rapporto viene gestito tramite un sistema digitale che presenta con estrema chiarezza termini, condizioni e possibilità. 

I consumatori sono abituati a scegliere e anche a cambiare: la trasparenza premia perché è cambiata la consapevolezza di chi decide. Ricordiamo che il pay per use consente di pagare tutti i costi relativi all’auto, compresa la manutenzione e la copertura assicurativa, solo in base all’utilizzo. Un ulteriore aspetto è quello dell’obsolescenza tecnologica, in particolare la capacità di un veicolo di mantenere il proprio valore di mercato nel tempo. Dopo 3, 4 o 5 anni, la tecnologia dei veicoli tende a invecchiare rapidamente, influenzandone il valore residuo. Chi acquista un veicolo, anche attraverso formule di finanziamento, potrebbe ritrovarsi con un valore residuo quasi nullo. 

Il noleggio supera questa problematica, offrendo al cliente la possibilità di sostituire il veicolo al termine del contratto, garantendo sempre un modello aggiornato e allineato alle più recenti innovazioni tecnologiche. In ultimo, e non per importanza, c’è un approccio decisivo sulla sostenibilità, che passa da quella ambientale con la disincentivazione dell’utilizzo del mezzo privato sempre e comunque, fino a quella economica, appunto per i concetti già espressi».


La mobilità cittadina è ancora oggi una tematica complessa, che non riesce a tenere insieme la necessità di spostamenti quotidiani con il calo dell’inquinamento. Qual è la “rivoluzione” che Moov sta tentando di attuare nella mobilità basata anche su brevi spostamenti, e quali sono le nuove frontiere che verranno aggiunte alla vostra offerta?


«Noi vogliamo cambiare il modo in cui si pensa all’auto: passare da possesso a servizio. E costruire intorno un ecosistema di mobilità che permetta ai nostri clienti di scegliere, in base alla situazione, il giusto mezzo e accedere a tutti i sevizi che rendono davvero semplice muoversi. Per farlo, utilizziamo tecnologie avanzate, che ci consentono di avere un contatto diretto con il cliente, fin dalla fase di acquisizione. Vogliamo che il servizio di Flee diventi un punto di riferimento per chi cerca una mobilità facile, sicura e flessibile, che si adatti alle esigenze, in costante evoluzione. Ecco perché vogliamo introdurre servizi aggiuntivi, che completino l’offerta di mobilità che dà il noleggio a lungo termine, e che siano tutti accessibili tramite un’unica piattaforma. Inoltre, stiamo lavorando per offrire servizi accessori come il pagamento dei parcheggi, l’integrazione con altri mezzi e nuove soluzioni di intermodalità, per rendere ogni spostamento più semplice e fluido».

Un altro dato significativo riguarda la progressiva rinuncia, soprattutto tra le nuove generazioni, alla proprietà dell’automobile. Nelle metropoli sono tantissimi i 18enni che addirittura rimandano l’appuntamento con la scuola guida. Come si intercetta questo target di giovanissimi?

«La cosiddetta generazione Z ha una visione differente della mobilità rispetto alle precedenti. I ventenni di oggi hanno imparato a spostarsi in modo più smart, comprendendo che il tempo trascorso all’interno di un veicolo spesso è tempo che si poteva ottimizzare e ridurre utilizzando i tanti strumenti a disposizione. Tuttavia, le esigenze degli utenti sono sempre quelle di avere a disposizione un’automobile: crescendo, la vita cambia e le esigenze di spostamento sono sempre riconducibili all’utilizzo dell’auto. Non è un target sfuggente, come dicono alcuni: è piuttosto un segmento di clientela che va raggiunta e al quale parlare con il proprio linguaggio. Noi lo abbiamo fatto, penso, anche in occasione del lancio della nostra campagna promozionale, con una serie di minispot per i social ma senza dimenticare il linguaggio cinematografico. Il fatto di essere completamente digitali, di sicuro, è una marcia in più».

Moov è stata nominata tra le 10 migliori startup d’Italia da Linkedin. Non è facile riuscire a innovare in un mercato pieno di idee ma con una grande difficoltà di impresa: come si riesce a creare qualcosa di nuovo e quali profili professionali, secondo lei, sono particolarmente richiesti in questo momento?

«È un riconoscimento che ci ha reso davvero felici, perché testimonia il fatto che abbiamo intrapreso la strada giusta. Per noi, l’innovazione è sinonimo di fare, anche quando non è perfetto. È il principio che guida la nostra crescita: partire dall’esperienza, passare all’azione, osservare e poi migliorare. È un approccio che si ispira all’apprendimento esperienziale di Kolb e alla metodologia Lean Startup di Eric Ries: non aspettiamo la versione perfetta, testiamo presto e miglioriamo strada facendo. L’innovazione, per noi, è anche capacità di semplificare la complessità. In questo processo, l’intelligenza artificiale è un alleato prezioso. 

Non un fine, ma uno strumento che ci permette di rendere più efficiente l’operatività, automatizzare task ripetitivi, ottimizzare l’esperienza dell’utente (grazie all’uso di chatbot per la vendita e l’assistenza), fino alla prioritizzazione delle lead, alla valutazione del merito creditizio e alla perizia assistita dei danni sui veicoli. Dal nostro punto di vista, le competenze contano, certo. Hard skill e familiarità con il digitale sono la base, ma in una startup la vera differenza la fa il mindset. Serve voglia di fare, di mettersi in gioco, di ascoltare anche quando è scomodo. E soprattutto serve voglia di restare aperti alle possibilità, anche quando non sono quelle che avevamo in mente all’inizio».

Nel core business della vostra azienda c’è anche il ramo assicurativo: come è cambiato questo settore con l’avvento della tecnologia e qual è la filosofia che sta dietro all’offerta dell’assicurazione come servizio?

«La progressiva digitalizzazione ha abbattuto i confini tra i diversi ambiti della mobilità: le case automobilistiche hanno aperto le loro finanziarie, le compagnie assicurative hanno lanciato servizi di noleggio a lungo termine, gli istituti di credito hanno cominciato a vendere le polizze RC Auto così come le storiche utility che forniscono energia alle nostre case si sono ritagliate un ruolo fondamentale nella nascita dell’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici. I confini “aperti” dalla tecnologia hanno inevitabilmente inciso sulla gamma e sul pricing dei prodotti assicurativi. Trasformare l’assicurazione in un servizio per noi significa, da un lato, dare ai nostri clienti il beneficio di poter estendere la protezione anche agli altri veicoli del nucleo familiare, dall’altro incentivare i comportamenti sicuri alla guida. 

I clienti di Flee potranno beneficiare di un pacchetto di protezione in pay per use per la propria automobile o per la propria moto o ciclomotore. In pratica, oltre naturalmente alla protezione sull’auto a noleggio, diamo ai clienti la possibilità di beneficiare della protezione Flee su altri veicoli, anche a due ruote. I clienti Flee avranno quindi una protezione di mobilità personale con un unico pagamento, che comprende il noleggio e la protezione a consumo di tutti i veicoli. In un futuro non troppo lontano sarebbe auspicabile anche riuscire a costruire, catturando alcuni patterns comportamentali provenienti dalla centralina dell’auto, un’offerta che tenga conto non solo del “quanto” si usa l’automobile a noleggio ma anche del “come” la si usa, aggiungendo, a un sistema di pricing basato sulla percorrenza, un sistema di rewarding che premi l’adozione di uno stile di guida sicuro e sostenibile. Oggi la guida distratta e la guida aggressiva sono le due fonti più comuni di sinistri, di danni alla circolazione e di danni verso terzi. L’obiettivo in ambito assicurativo deve essere quello di intercettare i comportamenti scorretti, come l’uso dello smartphone o accelerazioni e frenate brusche: i meccanismi di misurazione oggi permettono di intervenire e di incentivare un sistema premiante un uso positivo del veicolo».

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