X
<
>

Il bacio del figlio di Superman

Condividi:
7 minuti per la lettura

Jon Kent, figlio di Clark Kent e Lois Lane, è bisessuale.

La portata della notizia non sarebbe tale da meritare i miliardi di parole di commento che sta ricevendo, se non fosse che Clark Kent è Superman, e che Jon Kent, suo figlio, indossa come il padre un costume, su cui svetta un simbolo che ha da oltre ottant’anni un significato tanto potente quanto rivoluzionario.

Vignetta tratta da Superman: Son of Kal-El 5

Tenevi forte, perché non tutto è come sembra e perché state per scoprire qualcosa che già sapete, ma di cui non siete coscienti.

È una questione di specchi e di riflessi, di consapevolezze e prese d’atto, di mani che digitano su tastiere e che cercano, allo stesso tempo, di fermare, imponendosi, mareggiate.

Ma i miracoli, con le sole imposizioni delle mani, appartengono ad altre epoche, forse addirittura ad altri tempi. Restano i punti di vista, infiniti, a cui si contrappone un unico aleph, che tutti li racchiude, nella propria singolarità. Jon Kent è il nuovo Superman dell’Universo DC, quel mondo narrativo, che nel fumetto ha il proprio principale, ma non esclusivo, linguaggio, in cui si muovono insieme all’Uomo d’Acciaio anche Batman, Wonder Woman, la Justice League e altri supereroi.

Nella recente continuity, cioè nel susseguirsi del flusso degli eventi narrativi tra loro concatenati e dipendenti, Jon ha preso il posto del padre, partito per una lunga guerra nello spazio dalla quale, se vogliamo lasciarci ingannare dal meccanismo della sospensione dell’incredulità, forse non tornerà mai.

Nel numero 5, in uscita a novembre, di Superman: Son of Kal-El, la testata dedicata a questa nuova, ennesima, versione di Superman, lo scrittore Tom Taylor, supportato dal disegnatore John Timms e dal colorista Gabe Eltaeb, ci svelerà che Jon è bisessuale.

Il figlio di Superman

Lo scopriremo grazie ad un bacio che il giovane rampollo della famiglia Kent darà a Jay Nakamura, suo amico giornalista. Pare proprio che innamorarsi di un giornalista sia una tradizione di famiglia, d’altronde papà Clark e mamma Lois non sono stati da meno.

La notizia è stata anticipata dallo stesso Tom Taylor, che in occasione del Coming Out Day ha dichiarato in un twett: «Ho sempre detto che tutti hanno bisogno di eroi e tutti meritano di vedere sé stessi nei loro eroi e sono molto grato che DC e Warner Bros. condividano questa idea. Il simbolo di Superman è sempre stato sinonimo di speranza, verità e giustizia. Oggi quel simbolo rappresenta qualcosa di più. Oggi più persone possono vedersi nel supereroe più potente dei fumetti», aggiungendo poi «Sarebbe stata un’occasione persa se avessimo sostituito Clark Kent con un altro classico salvatore bianco etero. Cinque anni fa sarebbe stato più difficile, ma penso che le cose siano cambiate in modo davvero positivo. Ci saranno sempre persone che utilizzeranno il solito argomento di non mettere la politica nei fumetti, dimenticando che ogni singola storia è sempre stata politica in qualche modo».

La notizia ha suscitato una cartina tornasole di sentimenti diversi e contrastanti, soprattutto in chi non legge fumetti, ma si sente ugualmente legato a un personaggio che fa parte di un immaginario collettivo e diffuso, di cui tuttavia il valore rivoluzionario, l’importanza e influenza a livello sociale nella cultura di massa è poco conosciuta.

Superman, quando nacque nel 1938, non fu solo il primo supereroe di tutti i tempi, non inaugurò solo un nuovo formato, quello oggi consolidato del Comic book, ma, grazie al genio dei suoi autori Jerry Siegel e Joe Shuster, fu, su tutto, un simbolo.

La copertina del numero 12 di Superman (1941)

Il più grande eroe immaginario dell’era moderna, in un’epoca in cui il nazismo e la sua ideologia si radicava nel mondo, non era altro che un immigrato, uno straniero, un diverso, proveniente da un altro pianeta, accolto dall’American Life Style, da un’America che, nei fumetti, ha sempre saputo guardare più avanti che nella realtà. O forse no.

La verità è che il fumetto è l’arte popolare per eccellenza.

Appartiene al popolo, alla gente. Il fumetto racconta la società, fin dalla sua nascita, ne è specchio, la riflette. E a sua volta la società nel fumetto vede il proprio riflesso e ne prende atto. Perciò in un’epoca in cui la consapevolezza della propria sessualità, il riconoscimento della stessa e il bisogno di condividerla è più potente di una locomotiva e più veloce più di un proiettile, di cosa ci sorprendiamo? Dove è lo scandalo?

Il matrimonio di Nothstar

I fumetti, anche quelli più surreali, a volte attraverso metafore e iperboli, non fanno altro che raccontare il mondo, la società e noi stessi, perciò ciò che dovrebbe davvero lasciare allibiti sarebbe la circostanza in cui il linguaggio fumetto nascondesse che siamo una società complessa, ricca e sfaccettata, dove la sessualità, variegatamente declinata, è meno canonica di quanto immaginiamo… o di quanto ci raccontiamo sorseggiando birra e guardando la partita. D’altronde, Northstar, il primo supereroe Marvel, fa coming out, dichiarando di essere gay, già in Alpha Flight 106 del marzo del 1992.

Ma ancora prima, sempre in casa Marvel, nel 1982, in una storia di Capitan America, scritta da J.M. DeMatteis, apparve Arnold Roth, tra i primi personaggi della Casa delle Idee, dichiaratamente gay.

E in un elenco esemplificativo e non esaustivo, spaziando da una casa editrice all’altra, potremmo citare la versione moderna di Bat Woman, Harley Queen, Deadpool, Wonder Woman. In Italia, tra mille esempi che possiamo fare, è giusto ricordare Legs Weaver, creata 1991 da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, che da comprimaria di Nathan Never conquista una testata autonoma, sempre pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore, la casa editrice di Tex.

La dichiarazione di matrimonio di BatWoman

Senza dimenticare Sprayliz, personaggio che deve la sua nascita a Luca Enoch, che a decenni dall’ultima sua storia apparsa, resta nel cuore di tantissimi lettori.

Il fumetto parla di omosessualità, bisessualità e pansessualità da decenni, perché tutto ciò è parte di noi, della nostra società così incredibilmente e meravigliosamente variegata.

Perciò, per davvero, cosa c’è di sorprendente in un Superman bisessuale?

Un’ultima nota: i fumetti, soprattutto quelli di Supereroi, sono pieni di trovate assurde. Tra quelle che ha sperimentato Jon Kent, della casata kriptoniana di El, c’è anche un lungo viaggio nel futuro, nel trentesimo secolo.

SPRAYLIZ E LEGS WEAVER

Ci piace immaginare che dove lui è cresciuto, tra un migliaio di anni, la sessualità, tanto quella di un supereroe, quanto quella di chiunque, non sia più una notizia, ma che lo potrebbe essere solo la sorpresa della società nel prendere atto di un semplice aspetto del proprio essere: la diversità come ricchezza, diritto, realtà.

Nel nostro tempo invece, ancora una volta, il saggio indica il cielo, qualche stolto dietro una tastiera commenta il dito… per fortuna, in molti volgono il naso all’insù, oltre la luna, dove c’è qualcosa che vola alto, più in alto di tutti, che non è uccello, non è un aereo, ma è solo un uomo. Forse un po’ super, ma comunque, uomo.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE