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BARI – Ancora una banda di bulli in azione nel Barese. Dopo i due casi denunciati a Casamassima ai danni di due bimbi, questa volta è il sindaco di Giovinazzo a riferire di un’aggressione avvenuta giovedì pomeriggio alle 17.30 sul lungomare di Ponente: vittima un agente della polizia locale che è stato circondato da una ventina di ragazzini e aggredito.

Secondo la ricostruzione del sindaco Tommaso Depalma, l’agente sarebbe stato aggredito verbalmente «senza alcuna ragione».

Al gruppetto di ragazzini iniziale si sono aggiunti altri amici che, nonostante procedessero in controsenso sul lungomare, non solo non si sarebbero fermati all’alt imposto dagli agenti, ma avrebbero anche cercato di sottrarre la moto di servizio al vigile cercando di strappare le chiavi del veicolo. Al momento una sola persona è stata identificata, ma sono in corso ulteriori indagini per risalire alle identità degli altri. Le accuse sono di oltraggio, resistenza, favoreggiamento e rifiuto di declinare le proprie generalità.

«Persone così non sono gradite a Giovinazzo – dichiara il primo cittadino – questa città è aperta solo alle persone perbene rispettose delle regole, delle leggi e del prossimo. Gentaglia del genere non la vogliamo nella nostra città. Esprimo tutta la mia solidarietà all’agente minacciato, noi saremo sempre dalla parte delle regole e ci assicureremo che gli autori di questo vile gesto vengano tutti identificati e denunciati».

In Puglia purtroppo i giovani già in passato si sono resi protagonisti di gravi fatti di cronaca. La memoria corre alla morte di Cosimo Stano che a Manduria in provincia di Taranto nel 2019 morì a seguito delle angherie e delle persecuzioni che un gruppo di ragazzi gli riservava da mesi. L’uomo, un disabile psichico di 59 anni, veniva sistematicamente aggredito fisicamente e verbalmente.

I bulli lo terrorizzarono al punto che non usciva più di casa. Il disabile veniva inoltre derubato e in diverse occasioni gli venne dato fuoco all’abitazione.
Gli odiosi soprusi, che secondo gli inquirenti furono concausa del decesso dell’uomo, venivano ripresi con il cellulare e diffusi nelle varie chat social con cui il branco di bulli interagivano ed esaltavano le violenze.

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