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di FRANCO TATÒ

NEGLI anni Ottanta, nello stesso periodo in cui Steve Jobs veniva licenziato dalla Apple, mi è capitato di essere invitato a un convegno nella città giapponese di Hakone.

Durante i lavori, a un certo punto, la scena venne presa da un anziano signore, un ex funzionario della banca centrale nipponica chiamato, dopo la pensione, a dirigere una prefettura particolarmente arretrata, agricola, dove non esisteva industria, le comunicazioni erano scadenti e così via. L’urgenza della situazione, ci raccontò, gli impose di prendere in mano la situazione in modo non convenzionale: chiamò a raccolta tutti gli operatori tecnologici, creò un comitato per l’elaborazione di un piano che consentisse di cablare con l’internet veloce del tempo tutto il territorio della prefettura. Così riuscì a trasformare quella zona un tempo arretrata in un vero e proprio leader del settore, nel quale tutti i cittadini avevano accesso gratuito alle linee di trasmissioni dati di ultima generazione in quel momento. Lo stesso metodo, proseguì, lo adottò anche nel campo dell’agricoltura.

Parlando con i locali scoprì che nell’area si producevano degli ottimi mandarini con tecniche, tuttavia, artigianali, col risultato che questi frutti restavano all’interno del territorio, non producendo alcuno sviluppo. Riunì, allora, esperti agronomi provenienti dalle università vicine e con la collaborazione dei contadini furono rifatte tutte le coltivazioni.

Alla fine del racconto tirò fuori un mandarino dicendo: «E’ buonissimo, si esporta in tutto il mondo e il suo valore, a peso, è superiore a quello delle auto Toyota».

Questo episodio mi ha emozionato e oggi vorrei tradurlo in un suggerimento da dare alla Puglia, regione che da tanti anni mi ha adottato. Bisogna ripartire da qui: agricoltura e digitale. Su quest’ultimo aspetto siamo ancora indietro, specie nelle zone interne. Basti pensare che, tempo fa, dopo un guasto alla linea telefonica non sono riuscito a ottenere l’istallazione della fibra ottica. Al suo posto mi è stata proposta una linea tradizionale, una tecnologia che vecchia ormai di decenni. Una cosa del genere è impensabile nel 2021, eppure avviene qui, in Puglia, una regione dalle enormi potenzialità non sfruttate. Dove intere aree sono sprovviste di wi-fi e la rete telefonica (unico mezzo che consente l’accesso al web) funziona a sprazzi e solo in determinati luoghi, visto che i provider sono troppo deboli per permettere di navigare all’interno delle abitazioni.

L’esperienza personale aiuta a comprendere ciò che vivono, sulla propria pelle, i cittadini pugliesi, troppo spesso impossibilitati a partecipare al mondo digitale contemporaneo, col rischio di essere estromessi anche da quello futuro. Mobilitare tutte le energie per portare la tecnologia in Puglia a un livello superiore è fondamentale, serve a far progredire il territorio. Risultato che si può ottenere solo attraverso l’impegno della comunità, delle grandi aziende e con il giusto orientamento della politica, chiamata a gestire gli investimenti affinché la regione intraprenda la giusta direzione, quella del futuro. E’ non è una questione di mancanza di visione, argomento banale, quanto piuttosto chiedersi come immaginiamo questa regione fra otto o dieci anni. Domanda cui non so rispondere.

So, però, che vedo la devastazione portata dalla Xylella nel Salento. E che le forze riunite dalla classe dirigente locale non sono riuscita a fermarla. Col risultato che il tallone d’Italia è diventato un deserto. E’ mancata visione? No, è mancata la capacità di stare sul pezzo, di prendere decisioni che risolvessero davvero i problemi. Che non mancano. Pensiamo alle infrastrutture: le autostrade pugliesi sono sostanzialmente inesistenti, imbarazzanti e dove sono state fatte ciò è avvenuto con sprechi vertiginosi. A livello ferroviario c’è un solo binario mentre manca l’alta velocità. L’aeroporto di Brindisi, sia pur migliorato negli ultimi anni, non raggiunge i livelli di quelli della costiera turca, per non fare paragoni ancor più avveniristici.

Vedo però un buon impegno del governo nazionale, specie sul fronte del digitale, di cui si incominciano a vedere i risultati. Basti pensare al Green pass che funziona benissimo. Ciò dimostra che quando c’è la volontà di fare passi in avanti è possibile farli. La Puglia deve fare lo stesso: tirarsi su le maniche, impegnarsi e mettere mano alle sue molte criticità.

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