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Il dossier automotive finisce sul tavolo del governo Draghi, ma all’appello della Regione Puglia al Mise di convocare con urgenza un Tavolo di crisi sulla Bosch non è arrivata ancora risposta. Sono passate due settimane dall’annuncio di 700 esuberi nei prossimi cinque anni nello stabilimento di Bari, fatto lo scorso 27 gennaio, però la richiesta di una task force nazionale è rimasta per ora inevasa. Ieri ci sono state a Bari le riunioni tra sindacati e lavoratori, c’è grande attesa per la convocazione che si spera possa arrivare nelle prossime ore.

Sempre, ieri, intanto, c’è stata a Palazzo Chigi una prima riunione di «ricognizione», per arrivare a «coordinare» gli interventi sulla filiera dell’automotive ma anche della mobilità, con l’impegno a rivedersi al più presto, entro una decina di giorni. All’incontro, durato due ore e presieduto dal sottosegretario Roberto Garofoli, hanno preso parte i ministri dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e dell’Economia Daniele Franco, ma anche il titolare delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, e i vertici del Mite.

Nel corso della riunione si sarebbe evidenziato che il settore è in sofferenza e ha bisogno di interventi «urgenti» ma anche «coordinati» tra loro. Ogni ministero ha illustrato le problematiche legate sia alle trasformazioni in corso per il comparto automotive sia per la mobilità e si sarebbe convenuto sull’opportunità di individuare una «strategia nazionale» attraverso la quale coordinare non solo gli interventi ma anche l’utilizzo dei vari fondi a disposizione, da quelli stanzianti con l’ultima manovra al Pnrr fino al Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Il Mise, il dicastero maggiormente coinvolto, avrebbe messo sul tavolo la richiesta di una politica di incentivi stabilizzati, almeno un anno, per far ripartire urgentemente la produzione: una proposta che in termini di risorse prevederebbe 1,5 miliardi di euro per l’acquisto di auto e la contemporanea possibilità di una rottamazione per un anno. Ma la discussione però non si è focalizzata solo sulle risorse: ogni ministero avrebbe dato la sua visione convenendo di fatto sulla necessità di utilizzare lo strumento degli incentivi alla ricerca, comunque, di una visione comune e di una strategia complessiva. Il governo, insomma, prepara il piano per l’auto, la questione è centrale nell’agenda dell’Esecutivo Draghi.

Al centro dell’attenzione del governo non c’è soltanto il ripristino degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma anche misure come i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione, misure per il trasferimento tecnologico, fondi Pnrr su ricerca e Ipcei, importanti progetti di comune interesse europeo. Sono strumenti che il ministro Giorgetti, nel tavolo con le associazioni del settore, ha messo a disposizione anche della filiera auto. In discussione c’è anche il tema delle infrastrutture di ricarica che coinvolge i ministri Giovannini e Cingolani. E c’è la questione ammortizzatori sociali, visto che nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60.

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