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Un tasso di natalità inferiore alla media nazionale e un tasso di mortalità infantile che resta ancora troppo elevato rispetto all’indice delle Regioni del Nord.
Lo certifica il nuovo rapporto Cedap del ministero della Salute, che evidenzia un ulteriore calo delle nascite, ma non è la decrescita l’unico elemento preoccupante per la Puglia. Nel 2020 il tasso di natalità pugliese è stato del 6,7 per mille, inferiore alla media italiana, pari al 6,8 per mille. Ma sono il tasso di mortalità infantile e quello neonatale a segnare ancora numeri negativi: nel 2018, ultimo dato disponibile, in Puglia ogni 10mila nuovi nati, 32,85 sono morti purtroppo nel primo anno di vita contro una media nazionale di 28,79.

Elevato anche il tasso di mortalità neonatale: a 24 ore dal parto, 6,92 neonati su 10mila non ce l’hanno fatta, la media italiana è pari a 6,23; ad un mese dalla nascita, il tasso di mortalità sale a 17,98 ogni 10mila nati, la media nazionale è di 14,19. E poi c’è un altro dato da tenere in considerazione: la Puglia è tra le regioni italiane con la più alta percentuale di mamme giovanissime, sotto i 20 anni e spesso minorenni. Dopo Campania e Sicilia, la Puglia si piazza al terzo posto di questa classifica.

Numeri che dovrebbero porre una riflessione sia dal punto di vista assistenziale che di sostegno. «Nel corso del 2020 – si legge nel report – prosegue il calo delle nascite, in tutte le aree del Paese. Il fenomeno è in larga misura l’effetto della modificazione della struttura per età della popolazione femminile ed in parte dipende dalla diminuzione della propensione ad avere figli.

Le cittadine straniere hanno finora compensato questo squilibrio strutturale; negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Il tasso di natalità varia da 5,1 nati per mille donne in età fertile in Sardegna a 9,6 nella Provincia Autonoma di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 6,8. Le Regioni del Centro presentano tutte un tasso di natalità con valori inferiori alla media nazionale. Nelle Regioni del Sud, i tassi di natalità più elevati sono quelli di Campania, Calabria e Sicilia che presentano valori superiori alla media nazionale.

La fecondità si mantiene pressoché costante rispetto agli anni precedenti: nel 2020 il numero medio di figli per donna è pari a 1,24 (rispetto a 1,46 del 2010). I dati per il 2020 danno livelli più elevati di fecondità al Nord nelle Province Autonome di Trento e Bolzano e nel Mezzogiorno in Campania e Sicilia».
Secondo la relazione ministeriale, «i decessi nel primo mese di vita sono dovuti principalmente a cause cosiddette endogene, legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite del bambino». Mentre «la mortalità nel periodo post neonatale è invece generalmente dovuta a fattori di tipo esogeno legati alla qualità dell’ambiente igienico, sociale ed economico in cui vivono la madre e il bambino».

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