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La mappa di Sogin che interessa Puglia e Basilicata

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«Nel caso la Carta delle aree idonee contenga un solo sito pugliese continueremo a opporci con tutte le nostre forze». Il governatore Michele Emiliano è pronto a fare le barricate se il ministero della Transizione ecologica dovesse scegliere la Murgia come zona dove creare il deposito per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Sogin, martedì, ha trasmesso al ministero la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) al termine dei 60 giorni dalla chiusura della consultazione pubblica. Interessata anche la zona a cavallo tra le Murge e la provincia di Matera, considerata una buona area. In particolare, i territori che potrebbero essere scelti sono quelli di Laterza, in provincia di Taranto, Gravina in Puglia, Altamura, nel Barese, sino ad arrivare in Basilicata, a Matera. Nella prima selezione di 67 aree idonee erano entrate, ma hanno una votazione molto bassa con colore celeste o giallo, anche alcune zone in provincia di Potenza.

«Il nostro – chiarisce Emiliano – è un no a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e della biodiversità di un Parco nazionale che rappresenta uno dei luoghi più singolari della Puglia e del Mediterraneo e candidato a entrare nel network dei Geoparchi dell’Unesco». «In tutte le fasi della partecipazione pubblica – prosegue Emiliano – curata dalla Sogin, la Regione Puglia ha, infatti, evidenziato come le cinque aree pugliesi ritenute potenzialmente idonee, non solo sono ampiamente caratterizzate dai criteri escludenti, ma presentano evidenti fattori sfavorevoli dai quali conseguirebbe la definitiva esclusione dalla Carta nazionale delle aree idonee».

La mappa è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese, avviata il 5 gennaio 2021. La consultazione, gestita da Sogin, a cui hanno partecipato centinaia di soggetti direttamente interessati al progetto del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, si è articolata in tre fasi. Nella prima, durata sei mesi fino al 5 luglio 2021, Sogin ha raccolto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche pervenute sulla Cnapi e sul progetto del Deposito nazionale, da parte dei diversi soggetti interessati.

A questa fase è seguito il seminario nazionale, svolto dal 7 settembre al 24 novembre 2021 e concluso il 15 dicembre 2021 con la pubblicazione degli atti conclusivi. I lavori del seminario si sono articolati in nove incontri, tutti trasmessi in diretta streaming. «Questa nostra posizione contraria a ogni ipotesi di utilizzo del territorio pugliese per il deposito di rifiuti radioattivi – spiegano Emiliano e l’assessora Anna Grazia Maraschio – è stata ufficializzata dal Consiglio regionale e si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, agenzie regionali, associazioni e ordini professionali, già portati a conoscenza della Sogin e del governo. Nessuna area pugliese, tra quelle individuate come deposito, ha finora ottenuto una classificazione ottimale e, inoltre, non è in grado di garantire le esigenze di isolamento da infrastrutture antropiche e da attività umane».

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