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Vittorio Colao e Roberto Garofoli

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I trasporti, la logistica, i grandi contenitori culturali. Ma soprattutto una nuova consapevolezza urbana e sociale puntando alla valorizzazione dei borghi e al nuovo rapporto città-campagna. Sono solo alcuni dei pilastri su cui poggia il pacchetto Pnrr targato Puglia. Un assegno, per ora, da 2 miliardi e 631 milioni con i quali i Comuni, grandi e piccoli, e gli enti locali avranno modo di rigenerarsi dopo le macerie lasciate dalla pandemia.

Il teatro Piccinni di Bari diventa il palco ideale di questa rinascita, di quella «Italia Domani» (dal nome del programma e del tour) che mette al centro nuovi paradigmi sociali ed economici. Perché le città vanno ripensate e vissute con un nuovo approccio, cancellando gli errori del passato. La fetta più consistente dei finanziamenti – con l’asticella temporale di programmare e chiudere entro il 2026 – va al vasto settore dei trasporti e delle opere pubbliche. Ben 2 miliardi tra porti, rinnovo del parco mezzi di bus e treni, edilizia residenziali e le Zes.

Le Zone economiche speciali – mai decollate – che potranno contare su un finanziamento tra i 140 e i 150 milioni per attrarre investimenti e nuove localizzazioni produttive. Da queste parti, la Zes Adriatica e Ionica, sono praticamente bloccate dal 2017. Un’altra voce di spesa fondamentale resta la sanità. Quella sanità andata in affanno con l’emergenza Covid-19 e che ora vuole riprendere la strada con Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Qui arriveranno 613 milioni di euro per rafforzare l’assistenza territoriale, le reti di prossimità, con la candidatura a regione pilota nell’accompagnare gli altri territori verso la digitalizzazione del fascicolo sanitario – più mobile e comunicabile tra Nord e Sud – e la telemedicina. «Opportunità per la quale la Puglia è già una realtà cardine» riconosce il ministro alla Transizione Digitale Vittorio Colao.

Quella digitalizzazione che l’esponente del governo vuole portare in almeno 620mila case pugliesi (il 10 per cento del totale), in 564 strutture sanitarie e in 783 edifici scolastici «per colmare i divari di connessione alla Rete». Trenta milioni di euro saranno equamente suddivisi tra i piani di rigenerazione urbana e la valorizzazione dei borghi, più altre risorse che saranno destinate al recupero del patrimonio artistico e culturale.

Entrando nel dettaglio sarà il capoluogo Bari ad avere ingenti risorse per progetti avveniristici: i 100 milioni per il nodo ferroviario «verde» immaginato dall’archistar Massimiliano Fuksas sul fascio di binari di via Capruzzi; i 159,1 milioni per il riordino della rete urbana con il BRT, Bus Rapid Transit (basato su quattro nuove linee, 89 fermate, 60 chilometri di percorso e bus elettrici); 40 milioni per la camionale che collegherà l’autostrada A14 al porto e il sistema di monitoraggio dell’alta velocità ferroviaria.

Da portare finalmente a completamento sulla linea Bari-Napoli in due ore, nell’ambito della tratta Bari-Roma di tre ore, per avvicinare sempre più le tre aree metropolitane. Qualità anche nell’abitare – l’apposito programma mette sul piatto 394,2 milioni – con fondi destinati al recupero del vasto patrimonio di edilizia residenziale. E l’amministrazione di Antonio Decaro punta al restyling degli agglomerati di case popolari dei quartieri San Pio e Santa Rita; Arca Puglia invece a quelli del San Paolo. Tra Pane e Pomodoro e San Giorgio sorgerà il grande Parco di Costa Sud esteso per 216 ettari e finanziato con 75 milioni di euro.

Permetterà il recupero di tutto il litorale a sud con 26 chilometri di percorso ciclopedonale, 3885 nuovi alberi, 58 ettari di orti urbani arricchiti da spazi per lo sport, il tempo libero, la ristorazione e la balneazione. Gli edifici esistenti e degradati saranno riconvertiti in bar, ristoranti e palestre sul mare, mentre a monte verso la ferrovia troveranno spazio piazze, un nuovo centro natatorio (al Bellavista) e nuove costruzioni.

«Un intervento a completa mano pubblica e con il dimezzamento delle volumetrie. Il Pnrr sarà davvero un’occasione unica», avverte il sindaco Decaro. E sarà un Piano nazionale di ripresa e di resilienza che anche a queste latitudini dovrà eliminare i divari di genere. «Le imprese dovranno impiegare donne e giovani almeno per il 30 per cento della forza lavoro necessaria» annuncia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Garofoli, sottolineando il contributo necessario che dovranno dare i poli di ricerca e il sistema universitario pugliese.

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