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E’ stato un maledetto secondo tempo quello del Cosenza che alla fine ha regalato la partita alla Lucchese (tre gol in 14 minuti), sotto lo sguardo esterrefatto dei 1500 tifosi che le sono rimasti vicini in questa surreale stagione 2010-2011. Eppure, a fine primo tempo, la squadra aveva fatto spellare le mani al pubblico con una reazione all’arma bianca che aveva ribaltato il vantaggio di Grassi con le reti di Aquilanti e Degano. E per poco non ci scappava anche il terzo gol allo scadere. Da segnalare in tribuna vip un malore avvertito da Marcello Spadafora, responsabile dei rapporti tra la società e la tifoseria, per fortuna senza conseguenze.
Tre gol in quindici minuti e una topica del portiere De Luca, hanno consegnato il match nelle mani dei toscani che hanno incartato e portato a casa, con merito, il gentile omaggio del Cosenza 1914, suicidatosi quando aveva la partita in pugno. Era la gara del ritorno in panchina di Mimmo Toscano al San Vito e probabilmente avrebbe voluto un altro modo e un altro contesto per scendere in campo. Schieramento obbligato, con l’unica variante, lo spostamento di Fernandez al centro della difesa per l’assenza forza di Scarlato, out per un piccolo stiramento. La sconfitta è la metafora della situazione societaria, che sembra un balletto insulso e senza dignità, tale da mortificare la Cosenza sportiva. Il pubblico ha quasi abbandonato la squadra. Urge una virata netta per evitare un tracollo tecnico e societario. Chi è al timone è atteso a mosse risolutive prima che sia troppo tardi.

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