X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

MATERA – L’ordinanza di sgombero è la n.38 del 25 gennaio e prevede che l’edificio di via Casalnuovo 41  venga posto in sicurezza e che la strada venga chiusa al traffico.

Due settimane dopo il crollo di vico Piave, l’attenzione dell’amministrazione comunale si sposta nell’area di accesso ai Sassi e in particolare su una costruzione che risale agli anni ‘30 e all’esterno della quale si nota una lunga crepa. 

Il caso è stato illustrato ieri, a pochi passi dalle transenne che chiudono il percorso che va da via Ridola a via Casalnuovo e via Buozzi, dal sindaco Salvatore Adduce che sbotta: «Sono discretamente incazzato. Siamo costretti a chiudere l’ingresso principale ai Sassi perchè la situazione che si è venuta a creare non ci consente di attendere ancora. E’ sotto osservazione la vicenda sollevata nel 2006  e che portò all’annullamento da parte del Prefetto dell’epoca ( Carlo Fanara, aprile 2007) di un’ordinanza che fu impugnata. Dopo otto anni non è accaduto nulla fino a che dopo un recente sopralluogo che è stato richiesto, ci siamo accorti che la situazione era diventata insostenibile». 

Adduce avverte: «In tempi veloci si dovrà procedere a mettere in sicurezza l’edificio. Non possiamo aspettare.  Entro qualche ora, qualche giorno al massimo,  i proprietari  (tra i quali non sembra proprio correre buon sangue, ndr.) devono presentare  un progetto di messa in sicurezza. Prima di firmare l’ordinanza del 25 gennaio, ho chiesto al Prefetto di far rispettare questo atto e proprio oggi mi è stato annunciato il ricorso al mio provvedimento. E’ una situazione demenziale!». 

La vicenda di quell’edificio, complicata da rapporti non certo sereni fra i quattro proprietari,  comincia nel febbraio del 2004 (e si conclude con l’annullamento delle ordinanze di sgombero nel 2007, ndr.)  dopo  un contenzioso, nato da una denuncia, che riguardava due di loro, uno dei quali aveva eseguito lavori non autorizzati in alcune cantine del palazzo. I lavori, secondo uno dei proprietari che aveva presentato la denuncia, avevano danneggiato i muri divisori di due locali, al n. 57 e 59. La richiesta era stata di bloccare quelle opere. L’11 marzo dello stesso anno l’ufficio Sassi invia due tecnici per un sopralluogo che confermano l’effettuazione di interventi non autorizzati. Il 15  febbraio del 2005, il proprietario che aveva presentato la prima denuncia un anno prima, chiede un sopralluogo ai vigili del fuoco per verificare lo stato della roccia della cisterna e per far ispezionare le cantine del suo vicino che aveva eseguito i lavori. Le operazioni vengono sospese con un’ordinanza, la n.49  il 7 marzo dello stesso anno. Il 5 aprile il dirigente dell’epoca dell’Ufficio Sassi, Giordano, annulla la precedente ordinanza e ordina la sospensione dei lavori e il ripristino della situazione antecedente. Nella stessa data, per il  cittadino che aveva denunciato, viene adottata l’ordinanza di sospensione dei lavori (che viene impugnata davanti al Tar,ndr.)  e di ripristino. 

Si trattava, secondo quanto sostenuto dalla relazione del Prefetto dell’epoca, di attività edilizia che «Eccedeva l’ordinaria manutenzione e rientrava tra quelli della categoria di lavori di manutenzione straordinaria (peraltro nella peggiore  ipotesi comunque soggetti alla sola Dia in sanatoria). L’8 aprile del 2005 il sindaco Michele Porcari, dopo aver preso atto delle relazioni dell’Ufficio Sassi  (da cui risultava che il complesso dei locali n. 26,41,57 e 59 di via Casalnuovo e n.1 e 2 di via Buozzi, erano pericolanti) ordinò l’immediato sgombero dell’unica residente. «Inspiegabilmente – aggiunge l’ex Prefetto Fanara – obbligfava solo 3 proprietari su 5 ad eseguire lavori di consolidamento progettati e diretti da un tecnico abilitato che certificasse la stabilità del fabbricato». Anche in questo caso fu presentato ricorso al Tar. 

«Nei 20 mesi intercorsi – scrive ancora Fanara – nulla si è verificato, nè in termini di quadro fessurativo attivo e tanto meno in termini di pericolo di crollo». E’ alla luce di queste considerazioni che il Prefetto spiega di aver chiesto «Circostanziati elementi di valutazione al sindaco di Matera che, nonostante i ripetuti solleciti, non sono stati forniti». 

E così le due ordinanze del 2006 e del 2007 vengono annullate. 

Il risultato è dietro le transenne che da ieri chiudono via Casalnuovo e l’ingresso ai Sassi da via Buozzi. 

a.ciervo@luedi.it

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE