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COSENZA – Oltre all’arresto di Oscar Fuoco, 54 anni, dipendente dell’Aterp di Cosenza accusato di truffa ed abuso d’ufficio per aver agevolato gli interessi dei clan della ‘ndrangheta, la Procura di Cosenza ha disposto l’iscrizione nel registro degli indagati di 5 altri dipendenti della stessa azienda e di due dipendenti del Comune di Cosenza, oltre a titolari di imprese di costruzione e altre persone accusate di aver commesso gli abusi edili. 

COINVOLTI ALTRI DIRIGENTI ATERP – Oscar Fuoco è la figura cardine dell’inchiesta, che rientra in tutti i capi d’accusa. Ma nell’ordinanza figurano anche i nomi di Pietro Mari, direttore tecnico dell’ente ed ex assessore comunale ai tempi di Giacomo Mancini ed ex assessore provinciale nella giunta Acri, e di Giuseppe Marchese, direttore pro tempore Aterp. Sono entrambi accusati di aver avanzato richiesta di permesso di attività edilizia alcuni immobili che in realtà erano già stati interessati da interventi abusivi non sanabili. I due, inoltre, insieme a Fuoco avrebbero indotto in errore il settore Pianificazione del Comune che in un primo momento formulava un parere favorevole basandosi sui documenti prodotti dall’Aterp, salvo poi rilevare gli abusi nonostante le pressioni di Fuoco.

Contro Ernesto Filice, capo dell’Ufficio progettazione dell’Aterp, c’è l’accusa di aver omesso di relazionare lo stato di alcuni fabbricati ispezionati e soggetti a interventi abusivi. Per Francesco Bruno c’è invece l’accusa, insieme alle guardie giurate Fabrizio Intrieri e Giuseppe Porco, di aver falsificato gli orari di Oscar e Oscarmaria Fuoco passando per loro il badge in ufficio. 

IL FILONE DI PALAZZO DEI BRUZI – Sono due i dipendenti del Comune di Cosenza coinvolti nell’inchiesta. Uno è l’architetto Sabina Barresi, dirigente del settore Pianificazione, che avrebbe espresso parere favorevole per un permesso edilizio nonostante il responsabile del provvedimento avesse segnalato che si trattava di abusi non sanabili. Maria Leonetti, invece, dipendente dell’ufficio Anagrafe, è accusata di aver violato le norme sul trattamento dei dati fornendo illegalmente gli estremi di una donna aRaffaele Gentile, indagato anch’egli.

TRE I TITOLARI DELLE IMPRESE – Tra gli indagati risultano anche Francesco ed Eduardo Staffa, titolari di omonime ditte alle quali Oscar Fuoco avrebbe assegnato in modo arbitrario diversi lavori «in somma urgenza» su edifici Aterp di Camigliatello e Mendicino. A Francesco Staffa sono attribuiti anche raggiri per aver gonfiato le spese di alcuni lavori eseguiti a Castiglione Cosentino, al fine di intascare compensi più elevati. Un terzo imprenditore edile coinvolto è Cosmo Baffa, accusato di aver presentato una rendicontazione sullo stato di avanzamento di lavori in realtà mai eseguiti per accumulare crediti per la propria impresa.

GLI AUTORI DEGLI ABUSI – Gli accertamenti eseguiti nel corso delle inchieste hanno poi permesso di verificare una lunga serie di abusi edilizi sugli immobili dell’Aterp. Per questi reati sono indagati: Gaetano Nino Mazza; Wanda Pesce; Luigi Abbruzzese; Fioravante Bevilacqua; Pierina Pranno; Giuseppe Petrone; Mario Trinni; Romina Bevilacqua; Marcella Bevilacqua; Antonio Bevilacqua; Emiddio Lanzino; Vincenzo Bevilacqua.

Redazione web

 

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