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BARI – La Basilicata è l’unica regione del Sud a non aver sottoscritto il Protocollo d’intesa tra le regioni meridionali per un unico accordo di programma per l’acquisizione e il trasferimento della risorsa idrica, attribuendosi così reciprocamente le risorse idriche e la sete che attualmente sono caratteristiche individuali per morfologia naturale. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati dopo l’avvenuta sottoscrizione a Roma del Protocollo d’Intesa per l’approvazione dell’Accordo unico di programma. La firma è avvenuta ieri presso la sede della regione Molise a Roma da tutte le regioni del Bacino idrografico meridionale (Puglia, Abruzzo, Lazio, Molise, Calabria, Campania), ad eccezione della Regione Basilicata. La scelta della Regione Basilicata, rappresentata in quella sede dall’assessore regionale all’Ambiente Vincenzo Mancusi, si spiega con due ordini di motivi: da una parte la nuova intesa comporterebbe il superamento dell’esistente Accordo di Programma tra Basilicata e Puglia; inoltre comporterebbe rilevanti incrementi per la tariffa del servizio idrico, che per la Basilicata vanno dal 32 per cento nel settore idropotabile, al 20 per cento per quello irriguo, al 27 per cento per quello industriale, mentre gli incrementi tariffari previsti per la Puglia vanno dall’84 per cento per l’idropotabile, al 67 per cento per l’irriguo, al 90 per cento per l’industriale, ed in generale per le altre regioni ricadenti nel Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale gli incrementi tariffari previsti per settore variano dal 40 al 160 per cento. Scelta non condivisa da Amati che, invece, ha dichiarato: «Non riesco a capire – ha concluso – perchè la Regione Basilicata non abbia sottoscritto il Protocollo d’intesa. Faccio appello al Presidente De Filippo affinchè sottoscrivano un Protocollo che per le nostre regioni rappresenta un grande passo in avanti. Sarebbe anacronistico – ha continuato – non considerare che per meglio governare le esigenze dei moderni non ci si può più fermare all’uscio di casa, commercializzando anche tra soggetti pubblici i doni e le disgrazie naturali. L’Accordo di programma, a differenza, sancirà la consapevolezza che tutti abbiamo bisogno dell’acqua ma a tutti compete di contribuire per preservare i luoghi ove quest’acqua sorge, mettendo a disposizione risorse economiche di tutela ambientale». La sottoscrizione di un unico Accordo di programma per il trasferimento, l’acquisizione e il governo della risorsa idrica è previsto dalla delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino Liri, Garigliano e Volturno, integrato dai rappresentanti delle regioni appartenenti al Distretto idrografico, che ha adottato il Piano di Gestione delle Acque del Distretto idrografico dell’Appennino meridionale. L’Accordo è stato ufficialmente siglato anche a seguito delle sollecitazioni giunte da Amati, che aveva inviato lettere il 15 novembre ed il 21 marzo scorsi, allo scopo di condividere formalmente la bozza d’intenti già sottoscritta a Roma nel settembre scorso, con l’accordo tra le regioni di pervenire, in tempi rapidi, alla stipula di un unico Accordo di Programma, teso proprio a regolamentare i trasferimenti anche alla luce di una valutazione più aggiornata e precisa dei fabbisogni idrici e delle disponibilità attuali delle singole regioni. La firma dell’accordo del settembre scorso era giunta dopo un incontro durante il quale le regioni convocate, tra cui la Puglia, avevano convenuto sulla opportunità di pianificare l’utilizzo della risorsa idrica esistente e dei trasferimenti al fine di assicurare il superamento del deficit di approvvigionamento e di garantire gli obiettivi stabiliti dalle norme ambientali.

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