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SONO sempre più agitate le acque alla Gaudianello di Monticchio.

La Norda, proprietaria dello stabilimento, ha comunicato nei giorni scorsi la volontà di ricorrere alla mobilità per una ventina di dipendenti.

Non un fulmine a ciel sereno, ma la risultante di una situazione che si trascina oramai da più di un anno.

Accompagnata alla lettera, una relazione di undici pagine che spiega la situazione in cui versa lo stabilimento lucano.

«Crisi dei consumi che ha generato un grave e strutturale squilibrio economico» e «l’appesantimento dei oneri finanziari» sono tra i motivi che hanno indotto la direzione della Norda ad «attuare un piano di riorganizzazione della struttura volto a favorire vantaggi e sinergie al gruppo societario». Una ristrutturazione che colpirebbe solo il settore amministrativo. Nell’ottica dell’azienda, a quanto si è potuto apprendere, tutto il settore verrebbe spostato nelle altre sedi del gruppo.

Nel piano infatti si prevede una «razionalizzazione e concentrazione» «di tutte le attività indirette e di staff, con riferimento all’area amministrativa, all’area gestionale ed informatica, all’area commerciale, all’area risorse umane e reazioni sindacali e all’area acquisti».

Ovviamente, qualora venisse confermata questa impostazione, una ventina di attuali dipendenti si troverebbero di fronte a una scelta da cui non possono prescindere.

Le scelte non sono molte: accettare la mobilità, acconsentire a un demansionamento (da amministrativo a operaio) – pare che su questo punto i vertici della Norda siano d’accordo – oppure andare allo scontro con l’apertura delle vertenze.

La  cosa certa è che nello stabilimento c’è una fronda che vuole dare battaglia. Ci hanno scritto e vogliono far sentire la loro voce alla Regione Basilicata, alla Direzione Territoriale del Lavoro, alla provincia di Potenza, alle Segreterie Territoriali, ai sindacati e a tutti coloro che saranno a conoscenza di questa situazione.

Puntano il dito contro i manager che «prendono decisioni errate che generano difficoltà economiche» aggiungendo che «le difficoltà della Monticchio Gaudianello che si sono ampliate dal 2010 non vanno assolutamente   attribuite a queste 20 unità lavorative che svolgono le loro mansioni con dovere e senso di responsabilità».

Questi lavoratori si appellano alla Regione che «è l’unica vera proprietaria delle risorse idriche» ricordando che «gli imprenditori hanno solo la concessioni per il loro sfruttamento con il vincolo del mantenimento dei livelli occupazionali». E concludono: «Mandare a casa venti unità lavorative significherebbe, meno entrate regionali, meno entrate comunali, meno ricchezza, maggiore disagio e giovani che evadano dalla Basilicata per andare altrove. Auspichiamo in un valido sostegno da parte della Regione Basilicata, dalla Direzione Territoriale del Lavoro, dalla provincia di Potenza, dalle Segreterie Territoriali, dai sindacati e da voi che siete il nostro unico mezzo di comunicazione». L’azienda da parte sua non sarebbe intenzionata a “tagliare posti di lavoro”, ma lascerebbe aperte alcune ipotesi per il ricollocamento delle maestranze in esubero.

In un incontro tenuto in Regione qualche mese aveva fatto capire che era intenzionata a ristrutturare il brand ed il settore vendite della Gaudianello mettendo in campo investimenti per raggiungere l’obiettivo.

Durante il vertice tenuto nel febbraio scorso ,si parlava anche di una ricollocazione degli operai in esubero in un’azienda di logistica di San Nicola di Melfi.

Di tutto questo si parlerà questa mattina in un incontro in Confindustria, dopo del quale potrebbe sbloccarsi la situazione e capire il destino che attende le venti maestranze.

g.rosa@luedi.it

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