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SIAMO così abituati a dare la colpa agli altri che abbiamo perso la capacità di prenderci, da cittadini, le nostre responsabilità. E così, vedendo la sporcizia delle nostre strade o dei nostri parchi, senti dire: “Che schifo questo Comune, paghiamo solo tasse per avere rifiuti da tutte le parti”.

Breve passeggiata all’interno del Parco di Macchia Romana dedicato a Elisa Claps.

E’ un luogo davvero bello, come in città ce ne sono pochi. C’è verde, alberi, tanto spazio per passeggiare, correre. Però poi ti colpisce l’incuria. Perchè tutto quel verde è sporcato da ogni genere di rifiuto. Ci sono bottiglie, buste di patatine, cartoni della pizza, piatti e bicchieri. Insomma, evidentemente quelli che il parco lo frequentano, pranzano e cenano in quel luogo. Ma siccome devono aver insegnato loro che ciò che è pubblico non è “roba nostra”, dopo aver banchettato buttano lì a terra quanto non serve. Non solo: siccome devono trovare particolarmente divertente la distruzione del parco, ti capita di trovare anche le lattine dentro le fontane che da poco sono state sistemate, dopo diversi atti vandalici. Allora una considerazione: è davvero sempre colpa del Comune se è tutto rotto o sporco? Io credo di no. E ribadisco che se il fazzoletto sporco lo butto a terra invece che nel cestino sono io l’incivile, non il Comune. E se fra qualche mese quel parco, come altri in città, sarà in condizioni ancora peggiori, se le fontane non funzioneranno o le altalene saranno spezzate, la colpa sarà anche nostra che non abbiamo saputo vigilare su un bene pubblico. Essere cittadini significa avere rispetto e cura per quello che è di tutti. E non è un modo di dire: un parco è un bene che erediteranno i prossimi cittadini se saremo in grado di insegnare loro la cura per ciò che non ci appartiene in maniera individuale. La “cosa pubblica” è un privilegio che dovremmo essere in grado di custodire e proteggere. Se non siamo in grado di farlo allora non siamo cittadini. E non abbiamo neppure il diritto di sbraitare contro amministratori e politici vari. E faccio allora una proposta: adottiamola questa città. Ne siamo parte, viviamola ma proteggendola. E proviamo, da cittadini, a riprenderci quello come altri spazi. Non aspettiamo che arrivi il Comune – che forse non arriverà – armiamoci di sacchi e guanti e riprendiamoci la nostra città e i suoi spazi. Se non saremo in grado di farlo rischiamo di restare i più infelici d’Italia per sempre.

a.giacummo@luedi.it

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