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POTENZA – Alla notizia manca ancora l’ufficialità, ma pare che per Gerardo Marotta siano gli ultimi giorni da direttore generale ad Acquedotto lucano. Una fine anticipata rispetto alla scadenza “naturale” del suo mandato (aprile del 2015), dopo ben 12 anni prestati a servizio della più importante Spa pubblica lucana. Marotta c’era fin dall’inizio, fin dal primo giorno della costituzione della società ormai, nel lontano 2002, e durante tutte le presidenze Santochirico, Mitiedieri e oggi Gentile. Originario di Pietrapertosa, vicino al deputato Vicenzo Folino, alla direzione della maggiore stazione appaltante lucana, è il manager più pagato in Basilicata.

Ma da qualche tempo ad  Acquedotto lucano le cose non sono più le stesse. E di mezzo non ci sono solo le note vicende giudiziarie , la difficile situazione finanziaria della società, e, perché no, anche le più recenti polemiche sulla qualità delle acque erogate dall’ente gestore (vedi caso di Tito). A determinare l’addio anticipato ci sarebbero soprattutto ragioni politiche.

Nelle settimane scorse era trapelata la notizia del pressing si stava tentando da viale Verrastro: uno scambio di direttori tra la Regione e Al, con l’ex del dipartimento Attività produttive, Michele Vita, che avrebbe dovuto prendere il suo posto nella sede di via Grippo.

E l’ingresso di Marotta nella squadra dei sei direttori generali che Pittella ufficializzati ieri.

Una nuova nomina per il Dg di Al che forse non avrebbe avuto lo stesso prestigio. Sta di fatto che il tentato scambio è saltato: Marotta non ha presentato la domanda per i dirigenti esterni alla Regione, ma soprattutto sembra che Michele Vita abbia dato la propria disponibilità per un altro ente, ovvero l’Autorità di Bacino. Seppure il passaggio non sia avvenuto di fatto, la sua valenza politica non può essere cancellata: il segnale di una stagione terminata per colui che può essere considerato come un “padre fondatore” di Al, che non deve essere sfuggito nemmeno allo stesso Marotta. Del resto, la  fine dell’epoca Folino-De Filippo chiude una lunga parentesi ad Al, in cui l’equilibrio sembra essere stato  dato proprio dalla convivenza di questa doppia rappresentanza politica.

Dall’ultima assemblea della società sono trascorse poco settimane. E in quella occasione, le parole del presidente Pittella lo hanno lasciato intuire chiaramente: la Spa va verso una sostanziale riforma, che dovrebbe portare alla eliminazione del Consiglio d’amministrazione (attualmente completamente lottizzato e composto da cinque componenti) di un amministratore unico.

Il tragitto verso una riorganizzazione complessa ma quasi inevitabile, con un cda che di conseguenza lavora in regime di quasi sfiducia, dovrebbe essere affidato a un solo manager. E, del resto, alla scadenza naturale del mandato di Marotta manca poco più di uno anno. Insomma, per il direttore generale si tratterebbe di scegliere se restare per qualche altro mese, o  andare via oggi, con le proprie gambe. E, in clima che ormai non è più lo stesso, Marotta avrebbe già abbracciato la prima delle due possibilità.

m.labanca@luedi.it

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