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POTENZA – Non è un dato rassicurante per il Sud, tantomeno per la Basilicata che attualmente ospita il centro di ricerca Crob di Rionero e va verso il riconoscimento di Irccs anche per il reparto di reumatologia del San Carlo di Potenza. In pratica i soldi pubblici destinati alla ricerca in campo sanitario vanno quasi tutti al Nord. A dirlo è la sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, che in sostanza prende atto dell’enorme differenza strutturale tra regioni. E questa differenza, nelle percentuali, è assai pronunciata. Il Nord infatti fino al 2013 ha incassato il 73% dei fondi pubblici destinati alla ricerca, il 21% è destinato al Centro e soltanto il 7% al Sud. Stesso vale per quella che viene chiamata “ricerca finalizzata”: il 63% dei contributi va al Nord, il 32% al Centro e soltanto il 4% al Sud. I magistrati della Corte dei Conti hanno analizzato un periodo di tempo che va dal 2007 al 2011, con un aggiornamento al 2012. E le criticità non mancano, una su tutti, forse quella più evidente, è l’enorme quantità di soldi pubblici riversati all’interno del San Raffaele di Milano, che è l’istituto che prende più denaro in assoluto, quasi “fagocitando” il resto dell’Italia.

Il quadro generale comunque non è affatto conciliante. Mentre i magistrati fanno notare che sulla questione trasparenza non c’è quasi nulla da dire, la “tempestività” del finanziamento resta ancora un problema, anche se le direttive ministeriali sono «in buona misura rispettati». Ma prima di tutto bisogna fare un po’ di ordine. C’è in primis una questione geografica: la maggior parte degli Irccs si trova nel Lazio e in Lombardia, ma c’è da tenere presente anche un altro fattore: i privati sono quelli che ricevono più finanziamenti da anni rispetto alle strutture pubbliche. E la forbice della discrepanza è matematicamente chiara: i due terzi dei finanziamenti totali vanno ai privati, un terzo soltanto alle strutture pubbliche.

Ma è la stessa bilancia dei finanziamenti ad oscillare a favore di alcune discipline trattate nei progetti finanziati. per quanto riguarda la ricerca corrente il 28% è destinato all’oncologia e il 22% alle neuroscienze. Per quanto riguarda invece la ricerca finalizzata il 30% va alle neuroscienze e il 20% all’oncologia.

La questione si fa critica quando si comincia a parlare di tempi di erogazione dei finanziamenti, soprattutto nella ricerca finalizzata. Tra il 2007 e il 2011, registra la Corte dei Conti, i residui di spesa si aggirano costantemente sui 160 milioni rispetto a stanziamenti di competenza che oscillano tra i 117 e i 53 milioni di euro. C’è quindi una sorta di tendenza generale che non fa altro che aumentare di gran lunga i tempi di erogazione: molte amministrazioni infatti preferiscono riportare all’esercizio successivo la competenza di spesa. E su questo la Corte è chiara: bisogna trovare dei metodi, già applicati in altri ambiti, per evitare questo continuo rimando delle competenze. Stesso vale per i tempi utili a chiudere le procedure di verifica dei risultati merita secondo i giudici «ulteriori ridimensionamenti». «Per quanto attiene in particolare la verifica del completamento dei progetti di ricerca – scrive la Corte dei Conti – è emerso che il Ministero compie periodici riscontri sullo stato di avanzamento dei progetti, cui è collegata l’erogazione delle tranches di finanziamento. In merito al riscontro degli “impatti” dei progetti, è particolarmente avvertita l’esigenza di predisporre strumenti di analisi innovativi, non solo per individuare le ricadute cliniche dei progetti medesimi, ma soprattutto per verificare l’accoglienza della comunità scientifica riservata ai risultati, sebbene i tempi di realizzazione di tali strumenti risultino in ogni caso particolarmente ampi».

Ci sono diversi aspetti critici, a partire dai tempi, ma anche la mancanza di strumenti validi di verifica dei progetti. In conclusione la Corte fa anche capire l’altra necessità: quella di non disperdere le risorse in troppi progetti, ma la tendenza oggi è esattamente contraria.

In tutto questo la Basilicata, con il Crob di Rionero, si trova praticamente all’ultimo posto per quantità di finanziamenti. Nel 2008 la struttura ha ricevuto circa 613mila euro, diventati circa 415 l’anno successivo. Nel 2010 si è passati a 515mila euro circa mentre nel 2011 la cifra di finanziamenti ricevuti si è assestata attorno ai 514mila euro circa. Il totale è di due milioni 055mila euro con una media di circa 411mila euro all’anno. Ma quanto incide in totale il Crob di Rionero sulla spesa totale? Quasi nulla, solo lo 0,23%, mentre al Nord solo il San Raffaele in cinque anni ha incassato quasi 92 milioni di euro.

v.panettieri@luedi.it

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