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di ANTONIO CORRADO
IL Governo non stanzia le ririsorse auspicate per le calamità naturali succedutesi da 2009 al 2013 in Basilicata: i comitati Terre Joniche e Pro alluvionati tornano in piazza, pronti a trascorrere un Natale in protesta, fino alla forma estrema dello sciopero della fame.
Ad annunciarlo è i portavoce del Comitato Terre Joniche, Gianni Fabbris, alla vigilia dell’assemblea giaà convocata per stasera a Marconia.
«Riprende la mobilitazione -spiega Fabbris- di fronte all’ignavia del Governo ed alla pochezza della capacità di risposta del Parlamento». Gli alluvionati passeranno il Natale in mobilitazione, «per dare gli auguri a modo loro al Governo Letta di fronte alla Prefettura di Matera». 
Il Comitato ha, infatti, preso atto in questi giorni dell’apertura di una serie di spazi di confronto con il nuovo presidente della Regiona, Marcello Pittella, e con le forze politiche regionali e nazionali, «ma per discutere di strategia e impostare i Piani di prevenzione e recupero delle risorse di cui c’è assoluto bisogno -prosegue Fabbris- occorre evitare prima che il malato muoia. Oggi il rischio grande delle comunità alluvionate del Metapontino, di tanta parte delle famiglie e delle attività economiche colpite da ben tre alluvioni in meno di tre anni, è quello di soccombere se non si interviene d’urgenza. E’ moralmente inaccettabile e politicamente gravissimo che il Governo non abbia ancora dichiarato lo Stato d’emergenza per la Basilicata e non abbia ancora messo un euro per l’alluvione dell’8 ottobre. Non ci stiamo, torniamo in mobilitazione e non ci fermeremo fino a che non ci venga riconosciuto l’atto dovuto come è stato fatto per altri». 
La nuova protesta, richiama il documento adottato dal Coordinamento del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche nell’ultima riunione e che indice la mobilitazione di Natale per dignità e giustizia.
«Eravamo stati a Roma, nei giorni scorsi, per sapere da Parlamento e Governo come stavano le cose, quante risorse erano previste sulla Legge di stabilità, perchè non era ancora stato riconosciuto lo Stato di emergenza per la Basilicata per l’alluvione del 7/8 ottobre 2013 e perchè il Parlamento e le forze politiche permettono che in Italia continuino a determinarsi alluvioni di serie A e B.
Eravamo arrivati con buoni argomenti, dal punto di vista logico persino inoppugnabili; uno sopra tutti: in Sardegna, nel caso dell’ultima alluvione, opportunamente, per fortuna e con grande slancio, il presidente Letta aveva convocato entro 24 il Consiglio dei Ministri e, senza aver ricevuto alcuna “carta” dalla Regione Sardegna, dove tutti erano impegnati a spalare fango ed a contenere l’acqua che ancora faceva danni e morti; dichiarava lo Stato d’Emergenza, stanziava i primi 20 milioni di euro per le prime necessità urgenti, prometteva fondi per intervenire (senza sapere di quanto sarebbero stati i danni) e dichiarava il lutto nazionale.
Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori: come è possibile che per l’alluvione del 7/8 ottobre 2013 la Basilicata non abbia avuto ancora dichiarato lo Stato d’emergenza e non abbia avuto un euro dal Governo? I parlamentari hanno convenuto con noi che non era tollerabile e che sarebbero intervenuti anche perchè “sembrava” che il Governo avesse fatto sapere di un imminente (sic!) riconoscimento dello Stato d’Emergenza per la Basilicata con un primo stanziamento di 6,5 milioni di euro. E’ passata una settimana e di quel provvedimento non c’è traccia. Per quanto ne sappiamo noi è sparito. -proseguono dal comitato- Avevamo anche  chiesto ai parlamentari che fossero previste nella Legge di stabilità in discussione in Parlamento le somme necessarie per affrontare le emergenze da alluvione in Basilicata; oggi prendiamo atto che nella legge licenziata alla Camera e che diventerà definitiva domani al Senato, sono stati previsti per il 2014 50 milioni di euro per tutte le alluvioni dal 2009 ad oggi (circa 20) ed altri 50 per ognuna delle annualità successive. Come dire “poco più di un caffè a fronte di miliardi di euro di danni”.
Se ci fosse stato bisogno di una conferma alla denuncia che abbiamo presentato ai presidenti Boldrini e Grasso, sulla intollerabile situazione di illegalità costituzionale per cui in Italia si continuano a determinare risposte di serie A e di serie B, quando ci sono disastri ambientali è proprio quello che sta accadendo nelle risposte (non risposte in realtà) che si stanno dando alle alluvioni di Puglia e Basilicata. La discrezionalità della politica sceglie sulla base di criteri di opportunità politica e della capacità dei gruppi dirigenti locali di farsi valere.
 Da Lunedi torniamo in mobilitazione e lo faremo a Matera in piazza Vittorio Veneto davanti alla Prefettura, scegliendo di passare il Natale in strada, ovvero nel luogo in cui ci ha ricacciato la irresponsabilità della politica ed in particolare del Governo. Ci saremo ad oltranza fino a quando non avremo ottenuto il diritto minimo che spetta ad ogni comunità alluvionata».

di ANTONIO CORRADOIL Governo non stanzia le ririsorse auspicate per le calamità naturali succedutesi da 2009 al 2013 in Basilicata: i comitati Terre Joniche e Pro alluvionati tornano in piazza, pronti a trascorrere un Natale in protesta, fino alla forma estrema dello sciopero della fame.Ad annunciarlo è i portavoce del Comitato Terre Joniche, Gianni Fabbris, alla vigilia dell’assemblea giaà convocata per stasera a Marconia.«Riprende la mobilitazione -spiega Fabbris- di fronte all’ignavia del Governo ed alla pochezza della capacità di risposta del Parlamento». 

Gli alluvionati passeranno il Natale in mobilitazione, «per dare gli auguri a modo loro al Governo Letta di fronte alla Prefettura di Matera».

 Il Comitato ha, infatti, preso atto in questi giorni dell’apertura di una serie di spazi di confronto con il nuovo presidente della Regiona, Marcello Pittella, e con le forze politiche regionali e nazionali, «ma per discutere di strategia e impostare i Piani di prevenzione e recupero delle risorse di cui c’è assoluto bisogno -prosegue Fabbris- occorre evitare prima che il malato muoia. Oggi il rischio grande delle comunità alluvionate del Metapontino, di tanta parte delle famiglie e delle attività economiche colpite da ben tre alluvioni in meno di tre anni, è quello di soccombere se non si interviene d’urgenza. E’ moralmente inaccettabile e politicamente gravissimo che il Governo non abbia ancora dichiarato lo Stato d’emergenza per la Basilicata e non abbia ancora messo un euro per l’alluvione dell’8 ottobre. Non ci stiamo, torniamo in mobilitazione e non ci fermeremo fino a che non ci venga riconosciuto l’atto dovuto come è stato fatto per altri». 

La nuova protesta, richiama il documento adottato dal Coordinamento del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche nell’ultima riunione e che indice la mobilitazione di Natale per dignità e giustizia.

«Eravamo stati a Roma, nei giorni scorsi, per sapere da Parlamento e Governo come stavano le cose, quante risorse erano previste sulla Legge di stabilità, perchè non era ancora stato riconosciuto lo Stato di emergenza per la Basilicata per l’alluvione del 7/8 ottobre 2013 e perchè il Parlamento e le forze politiche permettono che in Italia continuino a determinarsi alluvioni di serie A e B.Eravamo arrivati con buoni argomenti, dal punto di vista logico persino inoppugnabili; uno sopra tutti: in Sardegna, nel caso dell’ultima alluvione, opportunamente, per fortuna e con grande slancio, il presidente Letta aveva convocato entro 24 il Consiglio dei Ministri e, senza aver ricevuto alcuna “carta” dalla Regione Sardegna, dove tutti erano impegnati a spalare fango ed a contenere l’acqua che ancora faceva danni e morti; dichiarava lo Stato d’Emergenza, stanziava i primi 20 milioni di euro per le prime necessità urgenti, prometteva fondi per intervenire (senza sapere di quanto sarebbero stati i danni) e dichiarava il lutto nazionale.Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori: come è possibile che per l’alluvione del 7/8 ottobre 2013 la Basilicata non abbia avuto ancora dichiarato lo Stato d’emergenza e non abbia avuto un euro dal Governo? I parlamentari hanno convenuto con noi che non era tollerabile e che sarebbero intervenuti anche perchè “sembrava” che il Governo avesse fatto sapere di un imminente (sic!) riconoscimento dello Stato d’Emergenza per la Basilicata con un primo stanziamento di 6,5 milioni di euro. E’ passata una settimana e di quel provvedimento non c’è traccia. Per quanto ne sappiamo noi è sparito. -proseguono dal comitato- Avevamo anche  chiesto ai parlamentari che fossero previste nella Legge di stabilità in discussione in Parlamento le somme necessarie per affrontare le emergenze da alluvione in Basilicata; oggi prendiamo atto che nella legge licenziata alla Camera e che diventerà definitiva domani al Senato, sono stati previsti per il 2014 50 milioni di euro per tutte le alluvioni dal 2009 ad oggi (circa 20) ed altri 50 per ognuna delle annualità successive. Come dire “poco più di un caffè a fronte di miliardi di euro di danni”.Se ci fosse stato bisogno di una conferma alla denuncia che abbiamo presentato ai presidenti Boldrini e Grasso, sulla intollerabile situazione di illegalità costituzionale per cui in Italia si continuano a determinare risposte di serie A e di serie B, quando ci sono disastri ambientali è proprio quello che sta accadendo nelle risposte (non risposte in realtà) che si stanno dando alle alluvioni di Puglia e Basilicata. La discrezionalità della politica sceglie sulla base di criteri di opportunità politica e della capacità dei gruppi dirigenti locali di farsi valere. Da Lunedi torniamo in mobilitazione e lo faremo a Matera in piazza Vittorio Veneto davanti alla Prefettura, scegliendo di passare il Natale in strada, ovvero nel luogo in cui ci ha ricacciato la irresponsabilità della politica ed in particolare del Governo. Ci saremo ad oltranza fino a quando non avremo ottenuto il diritto minimo che spetta ad ogni comunità alluvionata».

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