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COSENZA – Anche l’Unical produce i suoi esodati: sono gli studenti di Scienze della Formazione Primaria, ai quali, in maniera paradossale, non solo viene rifiutata l’attivazione del corso di sostegno, semestre aggiuntivo che spetta loto di diritto, ma per loro sfortuna, viene precluso anche l’accesso a quello degli altri Atenei per loro autonomia didattica». Inizia così un comunicato inviato da un gruppo di studenti dell’Università della Calabria, che si firma “Gruppo Sostegno SFP”. 

Gli studenti denunciano una presunta penalizzazione ai loro danni, iniziata nell’estate scorsa. Gli studenti, si legge nel comunicato, si sono rivolti già al Rettore dell’Unical, al presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione e al Preside della facoltà di Lettere e Filosofia, senza avere risposta. «Vani anche i colloqui con docenti e segreteria di CdL, chiusi nel più stretto riserbo, finchè gli studenti non si rivolgono all’avvocatura d’Ateneo ed a diversi avvocati della provincia cosentina», si legge nella nota. 
«Da questi incontri emerge che l’Università della Calabria, in controtendenza rispetto agli altri Atenei, intende avvalersi delle nuove direttive circa le modalità di attivazione del Corso di Sostegno previste dal DM 2 Aprile 2012. Tale normativa prevede tempi di attuazione molto lunghi, si parla del 2014, numeri di posti limitati e durata del corso raddoppiata (senza parlare dei costi). Intanto nelle altre facoltà (Milano, Roma, Torino, Macerata, Cagliari, Bolzano, l’Aquila e Napoli per ultima con scadenza il 31 gennaio) il Corso di Sostegno parte regolarmente con le modalità del vecchio ordinamento, e dalle loro segreterie viene confermata l’attivazione per il prossimo anno accademico», scrivono ancora gli studenti. «Il risultato è che gli studenti calabresi da «esodati» saranno bloccati in questo limbo per mesi, determinando un irragionevole prolungamento del corso di laurea, un eccessivo sacrificio economico, e la conseguente penalizzazione in termini di tempi e di opportunità di accesso ad un mondo del lavoro, come quello della scuola, soggetto a continui tagli e modifiche legislative», chiude il comunicato, in cui si annunciano anche azioni legali contro l’ateneo.
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