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REGGIO CALABRIA – Erano stati arrestati lo scorso 27 marzo (LEGGI LA NOTIZIA DELL’ARRESTO) ma ora il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria «ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse contro Giuseppe Raso e Domenico Filippone ed ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare che il gip distrettuale, su richiesta della Procura, aveva emesso il 27 marzo scorso» per l’omicidio del medico oculista Fortunato La Rosa, ucciso in un agguato di ‘ndrangheta l’8 settembre del 2005 nella Locride. 

LEGGI CHI ERA FORTUNATO LA ROSA E PERCHE’ FU UCCISO

A dare la notizia dell’annullamento dell’ordinanza di custodia è stato l’avv. Giuseppe Milicia che, insieme all’avv. Armando Veneto, difende i due indagati. Nel dettaglio il legale chiarische che «l’annullamento è stato determinato dalla mancanza di gravità indiziaria che la difesa aveva messo in luce, in particolare sottolineando come le tesi della Procura Distrettuale fossero in contraddizione con numerosi degli atti acquisiti nel corso di ben 9 anni d’indagine. Da rilevare che gli imputati nel corso dell’interrogatorio al quale erano stati sottoposti, rispondendo alle domande rivolte dal Giudice, avevano respinto con decisione le accuse».

La Rosa, secondo l’accusa, era stato ucciso per «punizione» per avere reagito, anche con denunce alla magistratura, all’invasione dei suoi terreni agricoli da parte delle «vacche sacre». 

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