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In Italia la distribuzione della ricchezza «è disomogenea» con il 20 per cento della popolazione che detiene il 61,6% del patrimonio nazionale, e con il 60 per cento degli italiani che invece si «divide» solo il 17,4% della ricchezza del Paese: in aggiunta, nella crisi, a perdere il potere d’acquisto maggiore sono state le fasce deboli (-4%), e il tasso di povertà è superiore per i lavoratori atipici (26,6%), per un quadro che porta a fenomeni di usura a conseguenti richieste d’aiuto (in aumento del 113% in tre anni).

I dati sono contenuti nel documento «Noi, come Lampedusa: lotta all’usura. Azioni, numeri e interventi legislativi di un difficile contrasto. Rapporto sulle attività svolte in Italia 2012-2014» della fondazione antiusura «Interesse uomo», presentato oggi a Potenza dal presidente Fondazione Antiusura e responsabile nazionale del servizio «Sos Giustizia di Libera», don Marcello Cozzi, dal viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico (Pd), da Santi Giuffrè, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, e dal prefetto di Potenza, Antonio D’Acunto.

Secondo il rapporto, le richieste di aiuto alla Fondazione “Interesse Uomo” sono aumentate del 113%: è la Basilicata la regione con il maggior numero di richieste, in un Sud che in ogni caso guida la classifica (78% rispetto al 9% del Centro e al 13% del Nord).

«Dobbiamo stare attenti in Italia – ha detto don Cozzi – a non creare delle Lampedusa in eterno, da qui il nome del rapporto, in un sistema economico che scarta molta gente, e come a Lampedusa, molti non arrivano alla costa».

Per il vice ministro, invece, «il problema è molto presente nel Paese, e noi veniamo fuori da un periodo molto lungo di difficoltà che non colpisce solo le piccole imprese, ma anche le famiglie». (ANSA).

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