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POTENZA – L’atto è del 12 marzo, un giorno dopo l’ultima interrogazione parlamentare sul caso. Perciò via libera all’offerta della D’Agostino costruzioni generali di Avellino per 45milioni di euro. Ma ancora polemiche e sospetti, che stavolta arrivano direttamente dal commissario straordinario del Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano. Lo stesso che ha appaltato i lavori. Con un atto di “sfiducia” inaudito per i responsabili della gara, che spiana la strada ai ricorsi in Tribunale.
C’è qualcosa che non va nell’aggiudicazione dell’ “appaltone” sullo schema idrico Basento-Bradano. Un’opera pensata per rivitalizzare l’agricoltura dell’area nord della regione, incentivando nuove produzioni ad alta redditività. Ma attesa con ansia anche dagli operatori del settore delle costruzioni colpito in maniera molto dura dalla manzanza di commesse pubbliche degli ultimi anni.
A metterlo nero su bianco è stato proprio Giuseppe Musacchio, da marzo commissario straordinario dei 3 consorzi di bonifica lucani, incluso quello individuato come stazione appaltante dell’ultima grande opera lucana finanziata dal Cipe.
Nel decreto a sua firma che delega gli uffici competenti alla stipula del contratto l’avvocato censura in più punti l’operato del presidente del seggio di gara, che è anche responsabile del procedimento. Assieme a quello degli esperti nominati per valutare l’offerta della D’Agostino costruzioni.
A novembre, infatti, erano stati proprio i commissari di gara a sospendere la graduatoria per una presunta «anomalia» nella proposta della prima arrivata. Troppo alto il ribasso praticato, sui 58 milioni di base d’asta, rispetto agli impegni sui tempi di realizzazione e la qualità delle opere. Questa la contestazione.
Ma a fine dicembre le «giustificazioni» fornite erano apparse convincenti al responsabile del procedimento e agli esperti incaricati di supporto. Così è arrivata l’aggiudicazione provvisoria, festeggiata anche dal presidente della Regione Pittella, e dall’assessore all’agricoltura. Con tanto di ringraziamento per i «rappresentanti del Consorzio di Bonifica e la commissione giudicatrice dei lavori». Riusciti «in meno di 3 mesi a portare con successo a compimento un lavoro di rilevante complessità e di straordinaria importanza per la comunità lucana».
E’ fatta, insomma. Devono aver pensato dalle parti di via Anzio. Eppure il 28 gennaio è arrivato un nuovo stop. Quando mancavano soltanto 24 ore alla scadenza del termine concesso al commissario per approvare gli atti della gara.
«Acquisita per le vie brevi la documentazione esaminata» Musacchio aveva chiesto «chiarimenti» su una serie di questioni molto precise e articolate.
In primis sulla validità dei preventivi depositati all’epoca della presentazione delle offerte, nel lontano 2012.
Quindi sulla «congruità dell’offerta dell’aggiudicataria provvisoria relativamente al diverso materiale proposto (condotte in vetro resina)». O ancora «le modalità di posa in opera suggerite dalla fornitrice» e «quanto previsto nel progetto».
Infine le «caratteristiche geomorfologiche» delle aree dove andrebbero messe le condotte in vero resina.
La risposta del responsabile del procedimento è arrivata due settimane dopo. E che sia stata “indigesta” per il commissario si capisce subito. Perché «impropriamente», secondo Musacchio, sarebbe stata definita «di carattere riservato».
Quanto al merito, invece, non avrebbe dato «effettivo riscontro a nessuno degli specifici quesiti posti». Per questo i chiarimenti sarebbero «carenti». Nonostante evidenziassero che «il progetto posto a base di gara prevedeva già la posa in opera nelle stesse aree di intervento di tubazioni in vetro resina». E che i preventivi e gli impegni della D’Agostino costruzioni fossero stati considerati validi «nella loro globalità», alla luce del «complesso dei documenti e delle precisazioni fornite».
L’ex sindaco di Vaglio in pratica prende le distanze. Ma spiega che, «consumata la facoltà di chiedere chiarimenti» prevista dal Codice dei contratti pubblici, «non è dato sindacare quanto espresso dalla Commissione di gara». Quindi è costretto, contro la sua volontà, ad approvare l’aggiudicazione all’impresa di Avellino. A scapito dei secondi classificati del raggruppamento tra l’Intercantieri Vittadello di Padova, e i lucani dell’Ares costruzioni generali (la vecchia De Sio costruzioni).
Spetterà a loro decidere se riproporre le questioni sulle tubazioni in vetro resina al Tar. Come pure per chiedere la sospensione dell’aggiudicazione in via d’urgenza. Il tempo per farlo scade la prossima settimana. E c’è da star certi che di fronte ai giudici di via Rosica le parole di Musacchio non potranno passare inosservate.

l.amato@luedi.it

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