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CATANZARO – Le ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di quindici persone eseguite stamani dai carabinieri nel catanzarese erano ferme da un anno nell’ufficio del gip distrettuale, a carico di carenze d’organico. È questo il retroscena dell’operazione «Showdown», portata a termine dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato contro le cosche della fascia ionica, svelato dal procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli. Durante la conferenza stampa che si è svolta al Comando provinciale dell’Arma, Borrelli ha detto: «Il distretto di Catanzaro ha una forte presenza criminale o no? Perché se la mafia non c’è – ha aggiunto – bisogna dirlo ai cittadini». Secondo il procuratore aggiunto, «c’è il problema di adeguare le strutture investigative e giudiziarie del distretto». In particolare, oltre all’allarme già noto sulle carenze della Dda, dove ora arriveranno due nuovi sostituti, Borrelli ha aggiunto che «si pone con drammaticità il problema dell’adeguatezza dell’organico dei giudici, dal momento che all’ufficio Gip sono in quattro in servizio». Borrelli ha anche commentato l’ultimo incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino, avvenuto circa un mese fa durante una manifestazione nel capoluogo: «Il Ministro – ha detto – ci ha detto che per quanto riguarda il personale amministrativo non c’è spazio per nuove assunzioni e che per i magistrati si vedrà, ma questa risposta, nel nostro contesto, è inaccettabile»

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