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“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Questo l’art. 4 comma 2 della nostra Costituzione italiana. A citarlo un ragazzo di 19 anni, Giuseppe Fedele. Studente in scienze politiche a Bari ma originario di un piccolo paesino lucano: Tricarico. Lui pur essendo giovanissimo quell’attività, da svolgere per concorrere al progresso della società, l’ha individuata e cioè: donare il sangue. Lo fa ogni tre mesi. Non lo spinge alcun istinto di solidarietà. E’ solo un gesto che lo fa sentire parte attiva della comunità. Ricorda ancora la prima volta in cui, assieme al fratello Paolo, più grande di un anno, è entrato nel centro Avis del suo paese. Entrambi rimasti colpiti dalla felicità che aleggiava su tutti i visi dei donatori tanto da non poterne non rimanere coinvolti e affascinati, e in più la possibilità di stare in mezzo a gente di qualsiasi estrazione sociale senza avvertire alcuna differenza confrontandosi e scherzando. Da qui l’iscrizione di Giuseppe e Paolo al centro Avis comunale, per poi passare, all’incirca un anno fa, ad entrare nella Consulta Avis Giovani Basilicata, nata il 18 luglio 2010. A fargli compagnia sulla strada dell’altruismo altri 16 giovani lucani, con un’età che va dai 18 ai 35 anni, protagonisti attivi di questa consulta regionale. Studenti, lavoratori, precari, genitori che, oltre a donare il sangue, ritagliano volentieri del tempo dalle loro vite private e si riuniscono per programmare attività formative e ricreative per veicolare un verbo, soprattutto tra i giovani, che è intriso di vita: donare. Lo fanno con entusiamo, passione ed impegno. Questo perchè per loro farne parte non è soltanto un’occasione per rendersi utile ma anche un modo per apprezzare tutto ciò che gli accade attorno, nel quotidiano, con occhi diversi. C’è, poi, chi è venuto a conoscenza di tale realtà tramite la scuola, come testimoniano Caterina Carriello, Maria Aspromonte e Matroberti Francesco. Caterina, donatrice da quasi dieci anni e di Ruoti, riesce ad essere presente a qualsiasi riunione. Come lei anche Maria, di Pescopagano, che confessa di star bene tutte le volte che dona sangue e che partecipa alle attività della consulta. A lei il merito di aver coinvolto anche i genitori, scettici all’inizio.Infine il ventenne Francesco, di Satriano, impegnato in questo periodo ad organizzare, assieme al gruppo, l’Avis Music Festival 2011 che si terrà presso la Fiera della Val d’Agri il 2 luglio, aperto a tutte le persone in cui la “musica scorre nel sangue”. Ma come tutte le associazioni che si rispettino esiste un organigramma. I membri dell’esecutivo sono: Antonino Calabrese, Caterina Buono, Giuseppe Fedele. I referenti provinciali: Andrea Di Giura e Maria Aspromonte, quello regionale: Michele Lapolla. Quest’ultimo donatore da undici anni e associato da sei. Fondatore della sede Avis del suo paese Savoia. Sposato con un donatrice potentina, papà di un bimbo di 2 anni, impiegato a Roma e residente a Potenza. In giro per la penisola durante la settimana sia per lavoro che per la consulta. Però nulla di tutto ciò gli pesa. Porta in se, forse present nel suo dna, il dovere costituzionale di darsi da fare per il prossimo. Molte delle attività promosse sono anche finalizzate alla formazione dei nuovi dirigenti avis: a loro sono rivolte tutte le attenzioni e donato periodicamente quel sangue formativo che farà viver l’avis del futuro. Tanti gli slogan che campeggiano sui manifesti una volta entrati in sede Avis: “Donare per credere”, “La solidarietà rende felici”, “Anche solo una goccia è preziosa”. Lo slogan più efficante e d’impatto, però, è quello che si legge e percepisce sul viso e negl’occhi di questi ragazzi: voglia di vivere e di far vivere con semplicità ed altruismo. Questa la meglio gioventù di cui andare fieri in Basilicata e a cui donare, senza remore, una goccia rossa del nostro vivere quotidiano .

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