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POTENZA – Dal suo pc sarebbero emersi nuovi elementi che lasciano pensare che sia stato proprio lui a comporre quei messaggi intimidatori. Per sé e per la direttrice del suo giornale online. Oltre al video in cui si avvicina all’auto di lei e le gira attorno con aria circospetta. Toccando qua e là la carrozzeria. Poco prima della telefonata in Questura per denunciare la comparsa di altre croci incise dal loro misterioso persecutore.
Rischia il processo per simulazione di reato, danneggiamento e stalking Michele Finizio, 53enne direttore editoriale del quotidiano online Basilicata24.
Nei giorni scorsi infatti gli agenti della mobile di Potenza gli hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini avviate dal pm Annagloria Piccininni, sulla scorta delle sue denunce e di quelle presentate dalla direttrice della testata, Giusi Cavallo.

L’inchiesta era venuta alla luce a luglio, poche ore dopo che al caso di Basilicata24, e alla difficoltà di fare informazione in generale, era stato dedicato anche un ampio servizio del Tg1. Mentre nei mesi precedenti non erano mancati gli attestati di stima e vicinanza del presidente della Regione Marcello Pittella, dell’Assostampa e dell’Ordine dei giornalisti.
A darne notizia era stato lo stesso sito di Basilicata24, in seguito alla visita a sorpresa degli agenti della Squadra mobile di Potenza che si erano presentati all’ingresso della redazione e a casa di Finizio con un mandato di perquisizione.
Tra i reperti acquisiti la curiosità degli investigatori si era concentrata subito sui computer del giornalista, che una volta scandagliati a fondo hanno restituito quanto è servito per chiudere il cerchio.
Ora il pm, trascorsi 20 giorni dalla chiusura delle indagini, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per Finizio, che ha sempre respinto le accuse e intanto ha raccolto la solidarietà anche della sua presunta vittima, la collega Giusi Cavallo.
«Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso e in tempi diversi – recita il capo d’imputazione provvisoria nei suoi confronti – simulava le tracce dei delitti di seguito indicati e con denunce e richieste dirette all’Autorità giudiziaria per il tramite della polizia giudiziaria, da cui scaturivano taluni procedimenti penali a carico di ignoti, affermava falsamente essere avvenuti in suo danno i delitti di minaccia aggravata, danneggiamento aggravato e di atti persecutori, mediante il reiterato ritrovamento di scritti e segni, sull’autovettura in suo uso e su quella di Giusi Cavallo, nella cassetta postale e nei locali adiacenti alla redazione della testata giornalistica dal contenuto minatorio e offensivo».
Finizio è indagato anche «perchè danneggiava l’autovettura in uso a Giusi Cavallo apponendovi con l’utilizzo di un oggetto tagliente dei segni a forma di croce».
Infine per stalking, «perché compiva atti persecutori nei confronti di Giusi Cavallo, cagionandole consapevolmene un perdurante e grave stato di ansia, ingenerandole un fondato timore per l’incolumità propria e dei propri familiari, e costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita e lavorative».
Finizio non è il primo giornalista lucano che finisce sotto accusa per simulazione di reato. Nel 2011 era toccato anche all’autore di “Diversi e divisi” Nello Rega, in servizio nella redazione Televideo – Rai, sospettato di aver simulato un agguato a colpi di arma da fuoco sulla Basentana riconducibile ad ambienti del terrorismo islamico.

l.amato@luedi.it

 

 

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