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MARATEA – Lo hanno arrestato in un albergo di Maratea dove si trovava in vacanza. 
I militari dell’Arma di Lagonegro, insieme ai colleghi del personale del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, hanno prelevato Francesco Scimone perchè destinatario di un ordine di carcerazione nell’ambito dell’operazione “Alexander” in cui è stato  azzerato il mandamento di Porta Nuova a Palermo. 
Oltre a Scimone in manette è finito Alessandro D’Ambrogio e numerosi affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo. 
In tutto le persone  arrestate sono 24  accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
I  provvedimenti restrittivi, in cui si contestano i reati di associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti, sono stati eseguiti tra le province di Palermo e Trapani ed in altre località. 
Sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa tre milioni di euro. 
Le indagini hanno ricostruito gli assetti e le dinamiche interne del clan di Porta Nuova, di cui sono stati individuati capi e gregari. 
E’ emerso che le estorsioni non bastano più a mantenere, com’è stato finora, le famiglie dei detenuti perchè la crisi economica incide sul ‘pizzò che rimane comunque un’attività primaria della mafia. 
Il mandamento di Porta Nuova era così tornato a al traffico di droga, alleandosi per questo con altre cosche palermitane e trapanesi. Gli stupefacenti, come negli anni ’80, venivano acquistati dai mafiosi direttamente dai Paesi produttori del Sud America e del Nord Africa.
 Ci sono un pub e una macelleria tra i beni, per un valore complessivo di tre milioni. 
Nel dettaglio, la misura patrimoniale riguarda l’azienda di macellazione e vendita di carne all’ingrosso “Ovinsicula” di via Stazzone, in cui aveva investito l’anziano boss Antonino Ciresi, braccio destro del giovane capo Alessandro D’Ambrogio; il pub “Day just”, di via Nino Bixio, nella disponibilità di Antonino Seranella; un distributore di carburanti sulla strada provinciale 259 nel Comune di Martinsicuro (Teramo), facente capo a una società riconducibile ad alcuni mafiosi. 
A Seranella sono stati sequestrati anche un gommone, un motoscafo e una Mini Cooper, che era intestata a una romena considerata una prestanome. 
I fermi eseguiti dai carabinieri su disposizione della Dda di Palermo sono nell’ordine:  Salvatore Alario (21 anni); Giovanni Alessi (37 anni); Salvatore Asaro (53 anni, di Mazara del Vallo, Trapani); Marco Chiappara (34 anni); Giuseppe Civiletti (33 anni); Pietro Compagno (30 anni); Alessandro D’Ambrogio (39 anni); Giuseppe Di Maio (28 anni); Daniele Favata (24 anni); Alfredo Geraci (34 anni); Attanasio La Barbera (44 anni); Ignazio Li Vigni (38 anni); Francesco Paolo Nuccio (30 anni); Giacomo Pampillonia (27 anni); Giacomo Rubino (38 anni); Carmelo Russello (28 anni, di Caltanissetta); Francesco Scimone (44 anni); Antonino Serranella (37 anni); Biagio Serranella (35 anni); Umberto Sisia (56 anni, di Mazara del Vallo); Pietro Tagliavia (45 anni); Francesco Tarantino (28 anni); Giovanni Vaccaro (39 anni, di Catania); Vincenzo Vigna (30 anni, di Napoli). Una curiosità. Sul profilo facebook di Giacomo Giampillonia ci sono foto che lo ritraggono con diversi calciatori o ex calciatori del Palermo.

Lo hanno arrestato in un albergo di Maratea dove si trovava in vacanza. I militari dell’Arma di Lagonegro, insieme ai colleghi del personale del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, hanno prelevato Francesco Scimone perchè destinatario di un ordine di carcerazione nell’ambito dell’operazione “Alexander” in cui è stato  azzerato il mandamento di Porta Nuova a Palermo. 

Oltre a Scimone in manette è finito Alessandro D’Ambrogio e numerosi affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo. In tutto le persone  arrestate sono 24  accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.I  provvedimenti restrittivi, in cui si contestano i reati di associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti, sono stati eseguiti tra le province di Palermo e Trapani ed in altre località. 

Sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa tre milioni di euro. Le indagini hanno ricostruito gli assetti e le dinamiche interne del clan di Porta Nuova, di cui sono stati individuati capi e gregari. 

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