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«I pazienti potrebbero essere dimessi e trasferiti». Parola di Giovanni Pugliese, amministratore unico della struttura di eccellenza Sant’Anna di Poggio Pudano, in merito al rischio di non riuscire ad assistere i malati in stato vegetativo e con gravi lesioni cerebrali. Per la carenza di risorse economiche, dovute ai tagli da parte della Regione Calabria. «Ancora – ha proseguito Pugliese – non conosciamo le somme, ma temiamo in un vero e proprio dimezzamento del budget annuale». Quel dimezzamento che ha indotto la struttura a mettere in cassa integrazione il personale, utilizzando la formula dedicata alla formazione “on the job”.  Vento di crisi dunque sulla sanità privata. Dopo la protesta dei dipendenti della clinica reumatologica di Cotronei, le difficoltà di Santa Rita, il fallimento di Villa Giose, adesso la crisi sembra aver attaccato anche il Sant’Anna, struttura d’eccellenza dell’intera regione e del Mezzogiorno. Per questo motivo la direzione strategica dell’istituto Sant’Anna ha fissato per il prossimo lunedì una conferenza stampa, in cui verranno Pugliese, Piero Smpampinato presidente dell`associazione parenti dei pazienti, un terapista della riabilitazione e un caposala daranno “comunicazioni riguardanti la struttura”, ha detto Pugliese che ha rimandato eventuali spiegazioni all’incontro con la stampa. E preoccupazione è stata avanzata da Cittadinanzattiva e dalla sezione provinciale del Tribunale dei diritti del malato in merito al rischio di trasferimento dei pazienti. «I familiari – scrive il Tdm in una nota –  già provati dal dolore di assistere un loro caro privo delle più elementari abilità di relazione e di autosufficienza, sono stati informati che, molto probabilmente, la struttura che assiste in modo egregio i loro cari, rischia di chiudere con le conseguenti dimissioni di tutti i pazienti sino ad ora curati nel migliore dei modi». Per questo motivo il Tribunale dei diritti del malato chiede «quali siano i motivi per cui la Regione Calabria, ancora una volta, ha deciso di penalizzare in modo così grave, una struttura come l’istituto Sant’Anna, punto di riferimento per tanti malati che provengono anche da altre regioni con una ricaduta economica certamente da non sottovalutare». Così da leggere nella decisione di dimezzare il budget, «la volontà di depotenziare gravemente la sanità crotonese e di eliminare le “eccellenze” presenti sul territorio». E se dovesse chiudere la struttura, Cittadinanzattiva – Tdm chiede «ai responsabili istituzionali ove intendano “dirottare” gli attuali pazienti che sono nelle condizioni di non poter essere curati né in casa né in strutture non adeguate». 
Il Tribunale inoltre, «vigilerà sugli sviluppi della paventata chiusura dell’Istituto S. Anna e sarà parte attiva in tutte le manifestazioni che verranno promosse per il mantenimento della struttura che gode di stima e riconoscimento a livello nazionale ed europeo». 

CROTONE – «I pazienti potrebbero essere dimessi e trasferiti». Parola di Giovanni Pugliese, amministratore unico della struttura di eccellenza Sant’Anna di Poggio Pudano, in merito al rischio di non riuscire ad assistere i malati in stato vegetativo e con gravi lesioni cerebrali. Per la carenza di risorse economiche, dovute ai tagli da parte della Regione Calabria. «Ancora – ha proseguito Pugliese – non conosciamo le somme, ma temiamo in un vero e proprio dimezzamento del budget annuale». 

Quel dimezzamento che ha indotto la struttura a mettere in cassa integrazione il personale, utilizzando la formula dedicata alla formazione “on the job”.  Vento di crisi dunque sulla sanità privata. Dopo la protesta dei dipendenti della clinica reumatologica di Cotronei, le difficoltà di Santa Rita, il fallimento di Villa Giose, adesso la crisi sembra aver attaccato anche il Sant’Anna, struttura d’eccellenza dell’intera regione e del Mezzogiorno nella quale arrivano pazienti da tutta la Calabria e anche da altri territori. Per questo motivo la direzione strategica dell’istituto Sant’Anna ha fissato per il prossimo lunedì una conferenza stampa, in cui verranno Pugliese, Piero Smpampinato presidente dell`associazione parenti dei pazienti, un terapista della riabilitazione e un caposala daranno “comunicazioni riguardanti la struttura”, ha detto Pugliese che ha rimandato eventuali spiegazioni all’incontro con la stampa. 

E preoccupazione è stata avanzata da Cittadinanzattiva e dalla sezione provinciale del Tribunale dei diritti del malato in merito al rischio di trasferimento dei pazienti. «I familiari – scrive il Tdm in una nota –  già provati dal dolore di assistere un loro caro privo delle più elementari abilità di relazione e di autosufficienza, sono stati informati che, molto probabilmente, la struttura che assiste in modo egregio i loro cari, rischia di chiudere con le conseguenti dimissioni di tutti i pazienti sino ad ora curati nel migliore dei modi». Per questo motivo il Tribunale dei diritti del malato chiede «quali siano i motivi per cui la Regione Calabria, ancora una volta, ha deciso di penalizzare in modo così grave, una struttura come l’istituto Sant’Anna, punto di riferimento per tanti malati che provengono anche da altre regioni con una ricaduta economica certamente da non sottovalutare». Così da leggere nella decisione di dimezzare il budget, «la volontà di depotenziare gravemente la sanità crotonese e di eliminare le “eccellenze” presenti sul territorio». E se dovesse chiudere la struttura, Cittadinanzattiva – Tdm chiede «ai responsabili istituzionali ove intendano “dirottare” gli attuali pazienti che sono nelle condizioni di non poter essere curati né in casa né in strutture non adeguate». Il Tribunale inoltre, «vigilerà sugli sviluppi della paventata chiusura dell’Istituto S. Anna e sarà parte attiva in tutte le manifestazioni che verranno promosse per il mantenimento della struttura che gode di stima e riconoscimento a livello nazionale ed europeo». 

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