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LAMEZIA TERME – Debora Caprioglio, protagonista insieme a Gianfranco Jannuzzo della commedia “Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo”, ha inaugurato la storica rassegna “Lamezia Summetime 2015” all’Abbazia Benedettina.

Lei è da anni impegnata a teatro. Si ricorda il suo debutto?

«Il debutto a teatro è avvenuto nel 1997 con Mario Monicelli in “Una bomba in ambasciata” un una commedia molto divertente scritta nel ‘66 da Woody Allen, con Carlo Croccolo e Isa Barzizza. Praticamente il mio ruolo è stato quello di una ragazzina molto fresca, non avendo accettato di fare subito in teatro la prima donna. Questo ruolo, però, mi ha consentito di seguire quel percorso giusto che poi mi ha portato a fare la protagonista oggi».

Nella commedia “Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo” lei interpreta il ruolo di Albertina, una donna ricca ma un po’ goffa e con una passione che potremmo definire non molto femminile collezionare insetti. Quanta “Albertina” c’è in Debora?

«Albertina è una persona che fisicamente non può contare sulla sua bellezza, sulla sua avvenenza fisica per conquistare quello che poi diventerà suo marito tanto che lui la sposa perché è ricca e non perché inizialmente ne sia innamorato. Però lei ha una bellezza interiore che va oltre ogni esteriorità: è una donna buona, abituata a rapportarsi con il mondo degli insetti, degli animali. Io conservo, come Albertina, questo buon sentimento, questa ingenuità, questo modo di amare la vita nei confronti del mondo, naturalmente rapportandomi con la vita stessa nei suoi vari momenti».

Cosa può dirci dell’ esperienza teatrale riferita a questo spettacolo?

«Questo è uno spettacolo che sta ottenendo un successo straordinario ed io sono felice di lavorare con Gianfranco Jannuzzo, e con tutta la compagnia, perché è un compagno di lavoro eccezionale: ci troviamo molto bene insieme, forse faremo altre cose dopo questo spettacolo, sicuramente tra noi c’è una grande complicità che garantisce il successo al 90%».

Quali sono i lavori teatrali a cui è più legata?

«Mi sento maggiormente legata a quello che sto facendo in questo momento».

Lei ha lavorato nel cinema, televisione e teatro che rappresentano tre diversi modi di messa in scena: quale processo scenico predilige?

«Sicuramente in teatro ci si completa di più, a 360 gradi, perché si compie un percorso che si sviluppa nell’arco di due ore dall’inizio alla fine durante il quale si ha un contatto con il pubblico che reagisce in qualsiasi momento alla storia proposta e quindi dal punto di vista della formazione, della palestra dell’attore è formidabile. Il teatro regala emozioni che le altre forme di recitazione non danno perché è vissuto dal vivo».

Lei viene spesso in Calabria per lavoro, cosa apprezza di più della nostra regione?

«Il pubblico calabrese è molto preparato perchè abituato ad andare a teatro spinto dalla voglia di divertirsi e vedere un buon teatro di qualità come si può notare dalle tournée invernali ed estive sempre ricche di luoghi della Calabria. Non credo di trovare difetti nel pubblico calabrese perché, comunque, è sempre diverso da serata a serata, da paese a paese, a volte ride a determinate cose, altre volte si emoziona e ci trasmette emozioni sul palco».

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