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POTENZA – Ha detto di aver messo già in conto di perdere “qualche voto” in Basilicata, Matteo Renzi, per la questione del petrolio che secondo lui è da estrarre in maggiori quantità. Ma rischia ben più di qualche voto l’ex rottamatore. Perchè se gli si rivoltano contro quelli che hanno creduto in lui dal primo momento in Basilicata si rischia la slavina elettorale.
La lettera aperta firmata da una decina di renziani dalla prima – ora tra cui spicca il nome di Francesco Mitidieri che all’inizio dell’ultimo congresso regionale era addirittura candidato in quota Renzi alla carica di segretario – sembra essere solo l’inizio di quelli che avendo creduto nel “sogno” ora prendono le distanze.
E’ una lettera dura quella che inviano a Renzi. Che dovrebbe allarmare Renzi: se ti critica un avversario è un conto. Ma quando iniziano ad abbandonarti gli amici, la questione diventa preoccupante.

«Caro Matteo, chi ti scrive questa volta sono i sostenitori che per primi ti hanno portato in Basilicata nell’ agosto del 2012 in un momento particolarmente difficile della vita del partito democratico nazionale e lucano. Siamo stati tutti colpiti e travolti da quella grande determinazione che mettesti in campo nel voler cambiare il Pd e l’Italia.
Organizzare gli appuntamenti di quell’estate non fu affatto facile, perchè le resistenze degli allora dirigenti regionali tutti, che sono anche quelli di adesso, si cimentarono non poco, anche con tentativi disperati per impedirne la partecipazione e la riuscita. Nonostante l’ isolamento che abbiamo subito, da quel momento in poi, non abbiamo mai mollato, nella convinzione che la bontà di quel progetto avrebbe con il tempo preso il sopravvento.
E cosi è stato! E i lucani che da quel momento ti hanno sostenuto sono stati tantissimi, perchè tanta era la voglia di far cambiareverso a questa terra, già tanto martoriata. Oggi, alla luce di quanto statuito nel decreto “Sblocca Italia” in tema di gestione delle risorse naturali e delle cosiddette estrazioni del petrolio della Basilicata, ci sentiamo di non condividerne il contenuto, i modi e le modalità con cui si è arrivati al risultato finale e riteniamo altresì, pienamente condivisibile il disappunto e le preoccupazioni manifestate dai cittadini, i rappresentanti istituzionali e parlamentari a riguardo.
Non lo condividiamo in primo luogo perchè, l’aumento indiscriminato delle estrazioni stravolgerà con certezza l’assetto dell’intero territorio regionale, con tutti i rischi e le conseguenze che ne derivano. A ciò si aggiunga che il governo regionale dell’ultima legislatura, con l’approvazione della legge definita moratoria dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, fece una scelta ben precisa, ossia di vietare ulteriori estrazioni da un lato e di valorizzare dall’ altro il bellissimo patrimonio naturalistico ed ambientale puntando sull’agricoltura e il turismo, da sempre il motore trainante della nostra economia.
Per questo riteniamo che avocare al governo nazionale in via esclusiva la competenza di tale materia e svuotando la Regione di ogni potere decisionale, sia da qualificare come un vero e proprio atto d’imperio, che non abbiamo concesso a Berlusconi a suo tempo nella vicenda di Scanzano e non concediamo neppure al Governo da te presieduto. Quante volte abbiamo discusso alla Leopolda, della necessità di investire sulle fonti energetiche alternative e programmare il superamento del petrolio. In quel decreto non vi è traccia di tutto questo.
A nulla sono valsi i proclami di vittoria del nostro governatore nell’ambito della contrattazione con il Governo, ne i presunti risultati storici che sarebbero stati raggiunti, che sono modestissimi e non soddisfano le aspettative della rivoluzione democratica. Ad ogni modo, siamo fermamente convinti che i nostri rappresentanti istituzionali non abbiano rappresentato e difeso degnamente la qualità della vita, il futuro e gli interessi della Basilicata. I cittadini lucani non possono essere pensati e riconosciuti solo in chiave elettoralistica.
Questa non è la politica intesa come bellezza, come ci hai raccontato quel 30 agosto 2012 nelle tappe lucane di Potenza – Latronico – Policoro. Il popolo lucano, ha la necessità di capire le ragioni vere per cui la sua terra dovrà essere stravolta e merita tutto il rispetto e le spiegazioni che sono dovute ad un comunità che scrivendo giorno dopo giorno la propria storia, si è da sempre prodigata per la sua terra, difendendola e migliorandola, anche se dovesse trattarsi di “quattro comitatini”.
Caro Matteo, nel nome di questo dovuto rispetto, noi, che ti conosciamo meglio di chiunque altro e conosciamo meglio di chiunque altro il tuo coraggio, che hai dimostrato in ogni occasione affrontando ogni questione senza mai dartela a gambe, ed essendo stati i tuoi primi interlocutori, ti domandiamo fiduciosi e prima di tutti di fare visita alla Basilicata per spiegare alla nostra gente il tanto discusso decreto, che ad oggi, rappresenta la morte sicura della nostra terra Attendiamo fiduciosi l’accoglimento del nostro accorato invito, ringraziandoti sin d’ora».
Francesco Mitidieri
Rocco Fiore
Felicetta Baldari
Biagio Velardi
Laurino Francesco Sassone
Giuseppe Canio Romaniello
Geppino Carlomagno

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