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PAOLA (CS) – Un duro confronto tra il perito dell’accusa ed i difensori degli imputati ha caratterizzato l’udienza del processo per la morte dei lavoratori dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, chiuso ormai da tempo.   Nel processo sono imputate 13 persone tra ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento. L’accusa sostiene che un centinaio di operai dello stabilimento sono morti per tumori provocati dall’inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura. Stamane è stato sentito il perito del pubblico ministero, Rosanna De Rosa, che ha effettuato le analisi sullo stato dei terreni intorno allo stabilimento. De Rosa ha chiarito alcuni punti che si riferiscono ai materiali raccolti tra il 2006 e il 2007. Ma il confronto tra il perito e la difesa è diventato duro quando la professionista, incalzata dalle domande degli avvocati difensori, ha riferito ai giudici che lei è geologa e che nella parte relativa alle analisi chimiche si è avvalsa della collaborazione di un collega. La difesa ha quindi chiesto l’inutilizzabilità della parte parte finale della perizia che riguarda gli aspetti chimici. La procura si è opposta alla richiesta della difesa ed i giudici si sono riservati di decidere. L’udienza è poi proseguita con la deposizione di alcuni ex dipendenti e familiari delle vittime dello stabilimento. Prima dell’inizio del processo stato un sit-in, organizzato da un gruppo di ambientalisti, dinanzi ai cancelli del tribunale con striscioni e slogan. Il processo proseguirà il 23 novembre prossimo.

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