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REGGIO CALABRIA – «Sto anticipando il mio rientro in Italia e sono in grado di chiarire tutto, è la sola cosa che voglio»: lo dice al telefono all’Ansa Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, colpita da provvedimento restrittivo nell’ambito dell’inchiesta della direzione antimafia di Reggio Calabria che ha portato all’arresto dell’ex ministro Claudio Scajola (LEGGI). 

La posizione della donna viene ritenuta centrale dagli inquirenti. Secondo le accuse, Chiara Rizzo avrebbe gestito le trattative per creare gli appoggi che garantissero al marito il trasferimento verso il Libano, dove avrebbe evitato l’estradizione. Matacena, che è stato condannato in via definitiva per mafia, si trova infatti a Dubai, dove si trova libero in attesa delle procedure formali per ottenere il trasferimento in Italia. E la moglie, secondo quanto ricostruiscono le indagini, stava operando per scongiurare questo scenario contattando diverse personalità di primo piano, tra le quali il calabrese Vincenzo Speziali jr (LEGGI) e, appunto, Scajola.

LA RETE DEI CONTATTI PER LA LATITANZA DI MATACENA

Secondo l’ordinanza firmata dal giudice delle indagini preliminari l’ex ministro era completamente «asservito» alle necessità della ex modella che lo ha contattato più volte, come testimoniano le intercettazioni e gli incontri.

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«Sto tornando da un viaggio programmato – dice la moglie di Matacena – per mettermi a disposizione della giustizia e per chiarire la mia posizione. L’unica cosa che voglio e riabbracciare i miei figli e chiarire. Credo nella giustizia e ritengo che presto si farà chiarezza». Anche sulle parole dette al telefono con Scajola e oggetto di intercettazione? «Certo – risponde Rizzo – chiarirò tutto, anche le parole dette a Scajola e riportate dalle intercettazioni. Io ho appreso la notizia ieri, non avevo idea di tutto questo e, se lo avessi saputo, non sarei partita».

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